Corpse of Discovery

Con il ritorno in auge della narrativa “spaziale”, con opere come Interstellar e l’ultimo The Martian, era solo una questione di tempo perché qualche team di sviluppo ambientasse un videogioco in un setting simile. Ci ha pensato Phosphor Games, studio con al suo attivo davvero pochi giochi degni di nota, con questo Corpse of Discovery. Il gioco punta tutto su un concept che nel suo piccolo ricerca uno stile particolare e una certa originalità. Un’avventura con una narrativa tacita ed emotiva, che ammicca e allude a temi più complessi di quello che sembra. Il tutto presentato in una veste di adventure in prima persona con dinamiche platform. Vediamo con ordine di cosa si tratta.

Corpse Of Discovery Recensione

The Tellurian

Il gioco parte con il video di una conferenza stampa in cui le autorità annunciano che un astronauta del gruppo “Corps of Discovery” risulta disperso in missione, senza dare chiari dettagli su un piano di recupero. Il gioco ci metterà nei panni proprio del suddetto anonimo astronauta, a cui ci si riferisce con un semplice “Maggiore”, che si risveglia nella sua stazione spaziale con un messaggio vocale che annuncia la sua missione sul pianeta Tellurus, e che gli spiega che una volta conclusa l’uomo sarà riportato sulla Terra, dove potrà andare in pensione e dedicarsi alla sua amata famiglia.

L’affetto del protagonista per la moglie e i figli è subito chiaro dalle foto e i disegni appesi alle pareti della stanza della stazione, nonché dal messaggio olografico che è possibile vedere nella sala trasmissioni. Il Maggiore però non sembra conscio del suo status di disperso. In breve tempo ci vestiamo della nostra tuta spaziale e usciamo dalla stazione, avventurandoci sulla superficie di Tellurus. L’atmosfera è esattamente come ci si aspetterebbe da un tipico pianeta inesplorato: una landa deserta e inospitale, con paesaggi senza vita e formazioni rocciose a perdita d’occhio. L’unica compagnia del protagonista è l’intelligenza artificiale A.V.A. che ci accompagnerà in un globo volante e ci fornirà indicazioni e update dal quartier generale. La missione consiste nel piazzare delle torri radio per mandare la nostra richiesta di aiuto e permettere ai soccorsi di localizzarci.

Dopo il completamento della prima missione, però, scopriremo che non ci sarà nessun team di salvataggio per noi. Dopo aver realizzato che siamo condannati a morire soli su quel pianeta, un’inquietante ombra aliena ci assale e ci risveglieremo nuovamente nella nostra cabina, con una nuova missione dal quartier generale, un nuovo messaggio della nostra famiglia e un nuovo aspetto di Tellurus. Si entrerà quindi in una sorta di routine in cui saremo spinti ogni giorno a raggiungere degli obbiettivi nella disperata speranza di trovare un modo per tornare a casa. Ogni giorno ci darà degli indizi sul fatto che il tempo sta comunque passando: i messaggi della nostra famiglia sono sempre più tristi e la stazione spaziale reca segni di degradamento.

A ogni missione A.V.A. ci ricorderà sempre più insistentemente i nostri doveri verso i Corps of Discovery, i benefici delle nostre azioni e la nostra utilità all’umanità e alla nostra famiglia. Non solo, ma via via mostrerà sempre più dei sintomi di una personalità passivo-aggressiva tutta sua che, sebbene non arrivi ai livelli di GLaDOS, risulterà divertente con la sua voce robotica.

Corpse Of Discovery Recensione

Tutto questo prende l’aspetto di una routine surreale, che ci immerge in un’angoscia kafkiana in cui la nostra situazione drammatica e senza speranza viene come “normalizzata” dal suo ripetersi e dall’unica presenza di A.V.A. In questo, il gioco sembra proporre una riflessione sul tema del rendersi totalmente disponibili all’autorità e al suo discutibile senso morale, nonché all’equilibrio tra l’ambizione e il dovere, e la famiglia.

