.hack//Mutation Part 2 – Recensione .hack//Mutation Part 2

Come promesso, a soli tre mesi dall’uscita di INFECTION, la Bandai ha immesso sul mercato il secondo capitolo della saga di .hack, sviluppata dalla Cyber Connect. A livello di trama (ma anche di gameplay, come vedremo) i giochi sono assolutamente propedeutici, quindi chiunque pensasse di affrontare questo titolo senza aver prima terminato INFECTION ci ripensi. In questa recensione ci saranno molti riferimenti al precedente capitolo; dunque, per coloro che non ci hanno ancora giocato il consiglio è di leggerne almeno la recensione, che potrete trovare qui: .hack//INFECTION.

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La storia di MUTATION inizia esattamente da dove finiva il capitolo precedente. Lo sconvolgimento che ha preso piede in The World continua inarrestabile, e questo dà luogo a vari problemi anche nel mondo reale, profondamente dipendente dalla tecnologia. Si manifestano inoltre ulteriori casi come quello di Yasuhiko.
Il viaggio di Kite e i suoi compagni è solamente all’inizio, e molto ancora c’è da scoprire per venire a capo della cospirazione che circonda The World.

In questo titolo avremo finalmente alcune risposte a domande sollevate durante il primo episodio; la trama sembra prendere una strada più precisa e meno vaga e dispersiva. Eppure, insieme alle rivelazioni di questo capitolo arrivano altri e più intriganti misteri ad affacciarsi sulla scena, soprattutto verso la fine del gioco.
In effetti, è palese l’intenzione degli sviluppatori di voler incuriosire il giocatore nelle fasi finali dell’avventura per “obbligarlo” a comprare e giocare anche il capitolo seguente, ma del resto questa è una formula comune e legittima per le saghe divise in vari episodi.
Si può dire che i colpi di scena e i misteri irrisolti compiono bene il loro dovere nel costruire una trama avvincente.



Finalmente dalla trama scopriremo particolari interessanti

Mutation…?

Se doveste per qualche strana ragione essere giocatori che entrano nella saga solo da questo capitolo, sappiate che il videogame non vi “tratterà” con molto riguardo: non ci sarà un secondo tutorial a spiegarvi le dinamiche di gioco; non solo, ma inizierete la partita con un party con un livello medio ed equipaggiamento e abilità mediocri.
Se invece siete, come dovrebbe essere ovvio, reduci dal primo capitolo, potrete caricare i vostri dati dal salvataggio di INFECTION mantenendo così praticamente tutto: il livello dei vostri personaggi; il loro equipaggiamento; gli oggetti; le keywords; i premi del Ryu Book; i personaggi segreti e persino i Grunty allevati.
Quale ragione migliore per ottenere il massimo dalla partita al prequel?
Le dinamiche di gioco sono rimaste del tutto identiche, con i loro pregi e difetti.
Ancora una volta dovremo farci strada attraverso dungeon generati in modo random. I combattimenti funzioneranno allo stesso modo, senza rilevanti differenze.
Le uniche vere aggiunte a questo titolo sono i nuovi luoghi da visitare (che presenteranno anche ambientazioni inedite); il minigioco "Grunty Racing"; l’introduzione di altri cinque personaggi, nonché di nuovi equipaggiamenti, oggetti e tecniche.
Per il resto il gioco rimane invariato.

Sarà che la saga di .hack è concepita come un unico viaggio attraverso quattro videogame, e pertanto il titolo di base dovrebbe rimanere sempre lo stesso; sarà che nel ruolo di MMORPG in un RPG i capitoli sono concepiti come “espansioni”; o sarà, più probabilmente, che visto che i videogiochi usciranno a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, gli sviluppatori non avranno avuto tempo per rimetterci sopra le mani… Tuttavia, è assolutamente deludente che dal primo capitolo non si siano fatti passi avanti, soprattutto considerando le gravi pecche presenti.
Non solo la giocabilità non viene migliorata, ma non viene nemmeno implementata a livello di varietà (escludendo le poche aggiunte presenti).
Sarebbe stato meglio seguire il percorso naturale di una saga multi-capitolo: lavorare a ogni gioco singolarmente con la dovuta attenzione, osservando soprattutto l’impatto del primo sui giocatori e tentando di rimediare ai difetti. Sicuramente il pubblico avrebbe volentieri aspettato un anno intero pur di avere tra le mani un titolo con una giocabilità migliorata rispetto a quella del predecessore.



Ancora una volta potremo influenzare il contenuto dei dungeon con le Keywords

Same old World

L’aspetto grafico segue lo stesso principio del gameplay, ovverosia: nessun cambiamento. La qualità visiva è esattamente la stessa di quella di INFECTION.
Anche in questo caso è vero che siamo di fronte a un gigantesco gioco diviso in quattro, ma non sarebbe stato male cercare di migliorare in base all’esperienza del primo capitolo, soprattutto se consideriamo che la grafica di INFECTION di certo non raggiunge i limiti che la PS2 può offrire. Insomma, un comparto visivo che senz’altro poteva essere migliorato; ma anche questa volta il motivo della scelta va ricercato nella decisione di far uscire un nuovo episodio a poco tempo dal precedente, non lasciando dunque tempo per una rivisitazione grafica.
Ancora una volta il character designino di Yoshiyuki Sadamoto ci regala un ottimo lavoro, che viene valorizzato soprattutto durante le scene non interattive.

Anche per il reparto sonoro non sono stati fatti considerevoli passi avanti. I brani sono per la gran parte gli stessi, e per i pochi nuovi la qualità si attesta pressappoco a livello della precedente, che tutto sommato è discreta, senza offrire nulla di eclatante.



La formula di gioco non presenta novità, e sarete sicuramente a vostro agio

Conclusione

E’ un peccato constatare come a una serie estremamente promettente come quella di .hack non sembra sia dedicata la giusta cura. Nella loro scelta di far uscire i capitoli a breve distanza l’uno dall’altro, gli sviluppatori si sono auto-preclusi la possibilità di accomodare i notevoli difetti presenti nel primo episodio. E’ senz’altro una scelta coraggiosa quella di regalare ai giocatori una saga priva di interruzioni esorbitanti (come accade per altre serie), ma diventa del tutto discutibile se per questa ragione si sacrifica la qualità.
In conclusione, ci troviamo di fronte un videogioco in tutto e per tutto simile al precedente, con pochissime aggiunte. Anche questo capitolo vi terrà occupati per circa una ventina di ore, e ancora una volta sarà possibile affrontare varie sub-quest, utili soprattutto per potenziare al massimo il vostro party in vista del prossimo capitolo.

Se siete giocatori occasionali, la trama di un videogame non vi interessa e non sopportate la formula già vista nel prequel, allora potete prendere in seria considerazione l’idea di terminare qui la vostra avventura in questa saga. Se siete invece intrigati dalla storia di .hack e non avete troppe pretese, acquistate pure questo MUTATION, che potrà comunque offrirvi una buona esperienza di gioco.

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