Fairytale Fights – Recensione Fairytale Fights

C’era una volta tanto tempo fa, in un reame lontano lontano. Le fiabe cominciano così, con un tempo misterioso e sconosciuto nel quale, come per incanto, prendono vita castelli medievali, draghi sputafuoco e bambini coraggiosi. L’ambientazione, naturalmente, è sempre un reame lontanissimo e imperniato di magia e stregoneria. Senza mistero le fiabe non potrebbero esistere. E anche senza paura, assodato che streghe foruncolose, giganti spolpa-bambini, lupi affamati e orsi iracondi sono parte fondamentale di ogni fiaba che si rispetti. Perché è solo tramite il terrore che i bambini possono imparare, capire, scoprire.

Anche i videogiochi hanno attinto a piene mani dal mondo delle fiabe, e lo hanno sempre fatto in maniera originale e spigliatamente folle. Si parte da storie senza dubbio fiabesche, come quel piccolo capolavoro dark chiamato MediEvil, sino a vere e proprie rivisitazioni di storie classiche, tra tutte American McGee’s Alice, versione horror e assolutamente macabra del famosissimo racconto di Lewis Carrol (che sta per risbarcare al cinema per mano di Tim Burton). Anche il gioco del quale ci occuperemo in questa sede attinge a piene mani dal mondo delle fiabe, miscelandole in un calderone fuori dagli schemi e colorosamente macabro: Fairytale Fights. Il gioco in questione, sviluppato da Playlogic e distribuito da Koch Media, si prospetta come un dissacrante massacro fiabesco. Per osservare direttamente cosa attenderci dal titolo, non ci resta che aprire il libro delle favole ed immergerci nella narrazione.

Cappuccetto rosso… sangue!

Appena inserito il disco di gioco nella nostra console verremo catapultati, abbastanza caoticamente, nel sin troppo colorato villaggio di Taleville. Questa è la dimora di tutti i più famosi e conosciuti personaggi delle fiabe. Il villaggio si dimostra un metalivello vero e proprio, nel quale potremo scegliere la prossima missione da svolgere, le opzioni di gioco da modificare, le modalità e, sopratutto, quale personaggio utilizzare. I nostri eroi, infatti, saranno quattro sin da subito: Cappuccetto rosso, Biancaneve, l’Imperatore nudo e Jack Pianta-di-fagioli saranno le nostre protesi virtuali che ci permetteranno di interagire con l’universo malato di Fairytale Fights.

Sin da subito, comunque, si nota una cura altalenante in tutti i comparti, senza contare la caotica gestione di qualsivoglia elemento di gioco. Dai menù di gioco, arrivando ai libri fucsia che ci permetteranno di smanettare con una serie limitatissima di opzioni, tutto è stato creato per lasciare il giocatore nel caos più totale. Passeranno lunghi minuti prima di capire il da farsi, riuscire ad arrivare alla prima, noiosa, missione di gioco e tirare qualche colpo all’aria. Proprio la gestione delle meccaniche della lotta lascia un po’ a desiderare. Nonostante quanto asserito dagli stessi sviluppatori, tutto il sistema si rivela un button mashing dei più sfrenati. In pratica, muovendo a casaccio la levetta analogica destra, il nostro personaggio inizierà a menare a più non posso. Quando i nemici su schermo si faranno sempre più numerosi, ecco che non vi sarà strategia che tenga, l’unica regola per uscirne vivi sarà quella di muovere a casaccio la levetta e farsi largo tra gli avversari.

Parlando dell’equipaggiamento, il gioco può vantare una serie di armi davvero ragguardevole che, purtroppo, non modifica quasi per niente l’approccio al gameplay. L’arsenale sarà suddiviso in più categorie, ossia armi taglienti, contundenti, da tiro e magiche. Nonostante sia possibile raccogliere quasi qualsiasi tipo di arma che troveremo per i livelli, potremo tenerne in mano solamente una alla volta. Per cambiarla non dovremo fare altro che lanciare quella attualmente posseduta e cercarne una nuova. Stessa tecnica richiedono le armi da tiro (come fucili e balestre) e le armi magiche, suddivise in bacchette e pozioni (le ultime da lanciare o da bere). L’unica nota positiva di cotante armi sarà la loro foggia malsana e stramba. Potremo infatti impugnare carote, cacciaviti, rami secchi, oche e quant’altro. Peccato che le meccaniche rimarranno sempre le stesse.


