Ridge Racer Revolution – Recensione Ridge Racer Revolution
Evoluzione continua
Mai nella storia del videogaming forse c’è stata una killer application più efficace del titolo corsistico arcade di casa Namco. Le motivazioni sono semplici e ovvie: la grafica era sensazionale, quale perfetta conversione dall’hardware da sala System 22, il sonoro di qualità CD faceva il suo lavoro immergendo il giocatore con effetti e musiche che ancora oggi sono un alto standard nel videogaming e ovviamente, la giocabilità squisitamente arcade con cui tutti potevano familiarizzare in pochissimo tempo. Il successo, dunque, era cosa scontata. E a celebrazione di questo successo, nel 1995, la casa di Pacman pubblica per la gioia dei fedeli appassionati Ridge Racer Revolution, ovvero il primo passo di un’evoluzione in 3 capitoli della sua saga racing arcade. Usiamo quel vocabolo, dato che in questo titolo ci sono miglioramenti e cambiamenti per tutti i gusti.
"Ehi! Dai spostati! Voglio solo andare in spiaggia!"
Maracaibo!
La grafica è ovviamente, il primo aspetto ad essere stato potenziato. Se già quella del primo, glorioso Ridge Racer vi aveva trasportato in un mondo fatto di autostrade multisvincolo, grattacieli che paiono seminati ed elicotteri che fanno acrobazie solo per disturbarvi la gara, allora sarete felici di immergervi nella nuova ambientazione offerta da questo nuovo capitolo. Gli art designer Namco si sono divertiti a progettare un nuovo setting per le vostre gare che comprendesse una varietà di ambienti cittadini, costieri e rurali. Passeremo infatti da agglomerati urbani sovrappopolati a spiagge da sogno con sabbie dorate e acque azzurrine, per poi passare a strade statali ultraveloci e labirinti fatti di gallerie e strettoie. Il livello di dettaglio grafico anche in questa nuova incarnazione è ineccepibile, con vari dettagli scenici a bordo pista ed effetti ben graditi, come l’avvicendarsi del ciclo giorno-tramonto-notte-alba, che renderà le nostre gare furiose simili a maratone endurance. I modelli delle auto sono ben realizzati, nessuna novità troppo radicale al riguardo, dato che si tratta basilarmente di un restyling delle auto già presenti nel primo Ridge Racer, ma stiamo parlando comunque di modelli ben realizzati e dettagliati che presentano fra l’altro delle movenze più fluide e alcuni effetti (come ad esempio il movimento dei cerchioni) sensibilmente migliorati.
Questa piccola e scattante auto sportiva è un esempio del tipo di auto che trovate in Revolution
Sempre più difficile
Semplicità arcade. E’ da qui che la filosofia della serie Ridge Racer ha preso vita, ed è anche vero che per tenersi al passo con la concorrenza bisogna sapere quando è il momento giusto per migliorarsi e andare un po’ più in là del "classico" arcade racing. In questo titolo infatti, troviamo delle nuove features che faranno piacere sia ai neofiti della serie, ma anche a coloro che hanno trovato il primo Ridge insopportabilmente facile. Dunque saranno presenti un sistema di controllo che stavolta prevede di impostare le derapate con una precisione ancora maggiore rispetto al passato, nonostante, durante la sbandata, le auto mantengano ancora una traiettoria "a binario". Bisognerà essere davvero portati per il drift dato che è il succo di Ridge Racer, e all’inizio sarà normale trovarsi a sbattere il muso contro il muro o non essere in grado di fermare la macchina in tempo per il rettilineo, ma come si suol dire, la pratica rende perfetti. Dunque, un pizzico in più di sfida per tutti i Ridge Racers di vecchia data che non fa altro che aumentare il grado di competizione. Da sottolineare che in Revolution troviamo anche avversari più agguerriti e soprattutto nelle gare più difficili, sarà utile mantenere una visuale interna, dato che lo specchietto retrovisore ci avvertirà di eventuali avversari che partono alla carica contro di noi. Malauguratamente la giocabilità presenta un difetto storico ereditato dal "progenitore": il sistema di collisioni. Infatti ogni volta che colpiremo un muro o un avversario subiremo un rallentamento sensibile e ci metteremo un po’ per riprendere il gruppo. Cosa ancora più fastidiosa, quando tamponiamo un avversario da dietro, accadrà che noi rallentiamo mentre lui invece verrà sbalzato in avanti qualche decina di metri più in là. Vi assicuriamo che, almeno nelle gare più concitate, ciò può succedere con una percentuale del 90% dei casi. Per questo motivo è consigliabile evitare tassativamente qualsiasi tipo di urto per non perdere terreno. Dal punto di vista della longevità si può dire che questo capitolo abbia espanso le possibilità offerte dal primo Ridge Racer, offrendo stavolta 3 circuiti (più le relative versioni reverse per un totale di ben 6 tracciati) su cui cimentarsi. Questi sono di difficoltà crescente (Novice, Intermediate ed Expert) e sono predominati da un tipo di ambientazione (ad esempio il Novice sarà quasi totalmente ambientato in una spiaggia con dei windsurfers all’orizzonte e palme ovunque, mentre l’Expert in una strada rurale con varie sezioni sopraelevate). Vincere non è facilissimo, in quanto dovremo memorizzarci le curve pericolose e riuscire a dominare la macchina per derapare superando la curva senza troppi danni. Una volta completate le versioni normali dei circuiti, potremo cimentarci nelle versioni Reversed, oppure tentare il Time Attack dove ci sarà data la possibilità di gareggiare contro le micidiali devil cars per aggiungerle alla nostra collezione. Riguardo al parco macchine disponibile, avremo a disposizione circa 11 veicoli (all’inizio saranno 5, ma c’è la possibilità di sbloccarli vincendo un minigioco iniziale) che recano molti riferimenti ai vari giochi Namco nelle sponsorizzazioni (la F/A Racing e la Racing Yellow Solvalou sono gli esempi più classici) e ovviamente, si differenziano per vari attributi come tenuta di strada, manovrabilità, accelerazione e velocità massima, che dovremo valutare meticolosamente per fare in modo che si sposino col nostro stile di guida.
Non fatevi distrarre da Pacman o altrimenti vi ritroverete a dare un bel bacino al guardrail…
Rotterdam Nation
Se il buon vecchio Elio dovesse definire l’elemento principale della soundtrack di Ridge Racer Revolution, probabilmente direbbe senza indugi che è "la cassa Rotterdam". In effetti, quasi tutte le canzoni comprese nel compendio sonoro della tracklist di Revolution sono dominate da sonorità allucinate che passano dalla techno, alla rave-hardcore per sperimentazioni alla Prodigy. La cosa ancora più sorprendente è che si adattano tutte alla gara che stiamo affrontando, per quanto forse non siano il tipo di canzoni a cui siamo abituati noi occidentali per il loro "fattore allucinanza" (la più iconica da questo punto di vista è Rotterdam Nation 94 dove pare di sentire la voce campionata di Steve Urkel). Fatto sta che la colonna sonora è diventata così popolare in Sol Levante che si è iniziato il trend di pubblicarla su CD per la gioia degli appassionati. Per gli effetti sonori applauso al reparto sound design: folle adoranti, aeroplani, elicotteri, gabbiani, sgommate (ironicamente superiori al suono implementato nel successivo Rage Racer) svolgono il loro lavoro in modo eccellente, facendo guadagnare ulteriori punti a questo titolo dal punto di vista del coinvolgimento.
Director’s cut?
Ridge Racer Revolution sembra un compendio di tutto ciò che Namco avrebbe voluto includere nel primo capitolo, ma non è stata in grado di offrire. La cosa migliore è che tutte le nuove features sono sapientemente compresse in un nuovo CD destinato a coloro che si sono già divertiti col primo Ridge, ma che comunque desiderano più competizione, più velocità, più tracciati. Ecco, dunque, se c’è un modo di definire Ridge Racer Revolution lo si potrebbe definire una sorta di "Ridge Racer +", per quelli che non ne hanno mai abbastanza di derapare, di guidare auto che accelerano al limite dell’impossibile, di affrontare autostrade urbane al ritmo di musica techno martellante e soprattutto, di coloro che non ne hanno abbastanza dello stile racing arcade che solo la saga Namco è in grado di offrire.