Tales of Symphonia – Recensione Tales of Symphonia

Un arrivo insperato

Per la prima volta, Namco ci delizia portando anche in Europa un capitolo della saga Tales of, nata su Snes con Tales of Phantasia. La serie riscuote da tempo un buon successo in madrepatria e, finalmente, possiamo goderci uno di questi titoli anche noi. Fin dalla sua nascita la serie Tales of ha unito alcuni elementi action, per quanto riguarda le battaglie, ai classici standard degli RPG di stampo giapponese. Alla luce di questa recensione, potrete farvi un’idea del risultato degli sforzi compiuti per realizzare questo prodotto che va ad aumentare il parco, un po’ carente, di RPG disponibili per Gamecube.


Un mondo da salvare

La trama di Tales of Symphonia possiede tutti gli elementi di un JRPG che si rispetti, come protagonista troviamo un ragazzo giovane e coraggioso, profondamente legato ad una prescelta dolce e un po’ ingenua, sua amica e compagna di classe. Ad accompagnarli troveremo un piccolo mago e sua sorella, l’insegnante della scuola locale, ed altri personaggi più o meno classici che compariranno lungo il nostro cammino. La prescelta è stata richiamata dalla dea Martel a salvare il mondo, compiendo un viaggio atto a ripristinare il mana, fonte vitale degli esseri viventi, che sempre più è carente nel pianeta. Lungo la via non verranno a mancare i colpi di scena, che metteranno in gioco molte delle vostre sicurezze; i creatori si sono divertiti infatti a giocare con diversi elementi, a partire dai significati di bene e male fino ai ruoli dei personaggi stessi. Un plauso a Namco per aver saputo creare situazioni di questo tipo, così come per il fatto che in più momenti il gioco spinge anche a riflessioni su tematiche quali il razzismo, l’amicizia e la religione, seppur ben inseriti nel fabulesco contesto di gioco e dunque da espropriare. La trama si rivela approfondita non solo per quanto riguarda il corso degli eventi, ma anche per quanto riguarda le storie personali dei nostri eroi e i loro tratti psicologici.
Come già preannunciato, Tales of Symphonia si presenta come un JRPG con elementi classici, seppur introducendo alcune particolarità tipiche della saga. Queste particolarità si concentrano soprattutto sull’elemento action degli scontri. Il giocatore è infatti chiamato a muoversi su due piani sul campo di battaglia e, un po’ alla smash bros, ha assegnate diverse mosse per ogni tasto, come attacchi, parate e scudi magici. Le mosse speciali invece, eseguibili con B, si possono impostare a piacimento sui vari movimenti dello stick. Ad esempio, possiamo decidere di eseguire "Tempesta" facendo Su+B o Giù+B e così via.
Essendo l’azione in tempo reale, affrontando l’avventura singolarmente si comanderà solamente un personaggio, mentre gli altri 3 saranno comandati dalla cpu, alla quale potremo comunque fornire qualche indicazione; inoltre è possibile mettere in pausa il gioco in qualunque momento della battaglia per utilizzare oggetti o cambiare impostazioni. La grande opportunità viene però offerta dall’implementazione del multiplayer: è infatti possibile affrontare tutta l’avventura con ben 3 amici, opportunità che aggiunge uno spessore (strategico ma non solo) non indifferente al gioco: le possibilità di creare combo e tattiche nelle battaglie sono veramente infinite. Sfortunatamente, sembra che la telecamera sia centrata sul giocatore uno, difettuccio che potrebbe infastidire in alcuni momenti delicati di gioco e che costringerà i giocatori ad adattarsi anche in quest’ottica.

