The Elder Scrolls V: Skyrim – Anteprima The Elder Scrolls V: Skyrim

Prima di iniziare quest’anteprima facciamo un piccolo salto temporale a ritroso di ben cinque anni. Siamo nel 2006 e Oblivion, quarto capitolo dell’amata saga di The Elders Scrolls, è appena approdato sugli scaffali di mezzo mondo. E’ cominciata da poco l’era delle console in HD, la cosiddetta Next Gen, della quale Oblivion è tra i primi grandi esponenti. Ciò che lascia basiti, più del mondo vasto e aperto, più del suo gameplay, è la sua veste grafica, che così tanta importanza avrà in futuro per tutto il panorama videoludico. Il via è stato dato, il portale demoniaco aperto: è iniziata la rivoluzione del mondo videoludico.

Ora torniamo nel 2011. L’attuale generazione, durata ben cinque anni, sta entrando nella sua fase finale. Così come aveva salutato il suo inizio, la saga di The Elder Scrolls vuole accompagnarne anche la fine. The Elder Scrolls V: Skyrim ci porta nuovamente nel mondo magico di Bethesda, questa volta in una regione del nord, fredda e inospitale, popolata da Mammuth, barbari muscolosi e, finalmente… draghi!


Il terribile ruggito di un drago!

Il gelido, gelido nord

Rieccoci nuovamente a Tamriel, ben 200 anni dopo la conclusione di Oblivion. Ci troviamo nella fredda regione di Skyrim, un luogo ammantato di ghiaccio e di gelo, dove i Mammuth scorrazzano liberi e le popolazioni barbariche sono le uniche in grado d sopravvivere alla dura vita del nord. La regione è sconquassata da una sanguinosa guerra civile, scoppiata in seguito all’assassinio del re. Come se non bastasse, il dio Alduin, un immenso quanto spaventoso drago, minaccia di devastare l’intera regione con la sua rinascita. Noi vestiremo i panni del mitico Dovakhiin, un guerriero leggendario nelle cui vene scorre lo stesso sangue dei draghi. Solo lui è in grado di respingere Alduin e salvare così Skyrim dalla distruzione.
Ovviamente, il nostro personaggio virtuale non sarà subito a conoscenza delle sue origini, che gli verranno rivelate con il proseguire dell’avventura.

Da quanto trapelato, pare che la sola quest principale impegnerà il giocatore per 20-30 ore. Dovremo aspettarci una gestione delle varie quest e delle gilde molto simile a quanto visto in Oblivion, dove le scelte che verremo chiamati a compiere influenzeranno visibilmente lo svolgere degli eventi.


"Stasera ceneremo con zampe di ragno"


Cavalcando verso Skyrim

Parlando del gameplay del titolo, non c’è sicuramente bisogno di ribadire che ci troveremo davanti ad un vasto open-world, dove potremo muoverci a nostro piacimento in tutte le direzioni. Questa è sempre stata una caratteristica chiave della saga, che tornerà ovviamente in Skyrim, con tutto il suo bagaglio di main quest, lunghe quest secondarie (tra cui le missioni delle gilde) e tante altre piccole missioni di terzo piano. Saranno inoltre presenti diverse città, per un totale di cinque, dove potremo partecipare all’economia svolgendo lavori come minatori o contadini. Nei proposti degli sviluppatori c’era l’idea di dare vita ad un universo fantasy realistico e vivo, ed è per questo che l’intelligenza artificiale di tutti gli NPC è stata rivista e migliorata. A detta di Bethesda dovremo attenderci NPC che agiscono in modi diversi, senza seguire percorsi o tracciati decisi in precedenza.

Le quest secondarie sfrutteranno un sistema di calcolo in tempo reale, che genererà un livello di sfida ideale a seconda delle abilità conosciute dal giocatore. Sorge spontanea una domanda: ma un sistema di questo tipo non rischia di rendere troppo semplici le missioni e gli scontri? Molti hanno infatti intravisto in questo sistema un’ammiccante passo in avanti verso il mercato dei casual gamers, impressione ancor più marcata dall’abolizione dell’usura delle armi, presente in tutti i capitoli della saga. Il motivo di base è sicuramente il tentativo di far breccia nel cuore dei giocatori meno avvezzi ai GDR, ma questo non implica automaticamente un abbassamento di qualità.