Peccato che tutto sia lasciato troppo accennato e velato, e andando avanti il gioco sembra voler strafare buttando in mezzo questioni ipotetiche più profonde, fino a temi che toccano la scelta e la religione. Verso la fine dell’avventura il titolo perde qualsiasi filo e diventa la parodia di sé stesso. Il che potrà o divertirvi o farvi sentire presi in giro. La sensazione è che gli sviluppatori stessi non hanno saputo più dove andare a parare e l’abbiano “buttata in caciara”.

Corpse Of Discovery Recensione

Rana spaziale

Il sistema di gioco è molto semplice. Per ogni missione dovremo raggiungere dei luoghi nell’ambiente di gioco, che sarà diverso ogni volta. Ogni giorno, infatti, Tellurus cambierà radicalmente aspetto, senza apparente motivo. Si passerà dalla classica landa desolata, a un ambiente dalla rigogliosa flora e fauna, a un setting apocalittico di rocce e fiumi di lava. Nonostante i compiti siano sulla carta diversi, l’essenza è sempre la stessa: trovare il modo di raggiungere dei punti indicati sulla mappa. Per farlo avremo a disposizione un doppio salto e un jetpack autoricaricabile ma dalla spinta limitata. In alcune versioni di Tellurus saremo inoltre esposti alle radiazioni solari, quindi dovremo cercare di sostare all’ombra di qualcosa finché la nostra tuta spaziale non avrà ripristinato il suo livello di sopportazione.
Ovviamente più si andrà avanti e più gli obiettivi saranno difficili da raggiungere, obbligandoci a utilizzare al meglio i salti con il nostro jetpack. Essenzialmente quindi siamo di fronte a un’avventura platform tridimensionale.

Il problema, se non la disarmante semplicità delle dinamiche, è che il tutto è stato realizzato in modo pessimo. Soprattutto i controlli, che dovrebbero essere tutto in un gioco del genere, sono imprecisi e danno diversi problemi. Le collisioni sono praticamente non pervenute, visto che ci basterà camminare per superare qualsiasi ostacolo piccolo o medio come se non esistesse; il gioco non è troppo chiaro neanche su quali strutture sono praticabili e quali sono semplici abbellimenti grafici. Persino la spinta del jetpack non sembra costante e quindi poco affidabile. I punti da raggiungere non impegneranno molto la nostra materia grigia, lasciando la difficoltà quasi unicamente al riuscire a maneggiare i salti e il jetpack. Anche le strane ombre che dovremo evitare aleggiano in giro in modo molto poco ragionato, lasciandoci tutti i modi per evitarle senza troppi problemi.

Corpse Of Discovery Recensione

Escape from the Planet of Lags

Dal punto di vista tecnico Corpse of Discovery lascia molto a desiderare. Gli ambienti di Tellurus sono creati in modo procedurale (anche se non randomizzati), ma con una qualità discutibile che spesso ci mostrerà la creazione proprio davanti ai nostri occhi mentre ce ne corriamo in giro. Anche su un sistema abbondantemente performante, il titolo dà problemi di questo tipo abbastanza spesso, per non parlare dei rallentamenti, lag, texture e aliasing infimi, animazioni decisamente poco curate e occasionali crash.

Per fortuna la bassa qualità tecnica del titolo viene bilanciata da un’espressione stilistica sicuramente interessante. Ognuna delle versioni di Tellurus è come se fosse un mondo completamente diverso, con la sua morfologia e atmosfera. Ognuna delle combinazioni paesaggistiche è unica e affascinante, con un buon uso di diversi filtri visivi che sembrano ispirati abbastanza palesemente a quanto visto in No Man’s Sky, ma ovviamente senza la sua superiore bellezza. Peccato solo che il senso di meraviglia nel guardarsi attorno duri veramente poco, il tempo di mettersi all’opera e notare gli evidenti fenomeni di pop-up di poligoni e frame rate mal ottimizzato.

Il comparto sonoro è volutamente minimale, lasciandoci per lo più da soli con il claustrofobico rumore del nostro stesso respiro nel casco della tuta spaziale, attorniati da pochi rumori ambientali e l’occasionale voce di A.V.A. Occasionalmente assistiamo a brani al pianoforte piacevoli, ma tutt’altro che indimenticabili.

Corpse Of Discovery Recensione

5
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento