Diablo II: Lord of Destruction – Recensione Diablo II: Lord of Destruction

Just Like The Old Times

Sono da poco passati dieci anni da quando Diablo II: Lord of Destruction è stato commercializzato. Si tratta di una espansione del gioco principale, il quale era riuscito laddove molti sequel falliscono, cioè mantenere intatta la qualità di un brand ben realizzato, creando una nuova base di appassionati. E’ possibile che, a dieci anni di distanza, un titolo sappia ancora attrarre come pochi altri? E’ possibile che riesca ad essere ancora il migliore nel suo campo? Soprattutto come quello degli Hack’n’Slash, su cui nomi del calibro di Baldur’s Gate hanno messo piede?


In principio

Diablo II cominciava esattamente dopo la fine del primo capitolo: l’eroe di turno aveva sconfitto Diablo, ma non aveva altro modo di eliminarlo per sempre se non quello di cercare di contenerlo nel proprio corpo, assumendosi questo onere. L’anima del demone era tuttavia risultata troppo forte per l’avventuriero, e lo aveva posseduto, trasformandolo nell’ "Oscuro Viandante": la prigione di carne che Diablo poteva controllare faticosamente, avrebbe richiesto tempo e pratica per imparare ad usare i propri poteri attraverso di essa. Assunto quindi il controllo del nuovo corpo, il demone incomincia un lungo viaggio alla ricerca dei suoi fratelli, Mephisto e Baal, nel tentativo di liberarli dalle loro prigioni e, con il loro aiuto, di conquistare le terre libere. Diablo II si concludeva proprio con la sconfitta del demone in questione, nei Regni Infernali. Tuttavia, dei tre fratelli uno era ancora in vita: Baal era riuscito a raggiungere il Monte Arreat, ove riposa la Pietra del Mondo, nel tentativo di corromperla. Ed è da qui che comincia l’avventura proposta da questa espansione, ma solo per chi è in possesso di un salvataggio effettuato dopo la caduta del demone. Diversamente, i nuovi arrivati dovranno partire dagli inizi, avendo a disposizione, grazie ai contenuti aggiuntivi offerti, due nuovi personaggi selezionabili: a fianco dei classici barbaro, incantatrice, negromante, paladino e amazzone, troveranno posto anche un druido e una assassina.


Le Basi

Il gameplay di Diablo II è quanto di più semplice si possa immaginare: il tasto sinistro del mouse è adibito al movimento del personaggio e all’attacco delle creature demoniache che ci si scaglieranno contro, mentre il tasto destro permette di utilizzare l’abilità correntemente selezionata; riguardo a quest’ultima, il gioco mette a disposizione di ogni personaggio molte skills, suddivise in tre rami dai nomi diversi a seconda della classe scelta e proponendo una sufficiente differenziazione tra tutte quelle presenti.
Per selezionare velocemente un potere particolare bisognerà ricorrere ad un metodo piuttosto antiquato per coloro che sono abituati all’apparizione di menù ricchi di scelta con una singola pressione: sarà infatti necessario assegnare ai propri poteri un numero dalla tastiera e, all’occorrenza, premere il tasto corrispondente per selezionare l’abilità interessata, e il tasto destro per selezionare l’area di cast. Se sulle prime tale sistema può sembrare scomodo, specie nelle frequenti fasi più che concitate di combattimento con avversari multipli, vi assicuriamo però che si tratta solamente di una questione di tempo prima di riuscire a raccapezzarsi con l’ottimo combat system creato dagli sviluppatori. Se fin qui il gameplay potrebbe sembrare un po’ troppo semplicistico, è l’ingresso in scena della componente RPG a rendere questo Diablo, a dieci anni dall’uscita, ancora in grado di competere con gli ultimi arrivi del genere: il nostro eroe livellerà con il continuo apprendimento di esperienza, riceverà pezzi d’equipaggiamento, anche rari visto che il drop dei nemici è random, e al giocatore sarà chiesto di utilizzare al meglio tali strumenti per far fronte alla crescente forza degli avversari, i quali si suddividono in molte tipologie diverse, tutte ben caratterizzate, e tra le loro fila trovano spazio boss giganteschi e molto ben realizzati.
Ciò che sorprende, è la naturalezza con cui un sistema del genere riesce ad integrarsi con un gameplay confusionario di natura come quello degli Hack’n’Slash. A conti fatti, se si deve trovare un difetto a livello di gioco nella produzione Blizzard, questo è proprio lo stile del genere: la ripetitività di una azione che, per quanto incalzante ed esaltante, potrebbe stancare in poco tempo i meno pazienti.