"Indietro, immonda creatura!"

A tenere alto l’interesse ci pensano loro, i possenti draghi, che ci spunteranno davanti in maniera improvvisa quando meno potremo aspettarcelo, il tutto senza script. I Draghi potranno apparire in ogni momento, per attaccare villaggi, poveri viaggiatori o, ovviamente, noi giocatori. Quanto osservato e mostrato sino ad ora è sicuramente spettacolare, e le speranze sono che le sfide contro i draghi si rivelino impegnative ma divertenti e, soprattutto, non troppo numerose. Per il resto, il gameplay non dovrebbe presentarsi troppo diverso da quanto già visto in Oblivion, a parte qualche cambiamento come l’avanzamento dei livelli (non più legato al sonno), la gestione delle caratteristiche (non più 7 ma 3), e l’aggiunta delle urla di drago, un tipo di magia aggiuntiva ma diversa dalla normale magia vista in passato.

Cade la neve sul dorso dei draghi

Lo abbiamo accennato poco più su: quando Oblivion uscì, cinque anni fa, ebbe un impatto sbalorditivo, tutto dovuto all’ora potentissimo motore grafico. Skyrim oggi, pur difendendosi bene, non è in grado di generare altrettanto stupore. Anche all’interno del genere dei free roaming esistono miriadi di titoli ben più dotati, quindi Skyrim non fa certo gridare al miracolo. In ogni caso, tutte le dimostrazioni fanno capire che ci troveremo davanti ad un prodotto graficamente migliore, non solo di Oblivion (era il minimo), ma anche dei due Fallout next gen. I volti, su tutto, hanno sino ad ora dato prova di una cura per i dettagli che non può che lasciare felici. In Oblivion ci trovavamo davanti a pupazzi poco espressivi e dai visi poco credibili. In Skyrim si sono fatti passi da giganti, dei quali beneficerà il sistema di creazione del personaggio.

Il resto è sicuramente di ottima fattura, ma non eccezionale. Ciò che veramente lascia piacevolmente colpiti è la cura dei dettagli in un mondo che sulla carta si preannuncia vastissimo. Se davvero la resa grafica sarà quella mostrata sino ad ora, nonostante già surclassata da diversi altri open games, ci sarà da fare i complimenti ai ragazzi di Bethesda. Non è facile riuscire a far muovere poligoni complessi e texture ad alta definizione in mappe gigantesche.


Nel frattempo, a Skyrim, un gigante pascola i suoi mammuth.


In conclusione

Skyrim arriverà sugli scaffali l’11 di questo mese, ossia tra poco meno di una settimana. Fino ad ora è stato rivelato molto e anche se sappiamo già cosa ci aspetta, non possiamo certamente prevedere se ne varrà la pena. Il terzo capitolo della saga, Morrowind, si era rivelato un capolavoro. Oblivion, nonostante i bug eccessivi, era riuscito ad entrare nei cuori dei videogiocatori. Questo Skyrim riuscirà a fare lo stesso? Le speranze sono che Bethesda abbia curato a lungo la fase di testing del prodotto, per evitare il fastidioso problema dei bug (che in Oblivion e nei due Fallout spopolavano) e abbia rivisto la brutta visuale in terza persona del precedente capitolo.

Se tutto andrà come previsto, Skyrim dovrebbe rivelarsi un GDR profondo e complesso. Il rischio è che le nuove semplificazioni del gameplay possano, in qualche modo, intaccarne l’efficacia. Ovviamente, quello che ci si aspetta è libertà, è questa la parola chiave. Se Bethesda riuscirà ad offrire libertà senza caoticità ed eccessi, allora Skyrim potrebbe diventare il GDR di punta di questo 2011 (e forse del 2012).  

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