Racing Lagoon – Recensione Racing Lagoon

High Speed Driving RPG

RPG e automobili: miscela ardua, ma succulenta. E immagino che anche voi, nel leggere queste quattro enigmatiche parole, abbiate la salivazione che già va a manetta. La definizione data è nientepopodimeno che il sottotitolo di Racing Lagoon, ambizioso progetto della Squaresoft che si proponeva di mescolare elementi dei giochi di ruolo (genere in cui, inutile dirlo, la casa ha un’esperienza epocale grazie alle sue "Fantasie Finali") a quelli dell’universo dei racing-games. Ad agevolare il compito, puntò sulla personalizzazione e sulla profondità di gioco. Tutto ciò accadeva nell’anno di grazia 1999, quando la battaglia per miglior gioco di guida era stretta a due soli contendenti: Gran Turismo 2 della Sony e Ridge Racer Type 4 della Namco. Sulla carta, sembra di sentir parlare di un capolavoro annunciato, ma vediamo se la Square sarebbe riuscita a inserirsi nella feroce battaglia.

La Laguna delle Corse

Il gioco presenta una trama ben fatta ambientata nel 1999, in una zona a sud di Yokohama chiamata Bay Lagoon. Noi, ovviamente, ricopriremo il ruolo di protagonista indiscusso in quanto impersoneremo i panni di uno dei piloti del team Bay Lagoon Racing (a cui potremo assegnare un nome in caratteri nipponici e un nome di battaglia), che si troverà ad affrontare una ripida scalata al successo fatta di sfide, avversari sempre più temibili, amici, alleati e soprattutto, chilometri e chilometri di asfalto da bruciare. E proprio la strada è la protagonista indiscussa di questo titolo. Le interfacce principali con cui ci troveremo a che fare sono tre: map, location e race. Nella prima, potremo godere di una visuale dall’alto della città (completamente realizzata in grafica poligonale) in cui dovremo muovere la nostra piccola automobile in cerca di avversari e sfide, oppure per raggiungere negozi, o locations particolari, come la banca, l’officina e perfino la stazione di servizio in cui sarà possibile il salvataggio dei dati di gioco. Una volta raggiunto il luogo desiderato, ci troveremo davanti all’interfaccia Location, che non è altro che la tipica schermata di dialoghi in puro stile RPG Square, la maggior parte dei casi con altri personaggi, altre volte invece, rappresentati solo dai pensieri del protagonista.

Se invece è di avversari che andiamo a caccia, basterà cercare nell’interfaccia Map le auto con i fanali anteriori lampeggianti per raggiungerle e ritrovarci catapultati nella gara. Questo sistema comporta il fastidio comune di ogni RPG: non saranno poche le volte infatti, in cui ci troveremo di fronte a un avversario già battuto che ci troveremo costretti a sfidare per il semplice motivo che incrocia la nostra strada. Una volta completata la gara sarà possibile scegliere il nostro premio, "prelevandolo" direttamente dall’auto del nostro avversario, a patto di avere un numero di Punti reputazione sufficiente per ottenerlo, mentre in caso di sconfitta, sarà il nostro avversario a portarsi via un pezzo della nostra vettura. E a proposito di vetture, ce ne sono proprio tante, tutte che rispecchiano modelli giapponesi realmente esistenti ma ahimè, privi di licenza (un esempio è la Toyota Celica che viene chiamata Celine nel gioco), comunque presenti in buona quantità, assieme alle innumerevoli modifiche possibili per i nostri bolidi, dai bodykit alle parti motore, passando per sospensioni e adesivi da applicare sulla carrozzeria.

L’interfaccia Map: il triangolo giallo fluttuante indica l’attuale posizione della nostra auto.

 

City Lights

La grafica dell’RPG automobilistico Square si presenta a prima vista di buona fattura. Anzi, le automobili sono fatte con una cura tale per dettagli e perizia nei riflessi che il paragone con il gigante Gran Turismo sarà inevitabile. Anche le ambientazioni sono ben realizzate, che spaziano da grattiacieli e palazzi nel centro città a aree di periferia con strade strette in discesa o salita. La cura nelle ambientazioni sembra tipica dei giochi Square, in particolare ci viene da chiedere se il motore grafico utilizzato sia derivato dallo stesso utilizzato per i vari Final Fantasy, magari potenziato.

