Ju-on: The Grudge – Recensione JU-ON: Rancore

Horror d’oriente

Se una persona vive odiando, alla sua morte la sua anima infesterà la terra dei vivi per sfogare il suo rancore. Questo è uno dei temi principali di molti film dell’orrore orientali, tra cui il celebre Ringu e, per l’appunto, Ju-On. Per coloro che preferiscono brandire un controller rispetto ad un biglietto del cinema è stato creato questo gioco: basato sul film di successo di cui porta il nome, vi permetterà di vivere momenti di terrore con il solo ausilio del fedele Wiimote. Ci riuscirà bene? Questo lo scoprirete tra poco.

Passi nel buio

Il gameplay di questo titolo è probabilmente quanto di più semplice possa trovarsi sul mercato. Dal momento che il vostro scopo principale è prendere un colpo o due, la maggior parte del gioco si limita all’esplorazione di luoghi bui e sinistri. Non è richiesto nemmeno l’uso del nunchuck: tutto quello che dovete fare è puntare il wiimote, che nel gioco sarà una torcia elettrica che ogni personaggio terrà ben salda in mano, e per camminare tenere premuto il tasto B. Eventualmente incapperete in una porta chiusa, per la quale dovrete cercare la corrispondente chiave, e di quando in quando potrete trovare vari oggetti utili, tra cui ritagli di giornale per scoprire altre informazioni riguardo al luogo dove vi siete andati a cacciare o al mistero che lì si cela, senza dimenticare le importantissime batterie per la torcia. Ovviamente non può essere tutto qui: e infatti di quando in quando, giustamente, incapperete negli spettri che infestano il luogo. A questo punto, sullo schermo compariranno delle frecce che indicheranno la direzione verso cui dovrete muovere il wiimote, simulando le reazioni del personaggio in modo tale da mettervi in salvo, oppure vi sarà richiesto di puntare in un punto preciso dello schermo per lo stesso motivo.

A questo punto una domanda sorge spontanea: cosa succede se si sbaglia qualcosa? La risposta è semplice. Se sbagliate un movimento del wiimote durante i "momenti di panico" o se la batteria della torcia si esaurisce, incorrerà il game over. Game over, purtroppo, vuol dire nientemeno che ricominciare da capo l’episodio, dal momento che all’interno di ciascun episodio non esistono punti di salvataggio o checkpoint.


Fine della batteria, fine del gioco. Semplice, no?

Nonostante ripetere un livello dovrebbe essere qualcosa che un buon giocatore dovrebbe essere in grado di sopportare, due cose possono far diventare un’operazione poco entusiasmante decisamente fastidiosa. Per rendere più evidente in senso di terrore, ogni personaggio cammina molto lentamente. Inoltre i controlli non si possono dire perfetti: in momenti in cui è richiesta rapidità e precisione, l’ultima cosa che dovrebbe succedere è una scarsa risposta da parte dei controlli, e purtroppo è quello che accade. L’eccessiva implacabilità del gioco nell’assegnare un game over e la lentezza nel ripetere un’intero episodio purtroppo minano l’esperienza videoludica in un modo che sarebbe stato facile evitare.

Altro aspetto che rende il tutto meno attraente rispetto alla controparte cinematografica, salvo che non si siano già visti i film e si conoscano già gli eventi di Ju-On, è la pressochè totale assenza di trama. Buona parte degli eventi viene raccontata in modo estremamente frammentario nei pezzi di giornale, che comunque dovrete andare a consultare di persona, mentre il gioco si limiterà a proporvi solo i momenti di terrore senza spiegare nulla. I frammenti di giornale hanno anche il compito di sbloccare il quinto episodio; il problema è che questi pezzi di giornale sono piuttosto ben nascosti, e dato che il vostro tempo è segnato dalla batteria della torcia, perlustrare tutti gli angoli degli scenari non sempre sarà la vostra priorità.

Per finire, la longevità. Fortunatamente i singoli episodi sono piuttosto corti, il che rende più facile digerire il doverli ripetere da capo quando incorrerà il Game Over. Essendo però gli episodi solo cinque, il gioco si ritrova ad essere estremamente corto: se tutto fila liscio, l’intero gioco può essere completato in meno di due ore.


Le apparizioni improvvise sono all’ordine del giorno. Per quante volte vi spaventeranno?

Fantasmi

Dal punto di vista della grafica, non si può dire che Ju-On che brilli. Gli oggetti e i personaggi sono spigolosi e ben poco dettagliati, e nonostante il gioco non sia particolarmente pieno di animazioni e di elementi, senza contare che tutto è avvolto dall’oscurità, la fluidità non sarà sempre all’ordine del giorno. Le scene che dovrebbero incutere terrore ovviamente risentono della carenza grafica, il che non dovrebbe succedere in un gioco dell’orrore.


Le macchie di sangue sono state addirittura usate due volte su pareti adiacenti.

Il sonoro si può dire abbastanza soddisfacente: gli effetti sonori, sebbene ripetitivi, riusciranno spesso nel loro intento di farvi spaventare, anche se sarà più per l’effetto sorpresa che altro. La maggior parte del gioco è comunque immersa nel silenzio, eccetto sporadici suoni ambientali, ma del resto in un gioco dell’orrore è una che ci si può aspettare.
 

Scappa!
Simulare le emozioni di un film dell’orrore è tutto ciò che questo gioco si ripromette di fare, senza pretendere di aggiungere niente all’esperienza di chi ha visto Ju-On. Nonostante i difetti, il gioco riesce abbastanza bene nel suo compito, regalando spaventi a chi ne è in cerca ed è disposto a perdonare le carenze grafiche e le particolarità del gameplay.

 
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