Anno – Recensione Anno: Crea Un Nuovo Mondo
Un nuovo mondo alle porte
Anno è un gioco strategico per Nintendo DS che vi catapulterà in un’era situata circa sul finire del basso medioevo, all’epoca delle scoperte geografiche e delle grandi esplorazioni marittime, sviluppato da Keen Games e distribuito da Ubisoft, che si dimostra essere un titolo piuttosto valido.
Un regno in crisi
La modalità storia, che ricopre anche il ruolo di lungo e particolareggiato tutorial, è caratterizzata da una trama piuttosto semplice: si impersonerà il principe di un regno in piena crisi economica e si verrà inviati dal re alla ricerca di nuovi territori da colonizzare per aiutare una popolazione allo stremo delle forze, rivaleggiando con il figlio maggiore, ossessionato dal voler impressionare il padre, tanto da perdere di vista alcuni dettagli essenziali alla sopravvivenza delle sue città. Il principe, comunuque, sarà spalleggiato da un consigliere logistico ed un’esperta di viaggi per mare, che saranno prodighi di consigli e spiegazioni sul come far funzionare al meglio le proprie colonie, oltre agli "specialisti", persone che si incontreranno andando avanti con le missioni, che se saranno alloggiate aiuteranno l’economia in vari modi. Altri personaggi che compaiono sono i popoli dell’oriente, organizzati in modo molto simile all’impero arabo, che saranno talvolta pacifici e talvolta ostili e gli ostici pirati, in competizione con le navi d’esplorazione per i ricchi tesori.
Ed ecco il protagonista della modalità storia
Economia ed esplorazione
Ecco i punti cardine del gameplay, che ricalca lo stile classico del genere strategico, il sistema di gioco, seppur semplice ed intuitivo, è calibrato in maniera molto buona tramite la gestione delle tasse, del livello di civiltà e del commercio degli esuberi in modo tale che non è permessa crescita se non avendo una solida economia di base, che si fonda sul numero di abitanti, sul loro rango (all’inizio si potrà contare solo su poveri pionieri, ma soddisfando i loro bisogni tramite edifici particolari, come ad esempio le chiese o i caseifici, è possibile farli evolvere culturalmente ed economicamente per poter quindi ricavare da loro molte più tasse) e su una florida produzione di beni di prima necessità (necessari per non spingere i civili a trasferirsi altrove) e commerciabili (come pietre o indumenti, fonti di grandi quantità di oro). Dopo aver raggiunto una situazione di equilibrio economico, ci si può dedicare all’esplorazione dei mari circostanti, alla ricerca di nuove isole da colonizzare oppure di lauti tesori recuperabili da spedizioni navali affondate. Questi i fondamentali, a cui si aggiunge la ricerca delle tecnologie nella modalità storia, ottenibili dagli orientali se il proprio centro urbano cresce a sufficienza. Nella modalità infinita, invece, si hanno in partenza tutte le tecnologie e si ha la possibilità di costruire tutti i vari e numerosi edifici presenti nel gioco fin dall’inizio (ovviamente se si possiedono i materiali da costruzione); obiettivo: creare il più forte impero possibile.
Attenzione a non alzare troppo le tasse…
Mare, mare, mare…
Dal punto di vista delle ambientazioni non c’è una grande varietà, considerato che si agirà sempre e solo su pochi lembi di terra circondati dal bare. Nonostante ciò, da isola a isola ci saranno alcune differenze sia nella conformazione sia nelle risorse ricavabili (ad esempio per ricavare pietre è necessaria una montagna ed ogni isola risulta fertile solo per alcune coltivazioni), inoltre è apprezzabile il design delle costruzioni, molto caratteristiche sia quelle del Regno sia quelle degli Orientali, che riescono ad evocare un’atmosfera da corsa alla colonizzazione. La longevità si attesta su un livello medio-alto, come del resto la maggior parte dei giochi strategici, mentre il sonoro risulta gradevole anche se fin troppo ripetitivo.
Un’isola ed i suoi livelli di fertilità
Una buona esperienza
Anno: Crea un Nuovo Mondo risulta in fin dei conti un gioco consigliabile per gli appassionati del genere che vogliono distrarsi con un sistema di gioco più intuitivo del solito, mentre per il resto dei videogiocatori resta comunque un gioco che può appassionare.