Monster Hunter Freedom 2 – Recensione Monster Hunter Freedom 2

Un nome più o meno conosciuto

Un titolo noto in Giappone al pari di Halo o COD in occidente, in grado di vendere centinaia di migliaia di copie nella settimana del lancio, capace di risollevare persino le vendite di una console. Stiamo parlando del famigerato cavallo di battaglia della Capcom, Monster Hunter. Esso è un po’ come lo scrittore Paulo Coelho: o lo si ama alla follia, o lo si detesta. Diciamo questo non per via di meccaniche particolarmente scomode, tematiche poco interessanti alla maggioranza o altro, bensì per il fatto che la sua struttura molto particolare non è apprezzata in modo unanime dall’utenza. Ma facciamo un po’ di storia. Il primo capitolo uscì su PS2 in occidente nel 2005, seguito nello stesso anno dalla release nipponica della sua versione "G", ovvero una sorta di espansione con ulteriori contenuti, che non è mai arrivata oltre oceano. Un anno dopo è arrivato sugli scaffali nostrani Monster Hunter Freedom, la prima incarnazione portatile della saga, i cui titoli portatili appunto sono noti in Giappone come Monster Hunter Portable), la quale era una conversione basata sul Monster Hunter G uscito solo nel Sol Levante. Nel settembre 2007 infine giunge in Europa il secondo capitolo per PSP: Monster Hunter Freedom 2, porting diretto di quel Monster Hunter 2 (Dos) per PS2 rilasciato solo in Giappone. Se fate parte di quella fetta di giocatori che lo hanno provato e non ne sono rimasti particolarmente impressionati, vi starete domandando quali sono gli elementi che lo hanno reso così celebre e così amato da una vasta fetta di consumatori sparsi per tutto il globo: ebbene, in questa recensione andremo a svelare gli ingredienti segreti Capcom che hanno reso questo prodotto un brand vincente nel corso degli anni

 

                 Quattro cacciatori alle prese con una viverna (la Rathian) molto arrabbiata!

 

Vita da cacciatore

L’assenza di trama è un punto carente di questo titolo, essa infatti si limita a porre il personaggio da voi creato nel contesto di un villaggio immaginario alle pendici delle montagne, dove il vostro cacciatore dovrà affrontare dozzine di mostri per conto degli abitanti, fino a giungere allo scontro con la "mascotte" del capitolo preso in esame, che nel caso di mhf2 è il Tigrex, per poi vedervi proseguire con ulteriori incarichi. Andiamo perciò a vedere il cuore pulsante di questo prodotto, ovvero il gameplay vero e proprio. Come abbiamo accennato poco sopra, la struttura di Monster Hunter è molto particolare, in quanto vi vedrà impegnati a completare una serie di missioni in varie zone, dalle montagne innevate al deserto passando per foreste e persino un vulcano. Naturalmente, ci attenderanno i più svariati compiti, come la raccolta di erbe, minerali, funghi, pesci o particolari materiali di animali. Per ogni missione vi è un limite di tempo di 50 minuti, scaduti i quali si fallisce e si viene riportati al villaggio, lo stesso accade se venite messi fuori combattimento per tre volte. Inutile dire che questo tipo di impostazione può far storcere il naso ad alcuni utenti, che potrebbero trovare lo schema di gioco abbastanza ripetitivo, ed è qui che entra in gioco il primo elemento che lo rende invece un titolo di successo: condivide con gli MMORPG l’elemento di "farming" che crea una vera dipendenza, ossia fa leva sulla necessità di ripetere molte volte le stesse missioni o le stesse azioni (come visitare la fattoria) per poter guadagnare i materiali necessari a creare oggetti ed equipaggiamento.

 

                           Un temerario spadaccino affronta la sua nuova nemesi!

 

La fattoria del villaggio di Pokke svolge infatti, al di fuori delle missioni, un compito molto importante per i giocatori: essa è infatti una fonte dei materiali più disparati, come pesci, insetti e minerali, che potranno essere recuperati dopo ogni incarico (che è il tempo di respawn dei punti di raccolta). Nel corso delle missioni inoltre sarete in grado di ottenere speciali oggetti che non hanno utilità per voi ma che potete consegnare nell’apposita cassa (oppure automaticamente a fine missione) e che vi frutteranno dei "Punti Pokke", utili per scambiarli con altri oggetti oppure per migliorare le caratteristiche della vostra fattoria. Se vi state domandando a cosa vi serviranno tutti questi oggetti che raccoglierete, è presto detto: anzitutto sarete in grado di combinare vari oggetti tra loro per crearne di nuovi, ad esempio un’erba e un fungo blu vi forniranno una pozione curativa, aggiungendo del miele a una pozione otterrete una mega pozione, e così via. Man mano che proseguirete, dunque, imparerete a creare sempre più oggetti utili alla caccia, come trappole, bombe esplosive, bombe lampo in grado di stordire i mostri e moltissimi altri attrezzi. Ma questa è soltanto la punta dell’iceberg: come intuirete, le missioni di caccia ai grossi mostri come viverne, granchi giganti, enormi scimmioni e draghi vi frutteranno pelli, scaglie e artigli di ogni tipo, che potranno (anzi, dovranno, se vorrete sopravvivere) essere usate per creare armi e armature sempre più efficaci. Ogni mostro naturalmente ha una predisposizione naturale a resistere ad alcuni elementi e meno ad altri, ciò vi costringerà, di volta in volta, a scegliere con oculatezza le armi e le armature da portare contro ogni nemico, per evitare di avere vita troppo difficile. Questi attributi si dividono in: fuoco, acqua, tuono, ghiaccio, drago, sonno, paralisi e veleno, ognuno dei quali ha delle particolari applicazioni ed è specialmente efficace contro determinati avversari. Vi sono inoltre dei punti abilità presenti in ogni corazza che create, pertanto, almeno se si è alle prime armi, è consigliabile utilizzare parti di armatura di uno stesso mostro per attivare delle skill utili, che possono essere della natura più disparata. Per chi diventasse più esperto, c’è anche la possibilità di sperimentare set di armature misti per poter guadagnare differenti abilità altrimenti non ottenibili insieme.

