Il ritorno del RE: tutti i Resident Evil dal peggiore al migliore

L'attesa per Resident Evil 2 Remake è quasi terminata: ne approfittiamo per proporvi la nostra personale classifica di tutti i giochi della serie Resident Evil.

A quanto pare alla fine ce l’abbiamo fatta: ci siamo inventati di tutto per ingannare l’attesa che ci separava dall’uscita di Resident Evil 2 Remake, uno dei nostri (e sicuramente anche vostri) most wanted per questo inizio 2019, anno che si preannuncia stracarico di uscite incredibili. Capcom ci ha graziato con una demo di 30 minuti disponibile dall’11 gennaio che, sebbene rilasciata con l’intento di calmare la snervante attesa, in alcuni di noi ha generato l’effetto contrario, facendo schizzare alle stelle l’hype di chi nel 1998 ha vissuto la stessa situazione, nell’attesa della sua copia di Biohazard 2 su PsOne.

Dal canto nostro abbiamo cercato di fare del nostro meglio: vi abbiamo parlato della nostra prova a porte chiuse del remake, dell’importanza storica di Resident Evil 2 nel mondo dei videogiochi e abbiamo approfondito i personaggi di Leon e Claire e la loro storia. Oggi, con quello che probabilmente sarà l’ultimo articolo prima di immergerci a capofitto nel gioco completo, vogliamo fare una bella carrellata di quello che ci ha offerto l’universo di Resident Evil – limitatamente al medium videoludico ed escludendo i giochi mobile, perché calcolando anche fumetti e film finiremmo con lo scrivere un trattato – nel corso degli anni, proponendovi la nostra personale classifica dei vari episodi dal peggiore al migliore… scommettiamo che avete già un’idea di quale sarà il vincitore, vero?

Resident Evil 2 Remake

18 – Resident Evil Gaiden (2002)
Il parco giochi Game Boy Color offre moltissime perle ma, sia chiaro, RE Gaiden non è tra queste. Visto anche l’ottimo risultato raggiunto da titoli come Tomb Raider o (per restare in tema) Alone in the Dark, sappiamo che la piccola portatile Nintendo poteva decisamente offrire di meglio. Peccato che RE Gaiden si sia rivelato un platform abbozzato, per niente pauroso, con ambienti tutti uguali e un fastidioso minigame a gestire le fasi di sparatoria. Decisamente da dimenticare, e infatti sfidiamo anche i più accaniti fan di RE a ricordarselo.

17 – Umbrella Corps (2016)

Un TPS neanche tanto ben fatto, pieno di sparatorie action e con un’arma da mischia che pare uscita da Dinasty Warriors. Dobbiamo aggiungere altro? Il comparto tecnico sembra quello della generazione precedente e non sfrutta per nulla le potenzialità offerte dalle console del 2016. Ennesimo esperimento mancato che ha rischiato di minare il successo di Resident Evil 7, che fortunatamente si è poi rivelato essere il primo vero capitolo di RE come lo volevamo noi dopo anni di insuccessi (e infatti lo troverete ben più in alto in questa classifica).

Resident Evil 2 Remake

16 – Resident Evil: operation Raccoon City (2012)

Un gioco action che ci mette nei panni dei cattivi, i soldati della Umbrella, e ci fa rivivere alcuni dei momenti salienti di Resident Evil 2. Interessante sotto l’aspetto della trama, divertente in multiplayer, ma decisamente meno Resident Evil di qualsiasi altro spin-off: gli scontri a fuoco con coperture sanno troppo di Gears of War e la componente survivor praticamente non esiste. La parte action è divertente, così come lo è trovarsi dall’altra parte della barricata, ma nulla di più.

