Atelier Shallie Plus: Alchemists of the Dusk Sea

Tra i tanti generi di RPG ormai presenti sul mercato, quelli giapponesi sono forse i più dibattuti: perché un tempo erano sovrani indiscussi del genere, perché ben pochi titoli arrivano in occidente e per una serie infinita di altri motivi che gli amanti delle diatribe che sfociano in post su Facebook conoscono sicuramente molto bene. Uno dei motivi di discussione che più di tutti accende gli ardori è che “non sono più belli come una volta”.

E magari è anche vero, com’è vero però ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. A ricordarci questo sano principio ci pensano Koei e Gust, che ripropongono per Plasystation Vita un gioco uscito qualche anno fa su Playstation 3: Atelier Shallie Plus: Alchemists of the Dusk Sea.

Atelier Shallie Plus Alchemists of the Dusk Sea

Shallie

Terzo capitolo della trilogia Dusk (dieci anni dopo gli eventi di Ayesha e sei anni dopo Escha & Logy), questo Atelier racconta la storia di due giovani donne, Shallistera e Shallotte, e la loro crescita personale. La prima è destinata a diventare il capo del proprio villaggio e parte per un viaggio con un’importante missione: scoprire cosa succede alle risorse idriche della propria terra che lentamente stanno venendo meno, causando una terribile siccità che minaccia il villaggio. Durante il tragitto però, la nave si schianta a Stellard, una città ricca di acqua. È qui che Stera e Lotte (i nickname che usano tra di loro le due Shallie) si incontreranno e inizierà la loro storia.

Sia Stera che Lotte hanno la loro propria linea narrativa, ed entrambe sono narrate egregiamente. Il percorso di self-discovery che affronteranno, le loro scelte e i loro obiettivi saranno la parte fondamentale della storia che ci verrà narrata. Per fortuna in molti casi le due linee narrative si svolgeranno contemporaneamente, dando vita a un rapporto davvero stupendo tra le due, sicuramente il più bello all’interno di questo titolo e probabilmente uno dei migliori tra quelli visti in altri titoli. Tuttavia la grande attenzione posta al rapporto tra i personaggi (non solo tra le due protagoniste) è molto più elevata di quella posta nella narrazione della storia: infatti come terzo e ultimo capitolo della serie ci si sarebbe aspettata più chiarezza sui motivi della desertificazione e su diversi altri aspetti che restano senza risposta o con risposte vaghe e non del tutto convincenti.

Nonostante questa versione per PS Vita arrivi corredata di numerose aggiunte, dal punto di vista narrativo qualche incertezza ancora rimane.

Atelier Shallie Plus Alchemists of the Dusk Sea

Gioco nuovo, meccaniche nuove

Nonostante questo, sono molti gli aspetti positivi di cui Atelier Shallie può vantarsi. Uno di questi è il Combat System, reso molto meno meccanico rispetto ai titoli precedenti. Ogni personaggio ha la propria barra da riempire durante il combattimento, dando vita a numerose opportunità per Chain Attack o ritirate strategiche. Una gradita aggiunta è stata la quella del Burst: una volta attivato il Field Burst, sarà possibile utilizzare un’abilità speciale unica del personaggio il cui effetto varia per ogni dei membro del party.

Anche il sistema dell’alchimia è stato modificato rispetto al passato. Pur conservando i trait d’union tipici della serie (acquisizioni di nuove recipes dai libri, raccolta di materiali ecc), sono stati aggiunti molti nuovi modificatori per aumentare e migliorare gli effetti di un oggetto con nuove abilità, sbloccabili man mano che il livello del personaggio aumenta.

Una delle novità di questo titolo rispetto agli altri è l’aggiunta di una meccanica che sarà alla base di tutto il gioco: il Life Task System. Questo sistema consiste semplicemente in obiettivi che i nostri personaggi si prefissano, tornando così al percorso di self-discovery di cui sopra: Questo si traduce in una miriade di quest di qualunque tipo. Non solo le classiche “uccidi X cose” o “raccogli X oggetti”, ma anche missioni utili per andare avanti nel gioco. Seguire il Life Task System diventa quindi il modo migliore per progredire nella storia. Forse è proprio per il numero enorme di quest di questo sistema che uno degli elementi più distintivi della serie è stato completamente eliminato: fino al capitolo precedente, la narrazione era sistematicamente scandita da dei limiti di tempo da rispettare per proseguire. In Atelier Shallie questo sistema è stato di fatto abbandonato.

Atelier Shallie Plus Alchemists of the Dusk Sea

Una piccola perla, quasi perfetta

Vivaci e vibranti, i colori in questo capitolo della serie fanno da cornice a un comparto grafico invidiabile, sopratutto per quanto riguarda il design dei personaggi. Sembrano quasi degli artwork animati, davvero precisi e belli da vedere. Leggermente meno cura è stata data agli ambienti, più spogli se paragonati alla miriade di particolari con cui vengono disegnati i protagonisti, ma nonostante questo non paragonabili a un gioco low budget.

Anche il comparto audio è stato curato molto dal punto di vista delle soundtrack, un po’ meno per quanto riguarda i doppiaggi. L’unico grande problema è quello del framerate: nelle zone con molti oggetti sullo schermo (foreste e simili) il framerate crolla clamorosamente al limite del giocabile. Una grossa pecca per un gioco che fa dell’esplorazione e della ricerca dei materiali una delle colonne portanti di tutto il gameplay. La situazione migliora durante i combattimenti, dove qualche rallentamento è presente ma in maniera meno invasiva.

Atelier Shallie Plus Alchemists of the Dusk Sea


Tante cose sono cambiate nel corso degli anni, sia per quel che riguarda il panorama globale degli RPG, sia per quanto riguarda il micromondo di una sola serie di videogiochi. Atelier Shallie: Alchemist of the Dusk Sea è un buon gioco, un buon esponente di quei JRPG con il feel di una volta e anche un perfetto esempio di come le cose cambiano, ma questo non significa che debbano per forza cambiare per il peggio.

7

Pro

  • Bellissimi rapporti tra i personaggi
  • Character Design meraviglioso
  • Soundtrack

Contro

  • Grafica degli ambienti un po' spoglia
  • Doppiaggio mediocre
  • Trama a volte poco precisa
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