Harry Potter and the Half-Blood Prince – Recensione Harry Potter e il Principe Mezzosangue
Un saga lunga una vita… scolastica
Chi non conosce Harry Potter? Ben poche persone sono ignare della sua esistenza. Il fenomeno del maghetto inglese è scoppiato in una passione mondiale, accendendo i cuori dei fan e ingrossando le tasche della sua inventrice, J.K Rowling che è divenuta una delle donne più ricche d’Inghilterra. Il fenomeno Harry Potter non è solo di natura commerciale, bensì anche culturale. In sette libri viene narrata una storia di magia, avventura e crescita in maniera mai banale e sempre avvincente. Lungi da noi soffermarci sul fenomeno letterario, è ora di fare un piccolo salto comunicativo e passare al supporto digitale, con i videogame di Harry Potter.
Dal punto di vista ludico, i giochi del mago non hanno mai brillato più di tanto, rimanendo a cavallo della linea che separa le scemenze dai buoni titoli. Si sa che in questo tipo di produzioni son sempre contate più le rendite che non la qualità, e dunque ecco che la Warner Bross si appresta a far uscire, in concomitanza con il film, il sesto titolo ispirato alle avventure di Hogwarts. Noi ci soffermeremo sulla versione DS del prodotto, per osservare da vicino se, per questa volta, la legge del "prodotto commerciale" verrà superata e resa obsoleta.
Notti buie ad Hogwarts
Seguendo le orme del sesto libro della saga, HP e il Principe Mezzosangue si tinge di atmosfere ancor più scure rispetto ai precedenti due capitoli. Dopo la morte di Sirius, Harry è cresciuto, così come i suoi amici, e si appresta a tornare nel mondo magico perchè Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sta tornando, Lord Voldemort. Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria, saluta l’arrivo di un nuovo professore, Horace Lumacorno, mentre nello sfondo si intrecciano le vicende di uno sfuggente Draco Malfoy, di un misterioso Principe Mezzosangue e del passato oscuro di Voldemort, in un crescendo che porterà a un epilogo drammatico e inaspettato. Tutto questo, almeno, nel libro.
Nel gioco, pur seguendo la trama sopra esposta, non esiste un filo logico coerente. Verremo sballottati tra gli eventi in maniera disorganica, passando da un punto all’altro del plot narrativo senza che ci vengano fornite spiegazioni di sorta. Per fare un esempio pratico: il gioco inizia presentando il dialogo tra Bellatrix e Severus Piton, senza soffermarsi sul luogo o sul perchè essi siano lì. Un approccio abbastanza caotico che rende impossibile, a chi non conosce la trama, capire il succedersi degli eventi, e a chi la conosce, di godersela una seconda volta. I noiosi dialoghi, inoltre, non aiutano. In pratica, la ricetta per rovinare un lavoro già confezionato.
Incantesimi poco incantevoli
Se siete tra quelli che pensano che un lavoro del genere,debba essere quantomeno giocabile, ebbene, avete toppato in pieno. Capiremo sin da subito, infatti, che troveremo ben poca soddisfazione nell’impelagarci in un’avventura come questa. Il titolo pare un’accozzaglia di mini-game incastrati tra loro alla bene e meglio. La prima cosa che impararemo, difatti, sarà giocare a Quidditch, una versione del famoso gioco sui manici di scopa che, in questo contesto, perde totalmente il suo fascino. Vedremo i giocatori come piccole macchie scure, volare in maniera disorganizzata per la mappa di gioco. Non capiremo nemmeno cosa stiamo facendo, cliccheremo sullo schermo forsennatamente in balia di un gioco insulso, tentando di mettere la "pluffa" in uno dei tre anelli.
Passato questo poco divertente tutorial sportivo, ecco che ci verrà spiegato il sistema per fare gli incantesimi. In pratica, usando il pennino su oggetti prefissati, ecco che scateneremo un incantamento. Ad esempio, l’incantesimo Accio sarà utilizzabile solo su alcuni oggetti, come una pila di libri, e verrà manifestata spostando il pennino da questi al nostro Harry. Inutile dire che l’operazione si dimostrerà poco piacevole sin da subito. Ma le brutte sorprese non sono finite qui.
Ci saranno altri minigiochi da utilizzare, tutti uno più noioso dell’altro. Da un noioso gioco di carte (dove bisogna trovare le coppie) ai duelli magici, il titolo rischierà di mettere a dura prova la nostra pazienza. D’altro canto, anche le quest principali, ossia quelle che dovrebbero seguire l’avventura, saranno dei riempitivi, incapaci di donare quel senso magico e fiabesco del quale Hogwarts necessita. Linearità e banalità possono concorrere a rendere anche la più grande magia una noia mortale.
Parlando dell’utilizzo dei due schermi della console DS, ecco che viene riproposto uno schema funzionale e ben testato. Lo schermo in alto mostrerà i nostri obiettivi di gioco (un elenco che apparirà sotto il nome di Ricordella) oppure una funzionale mappa simile alla "Mappa del Malandrino" presentata nei libri, che ci mostrerà la posizione dei nostri soggetti e delle persone con le quali interagire (e sono molte). Quello in basso, il touchscreen, servirà per visionare la schermata di gioco vera e propria, e ci permetterà, toccando lo schermo, di muovere Harry e di svolgere tutte le azioni consentite.
Concludendo il discorso sul gameplay, lo schema di questo HP è facilmente riducibile ad un "parla con la persona, cerca l’oggetto che vuole e vai avanti". Inutile dire che, tra side-quest inutili e giochini noiosi, ci sono una marea di elementi negativi che ci renderanno l’avventura ancor più difficile da digerire.
Castelli e magie
Graficamente parlando, ci troviamo davanti ad un lavoro piacevole e capace di ridonare un tocco di classe alla bassa qualità del gioco. In questo sesto titolo firmato HP, troveremo personaggi delineati da un riuscito cell-shading, muoversi sopra scenari fissi e pre-rendirizzati, capaci di ricreare Hogwarts in modo credibile. Peccato però che il tutto alla fine si dimostri poco invitante. Difatti, tutto resterà immobile, lasciando la libertà del movimento solo al nostro eroe. Dove sono i quadri "vivi" narrati nei libri? Gli studenti indaffarati che corrono per i corridoi? Non troverete nulla di tutto questo, ma solo una scuola immobile, in attesa di un click per dare il via ad un poco allettante dialogo o ad un mini-game dalla dubbia qualità.
Il sonoro, invece, si dimostra ben riuscito, presentando quanto sentito nella pellicola cinematografica. A dirla tutta, questo si palesa come l’elemento meglio riuscito di tutto l’armamentario.
In conclusione
Non compete a noi dare giudizi sulla sesta pellicola della saga Harry Potteriana, però, se la qualità è in un certo senso simile a quella di questo titolo per DS, siamo davvero messi male. Il titolo in questione si dimostra incapace di divertire e, cosa ancor più grave, di evocare quelle atmosfere magiche ed oscure tipiche del libro della Rowling.
Bocciato su quasi tutti i fronti e sconsigliato a tutti, appassionati e non. Compratelo solo se il vostro hobby è quello di gettare soldi.