15 – Resident Evil: the Mercenaries 3D (2011)

Riproporre su 3DS la modalità extra più famosa di Resident Evil poteva sulla carta essere una buona idea. Peccato che, al netto di uno shooter action divertente ma solo per poche partite, a chi è già in possesso di uno degli ultimi episodi di RE (o meglio ancora dei due Revelations) avere la modalità Mercenari a parte interessi ben poco, dato che è già disponibile negli altri titoli, e che soprattutto in Revelations 2 è davvero completa e divertente, oltre che tecnicamente molto bella da vedere. The Mercenaries è in basso in questa classifica, quindi, non tanto per il suo essere poco accattivante, quanto piuttosto per la ridondanza dei contenuti proposti, che possono essere maggiormente apprezzati sulle console da salotto in uno degli altri giochi della serie.

14 – Resident Evil 6 (2012)

Abbiamo avuto occasione di ribadirlo anche nella recensione della versione Remaster: Resident Evil 6 non ci è piaciuto e, per quanto ci riguarda, rappresenta il punto più basso raggiunto dalla serie principale. Il gioco è esageratamente action, con trama confusionaria e poco stabile, con tanti personaggi carismatici che paiono messi lì apposta per assecondare un fanservice che in realtà fa solo infuriare per come il nome di RE viene sfruttato in questo progetto che sembra un’accozzaglia di idee anche interessanti, ma che non trovano un filo conduttore comune in grado di creare un’esperienza come accaduto per tutti i giochi precedenti (e per il successivo RE7, che fortunatamente ha poi risollevato le sorti della serie in maniera sublime).

Resident Evil 2 Remake

13 – Resident Evil Survivor (serie)

Tra il 2000 e il 2003 la serie Gun Survivor ha visto il rilascio di ben tre capitoli: l’omonimo Gun Survivor, un secondo capitolo dedicato alle vicende di Code Veronica e, infine, Dead Aim. Dal sapore tipicamente arcade, si tratta di titoli volti a rubare quote di mercato ai titoli in stile The House of the Dead di Sega, molto in voga in quegli anni in cui ancora i coin-op non erano un vago ricordo del passato. Restano comunque giochi che di Resident Evil hanno poco, se non il nome.

12 – Resident Evil: The Umbrella Chronicles(2007) e Resident Evil: The Darkside Chronicles (2009)

Con l’avvento di Wii e del suo innovativo controller, seguito poi a ruota da Sony con il suo Move, Capcom ha potuto offrire un’esperienza in stile Gun Survivor di livello più alto grazie alle nuove console. I due capitoli della serie Chronicles sono sostanzialmente sparatutto sui binari che riprendono gli eventi narrati nei vari RE fino ad allora pubblicati, mettendo insieme varie parti di trama e mostrando situazioni conosciute e inedite, cercando di offrire un’esperienza dal taglio diverso rispetto a quanto proposto fino a quel momento dal brand. Ci riescono in parte, dal momento che il comparto tecnico non è così all’altezza delle aspettative e che comunque quello che i veri fan dei survival horror chiedono a un pilastro come RE non è di sperimentare, ma di spaventarli mantenendo fede allo spirito originale… cosa che non si può certamente fare con uno sparatutto con light gun di questa caratura.

Resident Evil 2 Remake

11 – Resident Evil Outbreak (2003) e Resident Evil Outbreak File #2 (2005)

In parte per offrire qualcosa di nuovo, in parte per gestire gli utenti PlayStation 2, che avevano visto la pubblicazione di RE4 prima su GameCube, Capcom ha confezionato i due episodi della serie Outbreak, che si sono rivelati una piacevole sorpresa. Sebbene un fan di RE possa anche farne a meno, segnaliamo che in questi due spin-off è possibile esplorare aree mai viste di Raccoon City e ampliare l’universo narrativo del mondo di gioco. Peccato che su suolo europeo Outbreak sia arrivato senza il supporto al multiplayer online, vero punto di forza del titolo, che permette a otto personaggi di collaborare per raggiungere l’obiettivo comune diverso per ogni missione: in singolo, con gli altri personaggi controllati dall’intelligenza artificiale del gioco, il tutto perde un po’ di mordente.

10 – Resident Evil 5 (2009)

Dopo RE4 l’attenzione era massima: Capcom doveva sviluppare qualcosa di ugualmente action, ma inserendo quella componente horror che i fan temevano di perdere per sempre. La dichiarazione di intenti degli sviluppatori era di “far sì che gli scenari alla luce del sole facessero paura tanto quanto le claustrofobiche stanze di villa Spencer” e dobbiamo ammettere che in parte l’obiettivo è stato centrato. Purtroppo la componente action, complice anche un Chris Redfield nella sua nuova forma (che vedremo anche nei giochi successivi) di soldato d’assalto, non aiuta la parte survival, in molte occasioni dimenticata in favore di forsennate sparatorie. La potenza di calcolo offerta dalle console dell’epoca, comunque, lo rende interessante quantomeno sul piano estetico: su PlayStation 3, con la lodevole gestione degli effetti di illuminazione che l’ha sempre contraddistinta, il gioco riesce almeno in parte a stupire e a rendere giustizia all’intento degli sviluppatori.

Resident Evil 2 Remake

9 – Resident Evil: Revelations (2012)

Inizialmente sviluppato per Nintendo 3DS  e reso successivamente disponibile per svariate console da salotto con molti porting, il primo RE Revelations è un ottimo gioco, perfetto tanto per i neofiti quanto per chi mastica enormi magioni e zombi dagli anni ’90: giocare nei panni di Jill Valentine è sempre un piacere, e il fatto che l’alternativa in quel periodo si chiamava Resident Evil 6 non fa che rendere Revelations ancora più speciale e degno di attenzione.

8 – Resident Evil 3: Nemesis (1999)

Quel maledetto Tyrant sempre alle calcagna – già conosciuto nei panni di Claire in RE2 – guadagna il titolo di miglior attore non protagonista di RE3. Sebbene il gioco non sia poi così innovativo rispetto ai due capitoli precedenti, la presenza del Nemesis ce lo fa ricordare come un’esperienza intensa, vissuta sempre in fuga: RE3 sa un po’ di more of the same e il suo successo sarà oscurato dal cambio di rotta del titanico RE4, il Nemesis e il senso di impotenza che si prova durante la fuga da questo gigantesco nemico sono in grado di regalare comunque la giusta dose di terrore in stile survival horror.

Resident Evil 2 Remake

7 – Resident Evil Zero (2002)

All’apparenza i personaggi dai tratti esageratamente nipponici potrebbero trarre in inganno e far credere che questo Zero sia un Resident Evil caricaturale e scanzonato, ma basta una partita per ricredersi: Rebecca e Billy sono due personaggi perfetti per immedesimarsi nell’atmosfera di questo RE, ambientato in larga parte su un claustrofobico treno, e narrativamente perfetto per approfondire gli eventi del primo RE, che a loro volta daranno il via all’apocalisse zombie di Raccoon City.

6 – Resident Evil: Code Veronica (2000)

Nonostante la brutta fine del Dreamcast, console SEGA caduta troppo presto nel dimenticatoio, ogni fan di RE dovrebbe ricordarsi di Code Veronica, un piccolo capolavoro che è possibile recuperare su PlayStation 2 o in versione remaster per le console dell’attuale generazione. La protagonista è Claire Redfield, e già questo vale il prezzo del biglietto. Aggiungeteci comparto tecnico, gameplay e trama alla vecchia maniera (lo stile è quello dei primi RE) e capirete come questa ricetta merita ancora oggi di essere assaporata.

5 – Resident Evil: Revelations 2 (2015)

Rilasciato a episodi e successivamente reso disponibile tramite porting su moltissime console a cavallo tra due generazioni, è uno spin-off che si è dimostrato più fedele al Resident Evil originale di uno qualsiasi degli episodi ufficiali usciti dopo RE4: la regia virtuale, il sistema di combattimento, gli enigmi e l’ambientazione sprizzano orrore vintage da tutti i pori, ridando nel contempo spessore al personaggio di Barry Burton, già presente nel primo RE ma che solo in Revelations 2 riceve una caratterizzazione a 360° in grado di renderlo l’ennesimo eroe immortale dell’universo narrativo del gioco Capcom. Senza dimenticare, ovviamente, che l’altra metà del gioco è dedicata a Claire Redfield, giusto per dire che il cast di Revelations 2 è qualcosa di sublime.

