Blanc – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Negli ultimi anni spesso e volentieri abbiamo assistito alla nascita di piccole opere che, pur privi di dialoghi e parole, sono in grado di trasmettere ai giocatori un racconto ricco di contenuto con la semplice illustrazione degli eventi. Il caso di Blanc è un esempio lampante di come sia possibile sviluppare tutto questo, un po’ in maniera simile a quanto fatto da quel gioiellino di GRIS dei Nomada Studio nel 2018, che grazie alla crescita “silenziosa” della protagonista ha saputo parlare più di quanto uno creda.

Casus Ludi, lo studio francese con sede a Nantes e autore di quest’opera, si è spinto coraggiosamente in un’impresa a dir poco ardua, di quelle che solitamente si vede affrontare dai piccoli studi per farsi notare dall’industria con prodotti originali e del tutto distanti dai soliti classicismi che caratterizzano i AAA. Il tutto aiutandosi da Gearbox Publishing che – incredibilmente – si propone nella pubblicazione di un gioco che non ha nulla a che vedere con le sue ultime produzioni, come i toni scanzonati della serie di Borderlands e dello spin-off Tiny Tina’s Wonderlands. Volete sapere quindi l’esito della scommessa? Scopriamolo nella nostra “invernale” recensione di Blanc.

Blanc

Ying e yang in un viaggio dal sapore invernale

I due cuccioli di lupo e cerbiatto si trovano dispersi dopo un’improvvisa tempesta di neve che ha imperversato il paesaggio circostante, con i rispettivi branchi che hanno proseguito il cammino migratorio ignari del loro smarrimento. Mentre seguono le tracce sulla neve, separati inizialmente da una parte all’altra di un letto di un fiume ghiacciato, a un certo punto le loro strade si uniscono e insieme si trovano ad affrontare un viaggio tortuoso verso il ricongiungimento, sostenendosi l’uno con l’altro nonostante l’evidente diversità di razza.

Blanc

Con una longevità non particolarmente eccessiva, la trama di Blanc non risulta troppo complessa da comprendere. Non ci sono né dialoghi, né stratagemmi di carattere cartoonesco. Gli unici suoni udibili provengono dal gelido ambiente attorno a noi e dai versi dei nostri due piccoli protagonisti quando notano dei particolari per strada o interagiscono per “comunicare”. Nonostante questo racconto così lieve e silente, il gioco riesce, nella sua semplicità, a parlare con i giocatori tramite simbolismi ed eventi che accadono durante il cammino, in un tripudio di emozioni davvero sorprendente.

I due protagonisti si troveranno ad accantonare i propri istinti primari per sopravvivere e ricongiungersi con i propri branchi, in un’improbabile quanto bellissima amicizia che crescerà d’intensità a ogni chilometro percorso. D’apprezzare soprattutto la scelta di Casus Ludi di utilizzare il nero per il lupetto e il bianco per il cerbiatto, due colori agli antipodi e dal significato eccelso: da una parte l’istinto del predatore e la ferocia del lupo rappresentati dal nero; dall’altra l’istinto della preda e la purezza del cerbiatto dipinti nel bianco. Ma quando l’amicizia prevarica qualsiasi cosa, questi schemi primordiali crollano rovinosamente, facendo sbocciare una splendida e inaspettata intesa.

Blanc

L’unione fa la forza

Generalmente parlando, in Blanc ho visto una sorta di fusione tra il già citato GRIS e It Takes Two. Nel caso della produzione spagnola di Nomada Studio abbiamo sottolineato soprattutto la storia raccontata attraverso un linguaggio silenzioso, mentre dell’opera di Josef Fares c’è lo spirito di un’avventura cooperativa, da vivere in coppia aiutandosi reciprocamente a superare le varie situazioni ai quali andiamo incontro, grazie a dei puzzle ambientali non particolarmente ostici ma di buona variegatura.