Tech Point: Perfect!

Il lavoro svolto in campo grafico permette ancora di godere di buoni effetti per quanto riguarda incantesimi, esplosioni di nemici (vedere per credere, sembra un film di Tarantino) e conflagrazioni ben più canoniche di oggetti appositamente sfruttabili. Si nota con piacere che, nonostante l’età (dieci anni in campo videoludico sono davvero un’eternità), Diablo II riesce comunque a regalare una buona visione d’insieme: scenari e nemici dettagliati, particolari in rilievo su armature ed armi e, soprattutto, una palette di colori che riesce a ricreare un’atmosfera particolare, indescrivibile, tipica di questa serie e ancora oggi ineguagliata per capacità d’immersione.



Assolo

Le musiche, tutte strumentali, che ci accompagnano nella nostra epopea alla ricerca dei Signori del Male, sono semplicemente sublimi: esse non solo contribuiscono in maniera determinante ad incrementare la sopracitata immersione nel mondo di gioco, ma sono, obiettivamente, di grandissima qualità. Ottimo anche il doppiaggio in italiano, con una traduzione quanto più possibile fedele all’originale e priva di evidenti sbavature.

A Long Way Home

L’avventura proposta da Diablo II prevede una durata media di una decina d’ore: i territori da esplorare sono vasti e ben diversificati, la trama appassionante e mai scontata, i personaggi utilizzabili diversi e molto ben caratterizzati a livello di abilità e statistiche. Influisce anche qui il già citato problema della ripetitività, un classico del genere che potrebbe scoraggiare i meno arditi, ma che viene facilmente soppresso dall’entusiasmante modalità multigiocatore. 

Co-op Is The Key

La modalità multiplayer di Diablo II è accessibile tramite Battle.net, il portale online di Blizzard, e consente, a conti fatti, di sbloccare il vero potenziale del gioco: una volta trovatisi nel cuore di una tomba, circondati dai propri compagni di gruppo e da incantesimi di ogni genere che fanno cadere orde di creature demoniache intente a cercare d’ingerirci, si realizza che Diablo è fatto apposta per l’online, che il suo stesso gameplay, le sue stesse basi, incoraggiano a cooperare con altri avventurieri, ognuno con le proprie peculiarità, per progredire e diventare sempre più forti. Si realizza che, a dieci anni dalla pubblicazione, il titolo può ancora contare su di una community davvero incredibile, pronta ad aiutarsi, amichevole e irriducibile: ci sarà sempre una partita per i giocatori di primo livello, così come ce ne sarà sempre una per quello di livello 10, 20, 30 o 40. Dove però questo comparto fallisce e imbarca acqua, è nel PVP: esso è confusionario, mal implementato nelle meccaniche di gioco, troppo caotico e favorevole a classi dotate di attacchi sulla distanza o ad effetto area. Un neo tuttavia trascurabile, visto che l’anima del multigiocatore risiede nella cooperazione. 


In Conclusione

Tirando le fila, questo Diablo II: Lord of Destruction, è un’ottima espansione di un gioco già di per sè incredibile. Oggi come dieci anni fa riesce a regalare ore ed ore di sano divertimento in compagnia di amici e giocatori sconosciuti, o altrettanto tempo dedicato però alla profondità di una storia ben intessuta e raccontata, intrigante e mai scontata. Riesce a portare il giocatore in un mondo estraneo al nostro, a immergerlo con dolcezza in atmosfere oscure e opprimenti, e a trascinarlo in una spirale senza fine di emozioni evidentemente dedicate a chi ama i videogames. I nuovi arrivati potrebbero lamentarsi a proposito di una difficoltà al di sopra della media o una certa scomodità nell’utilizzo dei vari incantesimi, ma Diablo è così: è il padre degli Hack’n’Slash, solo realizzato con maggior cura di prodotti ben più recenti e senz’anima. Ad oggi è possibile rimediarlo praticamente a costo zero: consigliamo di non lasciarsi sfuggire quest’occasione, e di recuperare il tempo perduto su uno dei più bei giochi di ruolo d’azione della storia dell’intrattenimento che tutti amiamo.

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