Astro Boy: Omega Factor – Recensione Astro Boy: Omega Factor
Il ritorno del passato, la riscoperta di questo, l’amore per i vecchi tempi e il perfezionamento. AstroBoy: Omega Factor è un monumento a quel gameplay vecchia maniera che ormai, sempre più di rado, si fa apprezzare ai nostri giorni ed è la sintesi perfetta della filosofia ludica di Treasure, e quel modo di intendere il videogioco che già abbiamo potuto godere con i vari Radiant Silvergun, Sin & Punishment, Bangai-O e Ikaruga, giusto per ricordarne alcuni. Questa volta, di nuovo in binomio con Sega, Treasure realizza un altro grande titolo per Game Boy Advance, sfruttando una delle licenze più apprezzate nel mondo dei manga/anime e forse l’opera massima del grande Tezuka, quell’AstroBoy che si interroga sulla fattibilità del rapporto tra l’uomo e le macchine proponendolo, forse in largo anticipo rispetto ad altri, sotto una chiave di lettura più soft ma non banale.
Ritorno al futuro
AstroBoy: Omega Factor propone una duplice struttura di gioco. La prima, presente nella maggioranza dei livelli, è quella classica degli action 2D a scorrimento orizzontale, nella quale comanderemo Astro ‘a piedi’, che dovrà farsi strada eliminando i nemici che gli si presenteranno davanti (ma anche in tutte le direzioni!). A disposizione del nostro simpatico robottino dai sentimenti umani ci sono diverse tecniche di combattimento, che vanno dai classici cazzotti e calci a combinazioni di laser da usare nelle situazioni più disperate e caotiche. La restante parte dei quadri è una rivisitazione o, ancor meglio, una bella citazione agli shoot’em up 2D vecchia maniera, con Astro che, grazie al suo fido jetpack, fa le veci delle navicelle protagoniste dei vari Bangai-O o Ikaruga. Ed in effetti il gameplay è proprio quello, identico e spiccicato. Sparare ad ogni cosa che si muove su schermo diventa un requisito fondamentale per non perdere energia, ma al tempo stesso sarà necessario riuscire ad evitare i laser nemici che spesso e volentieri diventano una gabbia attorno al nostro protagonista. Un po’ come succede in Ikaruga, dove bisogna avere una buona prontezza di riflessi e tanta concentrazione affinchè ci si possa muovere tra i vari laser senza essere colpiti, e cercando contemporaneamente di colpire i nemici che non ci permettono di proseguire nell’avventura.
Tutto ma mai banale
Sicuramente una delle questioni più delicate quando ci si imbatte in un titolo Treasure è il livello di difficoltà, che solo in rari casi è settato in maniera tale da rendere quel determinato gioco accessibile a tutti, non solo alla fetta di smanettoni incalliti cresciuti a pane e Treasure. AstroBoy: Omega Factor può considerarsi uno di questi ‘rari casi’, proponendo quindi un livello di sfida ‘umano’ ma, com’è giusto che sia, con qualche frammento più infido che necessita di uno o più replay per essere superato. La composizione dei livelli è un’altra importante chiave di lettura di questo AstroBoy. Treasure, con i suoi capolavori arcade, ci aveva abituati ad una rigiocabilità infinita alla caccia del record definitivo da mostrare con tanta fierezza ai nostri amici. Fortunatamente, anche Omega Factor non rinuncia a questa caratteristica. I sette schermi sono infatti suddivisi in livelli non molto lunghi nei quali, giocandoli e stragiocandoli fino allo sfinimento, sarà possibile imparare a memoria i movimenti dei nemici così da effettuare combo in grado di moltiplicare e gonfiare il punteggio.
Piccole e varie imperfezioni
L’unica imperfezione di AstroBoy: Omega Factor riguarda invece la parte tecnica. Se da una parte abbiamo un design estremamente fedele al manga e al cartone animato, che rendono il gioco una vera e propria full immersion in prima persona nel mondo di AstroBoy, dall’altra abbiamo dei frequenti cali di frame rate che si verificano soprattutto quando lo schermo diventerà un’orgia di laser, nemici, esplosioni ed altri effetti grafici. Un male, se si tiene conto che questi cali rischiano di rovinare la nostra partita, rinunciando a punti vita o direttamente alla vita stessa, ma nulla che possa incidere in modo pesante sulla qualità (altissima) del gioco.
In conclusione
Non sono bastati nemmeno due mezzi passi falsi (Wario World sul Cubo e Advance Guardian Heroes su GBA) a frenare l’estro creativo dei ragazzi di Treasure, che con questo AstroBoy: Omega Factor tornano a dettare legge, realizzando un gioco che rappresenta un mix esaltante di quei due generi tanto cari alla piccola casa nipponica, azione e shooter, e che risulta praticamente perfetto in ogni suo singolo aspetto. Un’altra imperdibile perla nell’eccellente ludoteca del Game Boy Advance.