Che siate giocatori esperti o semplici principianti che tengono la prima volta un pad alla mano, il gameplay di Blanc è qualcosa di molto semplice. I comandi a disposizione sono gli spostamenti, il salto e un’azione aggiuntiva che può essere il galoppo, il richiamo o l’interazione con leve e oggetti che troveremo in giro. Sappiate che il lupo e il cerbiatto hanno caratteristiche che conducono ad approcci di gioco diversi: mentre il primo può intrufolarsi negli spazi angusti, afferrare manici o rompere le corde con i denti, il secondo invece può spostare oggetti come barili o casse, raggiungere posti più alti e aiutare l’altro suo compagno a salire quelle altezze. In ogni caso, rimane fondamentale la cooperazione, l’aiutarsi a vicenda per sormontare qualsiasi difficoltà durante l’attraversata invernale.

Il fatto che il gioco sia adatto anche a chi non mastica tanto di videogiochi è giustificato dall’assenza di un vero e proprio grado di sfida in Blanc. Non ci sono game over qui e, come detto precedentemente, il gameplay si limita al massimo a una camminata e a qualche piccola azione. Questo potrebbe indurre i giocatori assetati di stimoli ad annoiarsi facilmente e a guardare altrove (comprensibile, anche se ingiustamente per una produzione così densa di significato).

Una meraviglia in bianco e nero

Come non lodare lo stile grafico pastelloso adottato da Casus Ludi per la sua nuova opera. Senza mezzi termini, Blanc è un’esplosione di talento artistico dalle mille e una notte, disegnato completamente a mano e trasformato “magicamente” in 3D. Non si vedono spesso in giro produzioni realizzate con questo stile e anche in questa circostanza mi ritrovo a percepire una piccola goccia d’essenza di GRIS, con la differenza che quest’ultimo è completamente bidimensionale.

Su Nintendo Switch, la versione testata per la recensione, la resa visiva di Blanc è apparsa piuttosto ottimale sia in modalità dock che in modalità portatile, anche se su quest’ultima tende a essere leggermente “sporca”. Comunque sia, l’imperfezione riscontrata non è nulla che possa compromettere la bontà artistica curata da un piccolo studio come Casus Ludi. Sul fronte frame rate, il gioco dovrebbe viaggiare a 30 fps senza cali eclatanti.

Blanc

C’è da dire che Blanc su Nintendo Switch ci si sposa magnificamente alle sue caratteristiche essenziali. Utilizzando un Joy-Con ciascuno, due giocatori possono intraprendere il viaggio direttamente dalla TV di casa od ovunque si trovi. Inoltre la longevità esigua e la funzione degli autosalvataggi è perfetta per le sessioni “mordi e fuggi” sull’ibrida di Nintendo. Tuttavia non c’è da disperarsi per coloro che opteranno per la versione PC; in aggiunta al multiplayer locale c’è anche la modalità online, disponibile per entrambe le piattaforme, con cui potete giocare a distanza insieme a un’altra persona in possesso del gioco.


Discostandosi completamente dagli standard abituali dei titoli AAA, Blanc è un’esperienza da vivere “mano nella mano” con un’altra persona, un viaggio di ricongiungimento di due animali totalmente agli antipodi con i rispettivi branchi. È silenzioso, però anche con un linguaggio privo di parole riesce a sprigionare un racconto molto potente, grazie a un importante messaggio simbolico e all’ottima rappresentazione degli eventi, conditi il tutto da un’arte pastellosa in bianco e nero di pregevole bellezza. Non sarà un gioco che incontrerà tutti i giocatori, soprattutto quelli più esigenti nella longevità e in cerca di sfide più stimolanti. Ma se abbandonate i classici schemi e lo vedete sotto un’altra prospettiva, Blanc è in grado di donare molto più di un semplice viaggio: è un amore incondizionato per il prossimo a prescindere dalle diversità, che di questi tempi è estremamente importante trattarne con cura e delicatezza.

8.2
Un'avventura cooperativa simbolica, ammaliante e fatta con amore, per un viaggio invernale da vivere con empatia e leggerezza.

Pro

  • Un'esperienza di gioco perfetta in cooperativa
  • La storia è silenziosa ma molto suggestiva...
  • Puzzle semplici e ben variegati
  • Stile artistico magnifico

Contro

  • ... anche se piuttosto corta
  • I giocatori affamati di sfide potrebbero annoiarsi facilmente
  • Ogni tanto c'è una piccola e cattiva gestione della visuale
Vai alla scheda di Blanc
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