Libertà e scelte

La locazioni di gioco principali sono dunque divise tra le sessioni nei dungeon, nelle città, le parti di esplorazione nella World Map e le battaglie. Nella World Map, i nemici sono visibili, raffigurati tramite due "icone" distinte, volte a mostrare la differenza di forza, mentre nei dungeon sarete in grado di vederne almeno le tipologie. Fino all’inizio della battaglia non vi sarà però possibile conoscerli nel dettaglio. Non è da sottovalutare inoltre il fatto che seppur sia presente una certa linearità nella trama, lo stesso non accade per quanto riguarda l’esplorazione: sarà infatti possibile molto presto girare un po’ ovunque nella mappa, incappando però in pericoli probabilmente non alla nostra altezza. Questa possibilità viene supportata da un’ottima coerenza, non sarà  una sorpresa trovare per esempio città rigogliose in un primo tempo e decadenti al nostro secondo passaggio.
Nei dungeon invece saranno frequenti gli enigmi a base di casse da spostare e interruttori da attivare, piuttosto che puzzle vari da risolvere. Nelle città invece troverete quello che ci si aspetta: negozi, punti di salvataggio, locande per riposarsi e quant’altro; anche se non mancheranno naturalmente nuovi elementi fini al proseguimento della trama.
Elemento di gameplay interessante, infine, sono le Exosfere. Tramite esse e le impostazioni fornite dal pannello del personaggio (indirizzandolo verso il "Talento" o la "Volontà") decideremo sostanzialmente quale tipo di tecniche fargli apprendere lungo il cammino.


Un design niente male

Come precedentemente esplicato, la grafica è interamente in cell-shading. Questa scelta si rivela discretamente originale ma soprattutto ben realizzata. I personaggi sono molto ben caratterizzati, sia dagli abiti, che lasciano intravedere le diverse culture del mondo, che per le espressioni facciali, tipiche dell’animazione giapponese, sempre fresche e simpatiche. Anche le città e gli ambienti, seppur mantenendo uno stile uniforme risultano essere molto differenti uno dall’altro: da cittadelle sospese nell’aria a villaggi sperduti nelle foreste, ne vedrete di tutti i colori. Eccezionali sono anche alcuni, seppur pochi, filmati in stile anime proposti nei momenti più delicati della storia. Non stupisce che siano stati realizzati recentemente anche degli OAV (Original Anime Video), rilasciati sotto forma di DVD. Numerosi sono anche i filmati con grafica in-game durante il gioco, che porteranno avanti lo sviluppo degli eventi. L’unico aspetto sottotono è una storia già sentita, e si tratta della World Map, che si rivela essenziale e nulla più.
Le musiche sono forti di un’ottima produzione, specialmente quelle delle battaglie, dotate di ritmi incalzanti, anche se in linea generale non si tratta di una colonna sonora memorabile (tranne forse il tema del filmato iniziale, ancora più azzeccato nella versione giapponese). Nello standard gli effetti sonori, con un doppiaggio non memorabile ma sempre presente e variegato.

Due mini-dvd ricchi di contenuti

Non c’è dubbio che dal punto di vista della durata, Tales of Symphonia è un titolo estremamente lungo da portare a termine. Per finirlo una prima volta sono necessarie almeno 45 ore di gioco circa, ma il titolo è estremamente ricco di quest secondarie da portare a termine, che andranno a svelare altri dettagli. Non solo: sono presenti alcuni tipi diversi di finali, così come la possibilità di effettuare alcune grosse scelte durante il gioco (addirittura è possibile completare il gioco con alcuni personaggi nel party piuttosto che altri). Come se non bastasse, una volta terminato apparirà un menù speciale dal quale potrete selezionare, in base alla vostra performance, alcune nuove opzioni per la prossima partita. E se non l’avete già giocato in Multiplayer, può essere un’ottima occasione per farlo.
Tales of Symphonia è un prodotto ottimo sotto tutti i punti di vista: una sceneggiatura realizzata come si deve, una profondità garantita e una storia appassionante, contornati da una serie di chicche (le ricette, le exosfere, i dialoghi personali tra i personaggi, il multiplayer e altro ancora) che ne completano la maniacale cura apportata dal Tales Studio. Sicuramente tra i migliori RPG disponibili per Gamecube, è un gioco che i fans non si dovrebbero lasciare scappare. Ricordiamo infine che il gioco è anche, una volta tanto, tradotto interamente in italiano, eccezion fatta per il doppiaggio in inglese e che è stato recentemente annunciato un seguito per Wii.

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