Mass Effect 2: Kasumi – Stolen Memory – Recensione Mass Effect 2: Kasumi’s Stolen Memory
Kasumi’s Stolen Memory (da noi Kasumi – La memoria Rubata) è il primo DLC ufficiale che Bioware ha rilasciato per la sua incredibile epopea spaziale: ecco dunque che al già ricco e variegato cast di comprimari di Mass Effect 2 diventa possibile aggiungere Kasumi Goto, la miglior ladra della galassia, ma non prima d’averle dovuto fare un piccolo favore.
James Shepard Bond
La Memoria Rubata è un DLC che non si propone altro che d’aggiungere qualche ora d’intrattenimento all’opera principale: reclutare Kasumi si rivelerà relativamente semplice, ma ottenerne la lealtà ci porterà a doverci infiltrare nella magione di un ricco delinquente sotto falsa identità, conducendo indagini nella non particolarmente estesa ambientazione stessa onde poterne superare le elaborate difese per giungere al caveau principale, in cui è celato un oggetto particolarmente caro a Kasumi.
Elementare, Watson
Il dipanarsi degli eventi non lascia particolare libertà d’azione al giocatore: la tipica multiformità del gameplay Made in Bioware risulta qui sensibilmente più costretta, non lasciando il giusto spazio alla profondità del sistema di scelte e puntando più sulla linearità dell’azione tramite la proposizione di dialoghi ben scritti e situazioni complessivamente ben congegnate, malgrado sia facile avvertire una sorta di "castrazione operativa" piuttosto frustrante.
Le situazioni di gameplay proposte sono interamente mutuate dal titolo originale: al di là di una location e di una situazione tanto interessanti ed atipiche, l’essenza di Mass Effect è ben presente che si tratti di conversare fingendosi un contrabbandiere intergalattico o di sparare a ondate di guardie del corpo; l’eccezione forse maggiormente degna di nota risulta essere quella dei poteri di Kasumi, particolarmente votata al combattimento a distanza ravvicinata ed in grado di aggiungere un pizzico di strategia in più all’approccio agli scontri, considerate soprattutto le sue non indifferenti capacità di disorientare gruppi di avversari.
A rappresentare dunque la soluzione all’annoso quesito "Ne varrà la pena?" tanto comune a chi si trovi a dover affrontare un esborso per contenuti troppo spesso poveri di qualità, sta la longevità: l’intero dipanarsi delle situazioni che Shepard e Kasumi affronteranno non impegnerà il giocatore per più di due ore, a voler procedere con estrema calma, risolvendo il famoso problema sulla base dell’interesse soggettivo che il titolo principale è riuscito a suscitare.
Va tuttavia specificato, in qualità di pecca, che Kasumi è un personaggio non interattivo: essa risiederà stabilmente nella Normandy dal reclutamento in poi, ma non sarà mai possibile avviare con lei una discussione in modo analogo a quanto è concesso fare con il resto dell’equipaggio; la sua figura resterà relegata al ruolo di macchietta che saltuariamente farà qualche osservazione sul resto dell’equipaggio, ma nulla di più.
In Conclusione
Kasumi – La Memoria Rubata risulta essere un DLC solo discreto: accanto alla mutazione di un gameplay amato, a delle soluzioni narrative intelligenti e a qualche ora di divertimento, aggiunge ben poco all’immenso universo di Mass Effect 2. Il problema principale risiede in Kasumi, che una volta terminata la missione non sarà altro che un qualsiasi personaggio non giocante, oltretutto non interattivo.
Il contenuto è dunque consigliato solamente ai fan più accaniti del titolo, consci che anche qualora non dovessero fruire dell’avventura in esame non si perderebbero alcun tassello importante della vita del capitano Shepard.