Half-Minute Hero – Recensione Half-Minute Hero

Half-Minute Hero è l’ultima fatica della software house Marvelous Entertainment ad uscire su PSP. La stessa casa produttrice è conosciuta principalmente per la serie Harvest Moon, nonché per essere un distributore con varie sedi in tutto il globo. Proprio grazie ad una di queste sue sedi estere, ossia Rising Star Games, potremo godere anche noi del gioco, che uscirà nel febbraio del 2010. Il titolo è considerabile un particolare esperimento che mescola assieme più sottogeneri, riunendoli sotto il grande tetto degli RPG, legandoli infine in maniera indissolubile ad un limite temporale che, come si può dedurre dal titolo, è di 30 secondi. Il sistema funziona oppure è venuto fuori solo un grande pasticcio? Andiamo a scoprirlo insieme.

Quattro piccole storie, per un’unica, grande avventura

Il gioco prende il più scontato dei cliché come motivo per spedirci allo sbaraglio: Il solito personaggio malvagio vuole distruggere il mondo, e sta a noi fermarlo. La particolarità del gioco è che affronteremo quattro storie minori che vanno a concatenarsi ad un unico grande filone. Ci ritroveremo quindi al comando di Hero (che starà a noi nominare come ci piace), Princess, Evil Lord, Kinght e Sage. Seguendo un ordine cronologico che avanza a balzi di secoli, ci ritroveremo a vivere le loro classiche, seppur bizzarre avventure; andiamo quindi ad analizzarle brevemente una per una.

Impersonando Hero, ci ritroveremo a fermare in ordine successivo diverse malvagie creature, tutte intente a lanciare il malefico incantesimo distruttore in moltissimi stage, ovviamente seguendo le tracce del principale responsabile, fino a raggiungerlo e sconfiggerlo. Passando a Evil Lord, dovremo aiutarlo nel trovare un rimedio alla maledizione che affligge la sua amata, Millennia. Continueremo poi con Princess, intenta a trovare un rimedio per guarire suo padre, afflitto da una misteriosa malattia. La quarta delle trame invece ci metterà alla guida di Knight e Sage, coinvolti in una ricerca collegata alla prima storia. Completando tutte e quattro le modalità si potrà infine accedere alla modalità conclusiva, dove tutto verrà collegato e si procederà alla battaglia finale. Pur trattandosi di una storia abbastanza classica e scontata, si segue con piacere, complici anche le numerose gag e discorsi buffi che i personaggi faranno durante i dialoghi.

 

 
Cinque piccoli uomini, quattro modalità di gioco

Ogni personaggio durante la sua storyline sfrutta un diverso gameplay. Andando sempre in ordine cronologico, in Hero 30 avremo un gameplay come quello degli RPG, che seppur rapido e adrenalinico è completo in tutto e per tutto: troveremo equipaggiamenti, side quest, la necessità di salire di livello ed ovviamente il battle system. Questo è piuttosto simile ad una versione semplificata ed automatica del Linear Motion Battle System presente nei vari Tales of. In Evil Lord 30 ci ritroveremo invece al comando di un piccolo esercito di creature magiche in un vero e proprio RTS, con un sistema di debolezze che segue l’ormai classico schema “carta-sasso-forbice”. Princess 30 è un vero e proprio shoot’em up di quelli classici, con tanto di power up, punteggi e ostici boss di tanto in tanto. Infine, Knight 30 si presenta come un “Survival Game”.

Lo scopo dei vari stage sarà difendere la nostra compagna di viaggio, da orde di nemici per 30 secondi, dandole il tempo di lanciare un incantesimo che le permetterà di annientare tutti i nemici in un colpo solo servendoci di tutto ciò che troveremo attorno a noi e mediante l’uso di trappole che potremo costruire e potenziare. Ovviamente, 30 secondi non sono sempre sufficienti ed ecco quindi venirci in aiuto la Dea del Tempo, che grazie ai suoi poteri e alla nostra “generosità” nell’offrirle del denaro per i suoi servigi si occuperà di ripristinare il tempo trascorso, permettendoci quindi di riuscire a superare gli stage più lunghi senza troppe difficoltà.