Che avete da guardare? Sono una brava bambina io!

Il resto del gameplay punta quasi tutto su una concezione dei livelli estremamente lineare e semplicistica, dove si alterneranno fasi di pura lotta con altre di platforming, intervallate qua e la da alcuni enigmi semplicissimi ai limiti dell’ingenuità. Nemmeno gli avversari si riveleranno davvero ostici, non solo perché si ripeteranno praticamente sempre uguali, o perché ogni nostra morte si risolverà in una rinascita previa spesa di qualche moneta trovata nel livello, ma anche perché mancheranno di qualsiasi profondità ed intelligenza. La loro IA, infatti, sarà praticamente inesistente, il che li costringerà a gettarsi contro di noi in maniera stupidamente inutile. Discorso a parte, invece, va fatto per gli orribili boss di fine quadro. Ognuno di essi richiederà una particolare strategia per essere battuti, che capiremo sin da subito e che si rivelerà semplicissima sia per concezione sia per esecuzione. L’unica emozione che tali incontri saranno in grado di evocare sarà la noia.

Il gioco delude maggiormente quando scenderemo in campo coadiuvati da un amico e compagno di avventure. In questo caso, infatti, l’azione di gioco viene resa ancor più caotica da due esserini minuscoli (i nostri due protagonisti) che scalciano e sbudellano avversari senza una vera cognizione di causa. A tutto ciò, purtroppo, si aggiunge anche il fuoco amico, ben più pericoloso degli attacchi avversari. Ma le cadute di stile non finiscono qui, poiché sia la telecamera sia le animazioni degli smembramenti particolarmente violenti (apparirà una finestra sullo schermo che ci mostrerà la scena da un punto di vista più ravvicinato) renderanno impossibile capire gli eventi. Un disastro dunque.

Colori vividi, sangue a fiumi

Se le bruttezze del gameplay non possono assolutamente passare in secondo piano, ecco che anche il comparto grafico ci mette del suo. L’utilizzo dell’Unreal Ungine 3, sbandierato ai quattro venti sin dall’uscita del titolo, non riesce in alcun modo a donare profondità e bellezza ad uno stile orribile a vedersi e praticamente privo di carisma. Tutti gli abitanti delle fiabe, infatti, e l’ambiente che li circonda, saranno sin troppo colorati, tondeggianti e privi di qualsiasi elemento accattivante. Nemmeno la tecnica riesce a risollevare le sorti di un lavoro di bassissimo livello nella sua totalità. Infatti, texture piatte e monocromatiche e modelli poligonali fatti con la fotocopiatrice, non faranno che snervare gli occhi del giocatore. E le chilometriche scie di sangue tanto elogiate dagli sviluppatori diventano l’ennesimo elemento che renderà l’azione di gioco, se possibile, ancor più caotica.

Un tantinello gradevole il comparto sonoro, purtroppo presente in pochissime tracce, in linea di massima incapaci di sottolineare egregiamente i momenti di gioco. Anonimi gli effetti sonori, che paiono quasi campionature di altre campionature.


Taleville in tutta la sua colorata bruttezza

In conclusione

Arrivando alla conclusione, e dovendo dare un giudizio definitivo, non resta che affermare una sola, semplice verità: Fairytale Fights si rivela un gioco deludente e pessimo, sviluppato in maniera discutibile seguendo idee scadenti sin dal principio. Il gioco è sconsigliato praticamente a chiunque. Prendetelo solo se avete una sessantina di euro da gettare e siete molto, ma molto masochisti.

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