 

                       Lo Shogun Ceanataur possiede delle tenaglie a dir poco letali

 

Le novità, rispetto al primo capitolo portatile, ci sono e si fanno sentire: in primo luogo, vi sono dei miglioramenti non indifferenti quali la possibilità di vendere gli oggetti direttamente dalla cassa, o comprarli e inviarli al deposito (cosa che nel precedente non si poteva fare e che facilita le transazioni di grandi quantità di oggetti), inoltre, per evitare fastidiosi caricamenti multipli, nel villaggio ci si può ora spostare tra le varie schermate "teletrasportandosi" per esempio dalla fattoria direttamente alla cucina, o da quest’ultima alla sala della gilda. Oltre ai tre tipi di missione: villaggio, grado basso della gilda e grado alto della gilda, sono state aggiunte quest di caccia al tesoro che permettono di accumulare particolari oggetti e Punti Pokke. Altre novità naturalmente sono numerose zone di caccia nuove come le montagne, un nuovo tipo di deserto ed altre ancora, e le aggiunte si estendono anche a numerosi nuovi tipi di mostri (Tigrex, Congalala, Blangonga, ce ne sono decine) e una quantità spropositata di nuovi oggetti da combinare e di armi ed armature da creare. Parlando di armi, oltre alle classiche sei tipologie quali martello, spadone, doppie lame, lancia, balestra e spada e scudo, si aggiungono il versatile arco, la devastante lancia-fucile, il particolare corno da caccia e la spada lunga (dal design spesso simile alle katane giapponesi). Anche in questo caso, vi è da dire che ogni arma possiede dei pregi e dei difetti, che la rendono più o meno adatta ad affrontare determinati mostri: ad esempio, quelli della famiglia dei Carapaceon, come il Ceanataur nell’immagine precedente, soffrono in particolar modo i martelli, che sono in grado, se usati correttamente, di spaccare il loro guscio, lasciandoli esposti e quindi molto più vulnerabili agli attacchi successivi.

 

                      Qui potrete acquistare beni di prima necessità come coti ed erbe

 

Veniamo ora al comparto multigiocatore, che è il pilastro portante della saga: con la vostra PSP sarete in grado di unirvi ad altri tre compagni in modalità ad hoc, per un totale di quattro cacciatori. Essi potranno collaborare nelle missioni della gilda (una sorta di sala con ulteriori missioni aggiuntive) per portare a termine incarichi molto più impegnativi, dove i mostri saranno più aggressivi e dotati di parametri quali vita, attacco e difesa, sicuramente più elevati. Nonostante tali missioni possano essere giocate e completate anche in solitaria, un altro elemento che fa di Monster Hunter un titolo di successo è proprio la sua natura "social", che rende ogni missione di gruppo molto più entusiasmante e divertente: basti pensare che questo gioco è stato in grado di dare vita a un vero e proprio fenomeno culturale in Giappone, dove sono state create delle sorte di sale da té simili alle gilde del gioco, nelle quali persone fanno amicizia e cacciano insieme. Perfino nelle scuole nipponiche sono stati creati corsi estivi (teorici e pratici) basati su di esso. Nonostante tutto, questo non sminuisce affatto la componente single player che è comunque di ottima fattura e capace di regalare centinaia e centinaia di ore di gioco a tutti coloro che si lasceranno catturare dall’immensa profondità di Monster Hunter. Completare infatti tutte le missioni che il gioco ha da offrire è un’impresa titanica che può richiedere anche più di duecento ore, una longevità che pochi titoli aspirano a raggiungere, e che in particolar modo pochissimi prodotti portatili possono offrire. Da segnalare in ultimo anche la possibilità di connettersi a un access point per scaricare missioni e svariati contenuti aggiuntivi, che aumentano ulteriormente la quantità di quest e oggetti totali disponibili.

 

 

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