Andando a osservare il funzionamento e la comodità dei comandi, in nessuna delle categorie sono riscontrabili problemi di sorta. I comandi sono impostati in maniera semplice ed intuitiva, favorendo quindi un’immersione rapida nel gioco. Tutte e quattro le tipologie di gioco funzionano bene, ma analizzandole con attenzione, si nota l’estrema facilità degli stage e la monotonia che potrebbe sorgere a lungo andare.

Quella grafica 8 bit che si ama o si odia

Com’è intuibile dalla trama e dal gameplay, seppur particolari, il gioco è un vero e proprio tributo al passato. Ed ovviamente i ragazzi Marvelous hanno optato per una grafica adatta: tutto il mondo è proposto in uno stile volutamente arretrato e nostalgico, con sprite che sembrano usciti veramente da console 8 bit, che risaltano ancora di più quando durante i dialoghi i rispettivi sprite vengono messi in primo piano, al punto da occupare una buona fetta dello schermo e mettere in bella vista i “quadrettoni” di cui sono composti. Tuttavia, nonostante i modelli e le ambientazioni siano rese in questo stile antico, non si può dire lo stesso dei colori, brillanti e appartenenti ad una scala cromatica ben più aggiornata. Anche gli effetti grafici sono adeguati a questo stile, risultando quindi arretrati, ma capaci di strappare un sorriso ai giocatori di vecchia data. Il difetto principale della grafica è appunto questo. In un mondo videoludico dove ormai è la grafica 3D a farla da padrone, questo stile non è apprezzabile da tutti, specialmente dai giocatori più moderni o più esigenti, totalmente abituati ad altri standard ben più elevati.

 

 

 

 

Una OST totalmente in contrasto con la grafica

Partiamo subito fugando i dubbi riguardanti la colonna sonora del gioco. È di pregevole fattura, con brani sempre azzeccati e caratterizzati, nonché di qualità veramente elevata. Tuttavia, per restare in tema 8 bit, gli sviluppatori hanno appunto lasciato effetti sonori arretrati, a partire dal “brusio” che accompagna i messaggi, agli effetti sonori delle battaglie, come i colpi di spada dell’Eroe. Questo crea quindi un effetto strano, cozza con tutto il resto del gioco, che a volte può portare a domandarsi il perché di una scelta stilistica così contraddittoria. Tuttavia, si noterà a prescindere l’enorme cura posta nella realizzazione del comparto sonoro del gioco, perché l’impressione finale è positiva, escludendo quest’aspetto.

Ben più di semplici 30 secondi

Non lasciatevi trarre in inganno dal titolo del gioco. Per la tipologia di gioco e il suo particolare concept, la longevità del gioco è piuttosto soddisfacente. Ognuna delle 4 modalità principali propone ben 30 stage, che, in particolar modo alla prima partita, possono richiedere più di un tentativo per essere completati. In particolar modo, Hero 30 offre inoltre differenti percorsi in base ai risultati di determinati stage, aumentando quindi ulteriormente la longevità. Completare le 4 modalità principali più le ulteriori due modalità sbloccate in seguito porterà via dalle 10 alle 15 ore complessive, se poi si è particolarmente smaliziati, si può giocare ulteriormente, cercando di battere i propri record e ottenere valutazioni migliori per ogni stage. Quindi, per concludere l’analisi di questo punto, a prescindere dalla particolarità del gioco in sé, una longevità soddisfacente anche se consideriamo il gioco basandoci sul fatto di essere sviluppato per una console portatile.

 

 

 

 

Salvate il mondo 30 secondi per volta, non ve ne pentirete

Tirando le somme, ci troviamo davanti ad un prodotto interessante, particolare e che può regalare molte soddisfazioni, soprattutto a livello di gameplay. Tuttavia, vista la sua particolarità, in particolar modo a livello grafico, potrebbe non piacere a tutti, complici anche alcune scelte di sviluppo che hanno portato ad avere un gioco un po’ troppo facile, con il comparto tecnico che cozza tra i suoi stessi elementi. È consigliato provare la demo prima di procedere all’acquisto definitivo.

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