inFAMOUS: Second Son – Infamous: Second Son

Per gli appassionati di FPS il passaggio generazionale non è certo stato difficile: titoli del calibro di Battlefield, Killzone o Call of Duty hanno saputo da subito convincere anche il videogiocatore più scettico. Diversa invece la situazione per i fan dell’action adventure: non è bastato rivivere le avventure della bella Lara Croft in alta definizione per dimenticare lo slittamento a fine maggio di un goloso multipiattaforma come Watch Dogs, e così la fame di un buon titolo in terza persona si è fatta sentire a lungo. Fortunatamente i possessori di Playstation 4 possono finalmente dar sfogo alla loro voglia di avventura con la prima vera esclusiva di questo genere: mettete in carica i vostri Dualshock, questa è la recensione di inFamous Second Son.

Sette anni dopo

Sono passati sette anni dagli eventi narati nei primi due capitoli di inFamous: non si sa che fine abbia fatto Cole – anche se è già disponibile un DLC creato per raccontarci il resto della sua storia – ma sicuramente le sue azioni hanno dato il via a qualcosa di incredibile. Dopo di lui sono stati molti i Conduit ad uscire allo scoperto: un Conduit, per chi non conoscesse l’universo videoludico degli sviluppatori di Sucker Punch Productions, è una sorta di x-man, un individuo con la capacità di manifestare poteri sovrannaturali simili a quelli di un supereroe (o di un supercriminale, ma di questo parleremo tra poco). Se Cole aveva sviluppato poteri elettrici, in inFamous Second Son scopriremo presto che i  Conduit non sono limitati a questo tipo di abilità: fumo, neon, flussi di dati informatici e persino cemento sono quanto incontreremo in questa nuova avventura.

Il protagonista indiscusso della vicenda è Delsin Rowe, giovane e scapestrato writer di provincia che, suo malgrado, scopre di essere un Conduit molto speciale, in grado di assorbire i poteri degli altri Conduit primari con i quali viene in contatto. Il giovane protagonista scopre questa sua abilità quasi per caso, quando resta improvvisamente coinvolto nell’incidente con una camionetta che scorta dei Bioterroristi – così sono chiamati i Conduit dai loro detrattori e dalle forze dell’ordine – verso un carcere di massima sicurezza. È così che agli occhi delle forze dell’ordine anti-bioterroristi, il D.U.P., e della sua carica suprema Augustine, Delsin non è altro che un comune criminale da rinchiudere. I primi minuti di gioco, oltre che a fungere da tutorial per le mosse di base di Delsin, ci mostreranno anche perché il giovane e suo fratello si recano a Seattle, città che fa da sfondo all’intera avventura: Augustine è, oltre che il capo del D.U.P., un Conduit primario con il potere del cemento, con il quale colpisce e ferisce Delsin e i suoi cari. L’unico modo per salvarli, dicono i medici, è con lo stesso potere che li ha feriti: è per questo che Delsin decide di dare la caccia ad Augustine per assorbire il suo potere e ritornare a casa a rimettere le cose a posto.

È così che, nella sua avventura a Seattle, il giovane Conduit con il potere (almeno inizialmente) del fumo inizierà la sua personale guerra al D.U.P., che nel frattempo avrà reso la città una vera e propria roccaforte con l’intento di far fronte agli attacchi degli altri bioterroristi fuggiti dall’incidente. Non diciamo altro per non rovinarvi la sorpresa, ma state certi che i personaggi che incontrerete a Seattle vi terranno attaccati allo schermo per tutta la durata dell’avventura grazie al loro carisma e all’impeccabile caratterizzazione che gli sviluppatori hanno saputo dare ad ognuno di essi.

Vietato fumare

Lo confessiamo subito: durante l’avventura un po’ abbiamo sentito la mancanza dei poteri elettrici di Cole. Bisogna però ammettere che i Sucker Punch hanno fatto l’impossibile per dare un piacevole ventata di novità a questo nuovo inFamous, partendo proprio dai poteri a disposizione di Delsin: oltre al fumo, primo e – a nostro modesto parere – indiscusso nuovo potere, l’eroe potrà assorbire e utilizzare a suo piacimento anche l’energia dei neon, delle antenne paraboliche e del cemento di Seattle, piegando oggetti e nemici al suo volere. Un po’ come avveniva per il vecchio potere elettrico, l’utilizzo di attacchi più potenti scaricherà prima le riserve energetiche di Delsin, costringendolo a cercare il punto di approvvigionamento più vicino. Questo aspetto ci è particolarmente piaciuto a livello tattico in quanto, se una volta bastavano un qualsiasi lampione o auto a ricaricare i poteri elettrici di Cole, ora in base al potere utilizzato sarà necessario utilizzare un po’ più di materia grigia per ragionare in fretta e trovare un’insegna, un comignolo o un’antenna da cui rifornirsi.

Dai precedenti inFamous, Second Son eredita il veloce e reattivo sistema di controllo che, anche se un po’ impreciso nella mira in movimento, garantisce velocissimi spostamenti da un obiettivo all’altro e precisi salti durante le fasi platform in puro stile parkour. Ritorna anche il sistema di potenziamento del personaggio, che vi terrà occupati per tutta la durata della storia: raccogliendo i frammenti dell’esplosione e distruggendo i centri mobili del D.U.P. Delsin potrà acquisire nuovi poteri o potenziare quelli già posseduti per renderli più efficaci in combattimento. È proprio quest’ultimo aspetto, forse, il tallone d’Achille di Second Son: un po’ come nei panni di Cole dovevamo scendere più volte nelle fogne a riattivare la corrente elettrica per aumentare i poteri nelle nuove aree di New Marais, a Seattle Delsin dovrà cercare e distruggere i vari centri mobili del D.U.P. per potenziare, di volta in volta, i nuovi poteri di cui entrerà in possesso. Si tratta di missioni principali obbligatorie per proseguire nella trama, ma allo stesso tempo un po’ troppo ripetitive e  alla lunga prive di spunti interessanti. Ci duole quindi mettere in luce come la ripetitività legata all’acquisizione dei poteri sia, come nei precedenti episodi, un difetto per il quale ancora i Sucker Punch non hanno saputo trovare soluzione.

Di inFamous, però, tutti noi abbiamo sempre apprezzato il suo lasciare al volere del giocatore se essere (o meno) infame, come suggerisce il titolo: sin dal primo capitolo le scelte morali hanno portato a serie conseguenze sulla trama del gioco, sul comportamento dei personaggi non giocanti e sui poteri del protagonista. inFamous Second Son non è da meno, riproponendo la collaudata ricetta di scelte che ben conosciamo: cercherete di risparmiare i poveri e indifesi passanti e vi farete amare come un eroe, smascherando il D.U.P. per quello che è in realtà? Oppure vi schiererete dalla parte dei bioterroristi più radicali e raderete al suolo chiunque ostacoli la vostra missione a Seattle, dando libero sfogo a tutto il vostro potere distruttivo? Inutile dire che, come in passato, giocando senza scrupoli il titolo è più semplice: nessun freno ai poteri, esplosioni in ogni dove, nemici polverizzati e via dicendo non saranno un problema se non vi farete problemi a coinvolgere gli innocenti. Certo che, giocando da eroe, potrete redimere i Conduit fuggiti e smascherare Augustine di fronte a tutti, per non paralare della soddisfazione di venire osannati dalle folle ad ogni angolo di strada mentre saltellate allegramente tra i tetti di Seattle. A voi la scelta insomma, anche se da parte nostra l’ovvio consiglio è  quello di provare entrambe le facce della medaglia, cosa che vi permetterà di raddoppiare la longevità del titolo: concludere l’avventura seguendo la sola trama principale a difficoltà normale non vi impegnerà più di sei-otto ore (sia con karma negativo che positivo), che saliranno a una quindicina affrontando anche le varie missioni secondarie presenti in città, sempre divertenti e contestualizzate con il cammino da eroe o da infame che avrete scelto per Delsin.

Colpo d’occhio

Dal punto di vista grafico, inFamous Second Son inizia a mostrare cos’è in grado di fare il potente hardware di Playstation 4: dopo il caricamento iniziale il gioco prosegue fluido e senza intoppi, anche nelle situazioni più ricche di personaggi e oggetti in movimento. A mano a mano che i poteri di Delsin aumentano, il giovane si muove sempre più velocemente tanto in orizzontale quanto in verticale, scalando grattacieli, planando dai tetti e abbattendo gli elicotteri del D.U.P. In una cornucopia di effetti speciali, esplosioni e luci dinamiche. Queste ultime, come da sempre ci ha abituato il marchio Playstation, sono molto curate e incredibilmente coreografiche, soprattutto per quanto riguarda l’esecuzione delle supermosse abbinate ad ogni potere (attivabili una volta accumulato abbastanza karma negativo o positivo in base al tipo di strada che il giocatore avrà scelto per Delsin).

Le animazioni sono volutamente portate al’estremo, con un Delsin Rowe che scatta fulmineo al nostro minimo comando: se da una parte così facendo si perde un po’ in realismo, ai fini del gameplay la reattività di Delsin è manna dal cielo, permettendo di affrontare al meglio anche i combattimenti contro gruppi numerosi di nemici. Protagonista e altri personaggi godono di movimenti fluidi e curati, che abbinati a tanti altri piccoli dettagli – memorabile il disegno sul giubbotto di Delsin, che cambia in base alle azioni positive e negative per sottolineare il vostro livello di eroe o infame – fanno di Second Son una gioia per gli occhi.

Volendo trovare un difetto, potremmo dire che le espressioni facciali dei protagonisti e alcune texture (ad esempio le foglie morte degli alberi a terra) potevano essere realizzate con un po’ più di cura, ma si tratta veramente di cercare il pelo nell’uovo, dal momento che sì, altri titoli first party per Playstation 3 come Uncharted o il recente Beyond ci hanno abituato a volti dalla definizione incredibile, ma non si trattava certo di gestire una mole di dati free roaming come nel caso di Second Son. Aggiungeteci che, a nostro avviso, dal punto di vista grafico il passaggio generazionale appare oggi più visibile rispetto a quello avvenuto tra Playstation 2 e Playstation 3, dove graficamente gli ultimi titoli rilasciati per la vecchia console si discostavano di poco dai nuovi. In questo caso, se confrontato con altisonanti titoli free roaming di fine generazione (primo su tutti il grandissimo GTA V) inFamus Second Son mostra i muscoli e fa vedere fin da oggi cosa possiamo aspettarci dalla potenza di calcolo che Playstation 4 è in grado di offrire agli sviluppatori.

In conclusione

Second Son è il degno successore della serie inFamous. I fan della serie ritrpoveranno tutto quello a cui sono abituati, rivisto e corretto grazie alle potenzialità del salto generazionale di console: storia interessante, personaggi altamente carismatici e un comparto tecnico che è una gioia per gli occhi sono le caratteristiche principali del prodotto videoludico sviluppato dai Sucker Punch. Dai precedenti capitoli anche questo inFamous eredita qualche difetto, primo fra tutti la ripetitività delle azioni da compiere per ottenere i vari poteri e proseguire nell’avventura. Si tratta però, a nostro avviso, di un difetto di poco conto se paragonato al divertimento dei concitati combattimenti, ai nuovi poteri disponibili e alla libertà offerta dalle scelte morali, in grado di raddoppiare la longevità del titolo, altrimenti troppo breve. Se gli appassionati di FPS, lo dicevamo in apertura, si stanno già abbuffando, finalmente anche gli amanti degli action adventure in terza persona possono sedersi a tavola e, se inFamous: Second Son è l’antipasto, c’è da aspettarsi un menu in grado di soddisfare ogni possessore di Playstation.

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