Nonostante la sua buona fattura però, l’aspetto grafico presenta anche dei lati negativi: primo fra tutti, l’odiatissimo e onnipresente pop-up che, seppur in una maniera non particolarmente invadente, fa apparire quasi dal nulla oggetti o parti di scenario penalizzando la qualità visiva del gioco che appare comunque buona, dato che il campo visivo sembra esteso in maniera soddisfacente. Altro punto dolente è la realizzazione delle scene in FMV che commenteranno l’andamento della trama. Se da una parte rendono bene le locations e le vetture presentate, dall’altra ci sentiamo in dovere di contestare la Square per il character design dei personaggi, molti di loro simili a giganteschi bambolotti giocattolo oversized e realizzati con una cura che ci sembra davvero minima comparata al resto.

Attenzione ai muri!

La il sistema di controllo di Racing Lagoon sembra un ingegnoso ibrido fra simulazione e arcade. Infatti, prenderemo quasi subito confidenza con i comandi e saremo pronti a gettarci nella mischia. Ma ahimè, la sola conoscenza dei comandi non basta. Infatti dovremo fare i conti con l’indole di matrice arcade che alberga in parte nelle dinamiche di gioco che gestisce le collisioni in maniera irrealistica, in particolare quelle contro gli avversari e le barriere, procurandoci dei fastidiosi rallentamenti che penalizzeranno pesantemente la nostra condotta di gara. Purtroppo l’aspetto simulativo si limita solo al fatto che la macchina risponde in modo convincente ad eventuali derapate e sterzate, quindi di certo non aspettatevi di sfoderare tecniche come sfruttare le scie degli avversari o cose simili. L’unico modo per proseguire nel gioco è perfezionarsi il più possibile, guidando nel modo più pulito possibile per evitare collisioni o manovre azzardate e perfezionando sempre più la nostra auto per stare al passo con i nostri avversari. Certo ci aspettavamo qualcosa di più da questo punto di vista. Un gran peccato.

Un’ambientazione che ricorda MOLTO lo Special Stage Route 5 di Gran Turismo…

 

Circondati dal suono

Un aspetto veramente curato a dovere in questo titolo è il sonoro. E per sonoro intendo l’intero sound set: dagli effetti ambientali fino ai rombi delle automobili. Infatti sarà quasi impossibile non essere immersi nell’atmosfera offerta da Racing Lagoon, dato che a seconda della location sarà possibile udire rumori come treni in arrivo, pedoni per strada o rumori di auto che sfrecciano nel traffico. Sempre riguardo le macchine, i rombi dei bolidi che ci troveremo a guidare sono realizzati in maniera abbastanza convincente, anche se non nella maniera minuziosa in cui suonano in Gran Turismo o altri simulatori blasonati. Da notare poi come il rombo cambierà a seconda delle parti meccaniche che installiamo sulla vettura. A completare ciò, una colonna sonora semplicemente ottima, con brani che ben si intonano con lo stile del gioco, richiamandosi a giochi di guida dei primi anni ’90 ma anche a serie animate come Initial D. Un vero peccato che la colonna sonora non sia stata pubblicata in giappone, dato che è una delle più riuscite per un gioco Square.

Cocktail micidiale, ma non esplosivo

Qualcuno guardando per la prima volta Racing Lagoon in azione potrebbe dire "Oh! E’ Final Fantasy con le ruote!" ed in effetti, le premesse ci sarebbero tutte. Grafica di buon livello, profondità semplicemente immensa e la geniale (almeno sulla carta) miscela di meccaniche di gioco tipiche degli RPG assemblate sapientemente nell’universo dei racing-games. Però c’è comunque qualcosa che non riesce a definirlo un vero e proprio capolavoro. Forse la grafica a tratti non proprio all’avanguardia, seppur sostanzialmente buona, il sistema di collisioni a tratti semplicemente irritante o forse il fatto che le gare uno contro uno con gli avversari addescati in strada potrebbero diventare ripetitive. In realtà, non può imporsi proprio per il fatto che è un prodotto sostanzialmente "di nicchia", destinato a tutti coloro che vogliono di più dal solito gioco "corri-vinci-sblocca" di cui gli scaffali straripano. Nonostante ciò è forse da annoverare fra uno dei titoli meglio riusciti di casa Square e di certo una valida alternativa di quel clamoroso flop che seguì su PS2 chiamato Driving Emotion Type-S. Unica pecca: il gioco è unicamente disponibile in versione NTSC per il Giappone e dunque è reperibile solo tramite importazione parallela. Ovviamente a ciò va unita una impeccabile conoscenza del giapponese stretto per comprendere i dialoghi o almeno i comandi base dei menu di gioco. Per il resto, c’è poco da dire: Racing Lagoon è da provare.

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