Resident Evil 2 Remake

4 – Resident Evil 7 (2017)

Dove tutto è (ri)cominciato nuovamente: nonostante il nuovo sconosciuto protagonista, la visuale in prima persona, il DLC dedicato a Chris Redfield che sembra più un livello di Doom che altro, RE7 ha quella scintilla che mancava da tempo. Sarà la casa teatro dell’azione, sarà l’inizio splatter con tanto di motosega e arti mozzati – che in VR è un’esperienza da cardiopalma che consigliamo solo ai più coraggiosi – sarà il ritorno in auge (finalmente!) della componente survival, ma RE7 è una vera rinascita del brand, che dimostra come il genere non debba per forza essere legato a determinate meccaniche di grafica o gameplay, ma di come possa invece evolversi mantenendo inalterate le caratteristiche che lo rendono riconoscibile.

3 – Resident Evil 4 (2005)

Amato per la spaccatura con il passato e il definitivo passaggio con la visuale alle spalle del protagonista senza più telecamere fisse – elemento che successivamente molti additeranno come responsabile della deriva action/shooter dei successivi capitoli – Resident Evil 4 è l’episodio che sancisce definitivamente la forza caratteriale del personaggio di Leon Kennedy. RE4 è il perfetto equilibrio tra azione e horror, con zombi (forse non ha più nemmeno senso chiamarli così) più veloci e scenari più ampi, ma ugualmente terrificanti. In questa classifica guadagna la medaglia di bronzo solo perché davanti a lui ci sono gli inarrivabili primi due episodi, talmente classici da essere inattaccabili da qualsiasi altro RE.

2 – Resident Evil (1996)

Dove tutto è cominciato. È davvero difficile scegliere il miglior Resident Evil quando ci si ritrova a gestire lo spareggio tra i primi due episodi della saga. Personalmente chi vi scrive li mette a pari merito, a volte con una leggera preferenza per il capostipite, ma solo perché la Casa (quella con la “c” maiuscola, che riporta alla mente il genio di Raimi) ha un fascino horror d’altri tempi, in grado di spaventare come pochi altri mondi di gioco sanno fare. Non a caso la stazione di polizia di RE2 non è stata progettata come un palazzo coerente con le sue funzioni, ma contiene un’infinita serie di elementi che richiamano la tetra magione degli Spencer. Sicuramente, al primo RE va dato il merito di aver dato il via a una serie che tra alti e bassi ci appassiona ancora oggi dopo più di un ventennio.

Resident Evil 2 Remake

1 – Resident Evil 2 (1998)
Cosa dire che non abbiamo ancora detto negli ultimi mesi? Poco o nulla, se non che dopo aver riassunto tutta la saga siamo ancora più convinti che Resident Evil 2 sia qualcosa di unico e irripetibile. A voler ben guardare, infatti, il remake non farà altro che offrire una visuale alla RE4 e una differente interpretazione di situazioni ed enigmi, senza però stravolgere la trama, il gameplay e l’atmosfera generale di quello che ad oggi è il Resident Evil migliore di tutti sotto il profilo dell’equilibrio: azione, esplorazione, salti sulla sedia e protagonisti fantastici, coadiuvati da comprimari altrettanto all’altezza di uno standard che è stato utilizzato per anni come metro di paragone per qualsiasi survival horror. È lecito allora aspettarsi che questa nuova veste di RE2 eleverà ulteriormente quello standard, alzando l’asticella per tutti gli sviluppatori che in futuro vorranno proporre il remake di un titolo altrettanto iconico.


Non ci resta quindi che dichiarare conclusa la nostra avventura con “Il Ritorno del RE” e darvi appuntamento a fine gennaio quando, scaduto l’embargo e divorato con fauci fameliche Resident Evil 2 Remake, vi proporremo finalmente la nostra recensione di quello che si candida già a essere uno dei Goty più interessanti di questo 2019 videoludicamente incredibile .

Vai alla scheda di Resident Evil 2 Remake
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche