Singularity – Recensione Singularity

 La manipolazione spazio-temporale è una di quelle tematiche usate spesso nel mondo videoludico. Giusto per citarne qualcuno, i primi due a venirci in mente sono Timesplitters e Prince of Persia. Alla lista possiamo aggiungere anche Singularity, FPS in prima persona sviluppato da Raven Software e prodotto da Activision. Quest’ultimo sembra non aver creduto molto in questo progetto, che mostra un ottimo potenziale non sfruttato nel migliore dei modi.

Combattere il passato per salvare il futuro

Durante la Guerra Fredda, la buona, vecchia Madre Russia vuole combattere il potere atomico statunitense grazie alla scoperta dell’E99, un minerale dalle incredibili proprietà che si trova nel sottosuolo di Katorga-12, isola situata al largo dell’ex unione sovietica.  Poco meno di 50 anni dopo  le forze americane scoprono un picco radioattivo sull’isola, ormai abbandonata, e, temendo una nuova Chernobyl, danno il via a una missione di ricognizione a cui parteciperà il nostro protagonista, il capitano Nathaniel Renko. Dopo un atterraggio tutt’altro che tranquillo, quella che inizialmente era una semplice missioni di ricognizione, si trasforma in qualcosa di molto più pericoloso e altrettanto misterioso, con il protagonista che per salvare il futuro sarà a costretto a continui salti nel tempo tra il 1955 e la sua epoca.
La  trama orchestrata da Raven Software riesce, per le circa 9 ore di gioco, a coinvolgere e divertire il giocatore. Fatta eccezione per un colpo di scena finale molto scontato e prevedibile, il plot narrativo procede in modo molto lineare, senza annoiare. Il plot scritto dalla software house si fa apprezzare grazie a un’ambientazione particolarmente ispirata, che per certi versi ricorda la Rapture di Bioshock. A confermare tale paragone ci pensano diversi oggetti, come registratori audio, videoproiettori e note cartacee sparsi per l’intera avventura, che ci svelano retroscena e curiosità sull’isola di Katorga-12.


Non un semplice FPS

Le prime ore di gioco di Singularity mostrano un FPS dalle meccaniche tanto solide quanto classiche e dalla progressione molto lineare che ci porta ad affrontare, in mappe di gioco più o meno aperte, soldati russi e orrendi mostri. Il feeling delle armi è quello tipico dei prodotti di questo tipo in questa generazione, molto alla Call of Duty come si suol dire, con un rinculo della armi minimo se non addirittura nullo.
A distinguerlo dai soliti titoli ci pensa il Congegno di Manipolazione Temporale, o CMT, che otterremo dopo alcune ore di gioco. Si tratta di un oggetto altamente tecnologico che viene installato sulla mano sinistra del protagonista il cui uso è legato a un’apposita barra di energia.
Come suggerisce il nome, la principale funzione del CMT ci permette di manipolare il tempo invecchiando o ringiovanendo nemici e oggetti dello scenario. Non manca anche la possibilità di afferrare gli oggetti, in modo del tutto simile alla Gravity Gun di Half-Life 2, creare sfere di stasi nelle quali l’andamento del gioco viene arrestato o crea onde d’urto utili negli scontri ravvicinati. 
In combattimento le possibilità offerte sono tante, resta nelle mani del giocatore imparare a sfruttare appieno tutte le possibilità offerte dal CMT che, se usato al meglio, riuscirà a dare sempre grande divertimento e gratificazione. Il  congegno sarà utile anche per risolvere alcuni semplici enigmi ambientali, utili a spezzare l’azione e rendere più varia la progressione.
Non manca anche un buon sistema di upgrade delle caratteristiche del protagonista. Spendendo la tecnologia E99 sparsa per i livelli, potremo migliorare diverse caratteristiche come energia o resistenza ai proiettili, oppure migliorare il CMT e i suoi straordinari poteri. Stesso discorso vale anche per le armi, potenziabili in aspetti come la capienza del caricatore o la quantità di danni che possiamo infliggere ai nemici.  
Anche la varietà di situazioni che ci troveremo ad affrontare contribuiscono a tenere lontana la noia. Si passa da fasi di cecchinaggio, stealth, scontri in angusti corridoi e in zone più aperte. Non mancano infine anche scontri contro boss di fine livello che ci chiederanno di sfruttare i poteri del CMT per essere indeboliti e poi colpirli a suon di mitragliate. A quest’aspetto contribuiscono anche la varietà delle armi, dai più classici fucili, mitra e pistole, si passa ad armi con colpi comandabili a distanza o un lancia granate con due modalità di fuoco.
Nel complesso, Raven Software è riuscita a creare un gameplay molto solido, divertente e soprattutto molto vario. Se proprio vogliamo trovare l’ago nel pagliaio segnaliamo un’intelligenza artificiale molto poco curata, che però grazie alla frenesia dell’azione riesce a essere messa in secondo piano.
In Singularity è presente anche una modalità multiplayer con sole due modalità. Al classico Team Deathmatch si affianca la modalità Sterminio, in cui una squadra di Soldati e una di Creature lottano per il controllo di radiofari posti sulla mappa. Purtroppo il comparto è poco approfondito, risultando un semplice contentino messo giusto per far tenere il videogioco per qualche ora in più nella propria console.

Katorga-12

Tecnicamente il prodotto sviluppato da Raven Software utilizza l’Unreal Engine 3. Il motore di Epic riesce a dare un colpo d’occhio generale più che discreto, ma un occhio più attento può notare una qualità delle texture ben al di sotto della media e un comparto animazioni poco realistico. D’altro canto abbiamo apprezzato l’ottima atmosfera che si respira sull’isola di Katorga-12, un buon level design, una discreta modellazione poligonale e un framerate stabile per tutto il corso dell’avventura a 30 fotogrammi al secondo.
Di livello leggermente superiore il comparto sonoro. Di buona fattura il doppiaggio completamente in italiano e l’effettistica audio, non possiamo, però dire lo stesso della colonna sonora molto anonima che difficilmente verrà ricordata dai giocatori.

Commento finale

Il titolo è la dimostrazione che in un videogioco il gameplay è molto più importante dell’aspetto tecnico.  Raven Software è riuscita a creare un prodotto che grazie alla sua varietà, alla sua ambientazione e a una trama interessante riesce a divertire e a coinvolgere il giocatore per tutta la durata della sua campagna singleplayer.  Resta il rammarico che Activision non ha creduto fino in fondo nel progetto e, a causa di una produzione a basso budget, non può vantare un comparto tecnico di primissimo ordine. Peccato perché con una grafica al passo coi tempi ci saremo trovati dinanzi a una delle perle di questa generazione di console. 

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