Inquisitor’s Heartbeat

Tra i giocatori non sono sicuramente molte le persone a porsi dubbi su se e come i non vedenti possano usufruire dei videogiochi, e anche tra gli sviluppatori non si tratta certamente di un problema popolare – dopotutto, la stessa parola videogioco implica l’uso e la necessità di una fonte visiva. Ma non è così per tutti: tra questa minoranza, lo studio italiano Rising Pixel ha fatto qualcosa di ancora migliore: un prodotto giocabile sia dai ciechi che dai vedenti. Parliamo di Inquisitor’s Heartbeat, che avevamo scoperto durante lo Svilupparty 2014, e, come annunciato dopo il Mantova Gaming Park, siamo finalmente pronti a recensirlo.

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Inquisitor’s Heartbeat è un gioco con movimento a turni che mischia le caratteristiche dei roguelike e dei giochi stealth, ed è ambientato nel vivace e sereno contesto di una prigione della Santa Inquisizione, durante il quattordicesimo secolo. Il protagonista, manco a dirlo, è uno degli involontari ospiti della struttura da cui il giocatore deve fuggire evitando guardie e ostacoli. Fino a qui può sembrare tutt’altro che entusiasmante, ma non abbiamo menzionato la più importante caratteristica del gioco: non c’è grafica. Niente effetti, niente texture, niente da vedere. Schermo (quasi) nero. Punto.

Inquisitor's Heartbeat ITA 2014-10-26 16-48-25-44

Come si gioca un videogioco in cui manca la parte video (ad eccezione di un’animazione che serve a far capire ai vedenti che il gioco sta funzionando)? Probabilmente siete consci del fatto che la vista è solo uno dei cinque sensi a vostra disposizione, e dal momento che annusare o leccare lo schermo non produrrebbe risultati, usare l’udito è sicuramente la soluzione migliore.
Il giocatore si muove su mappe fatte di quadrati, ed ogni passo fa capire su che tipo di terreno si sta camminando, o se si è sbattuto contro un muro – cosa che capita continuamente. Le stesse mappe, inoltre, sono piene di fonti di rumori che aiutano ad orientarsi – o a evitare le guardie. Mano a mano che si prosegue con l’avventura, infatti, la complessità dei livelli cresce, in particolare aumentando la mobilità delle guardie, statiche nei primi livelli ma reattive in quelli avanzati, muovendosi anch’esse a turno seguendo i movimenti del protagonista. Il giocatore è in grado di stimare la distanza da una guardia grazie al sonoro di sottofondo, che assume tonalità sempre più cupe e tese, fino a far percepire il suono del battito cardiaco (da qui il titolo del gioco) quando è estremamente vicina.

Inquisitor's Heartbeat ITA 2014-10-26 16-48-37-09

Come utente senza problemi di vista, affidarsi solo all’udito e alla memoria per giocare è una sfida non indifferente che rende l’esperienza sicuramente più complessa rispetto alla persona ipovedente, abituata a vivere in queste condizioni. Inoltre, se si è suscettibili, non è improbabile che le prime partite facciano saltare dalla sedia: svoltare l’angolo sbagliato e sbattere contro una guardia perché non si aveva capito la sua posizione non è divertente, e la tensione durante gli “inseguimenti” può diventare una fonte di decontrazione – e causare altri balzi.

[signoff icon=”quote-circled”]Inquisitor’s Heartbeat è un’esperienza particolare mirata allo specifico target dei non-vedenti, fornendo invece agli altri giocatori la possibilità di rendersi conto di come affrontare i problemi derivanti dalla mancanza della vista, risultando al contempo divertente e persino impegnativo. Potenzialmente, questo titolo potrebbe essere la fonte di una nuova catena di “reaction video” su YouTube e sui social network. Il gioco completo, comprendente 35 livelli di modalità storia, più una infinita con mappe generate proceduralmente, è già disponibile su PC, Mac e iOS, e arriverà prossimamente anche su Play Store per i dispositivi Android.[/signoff]

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