Dan Houser racconta il momento più difficile di Rockstar Games: “Temevamo che Take-Two ci chiudesse”
Il co-fondatore di Rockstar Games rivela i retroscena dello sviluppo di GTA IV e la paura di chiusura dopo lo scandalo Hot Coffee.
Nel corso di una recente intervista con Lex Fridman, il co-fondatore di Rockstar Games, Dan Houser, ha condiviso diversi retroscena sui titoli e sullo studio in generale: dalla cancellazione dell’esclusiva PS3 Agent fino al “feeling” trasmesso da ciascuna opera firmata Rockstar.
Durante la lunga chiacchierata, Houser si è soffermato anche sul periodo dello sviluppo di GTA IV, raccontando di come all’interno dello studio si respirasse un’aria di paura e tensione.
Andiamo dunque a scoprire il motivo di questa instabilità interna.
Rockstar Games e il rischio chiusura per lo scandalo “Hot Coffee”
Dopo l’incredibile successo di Grand Theft Auto: San Andreas, la community mondiale aveva grandissime aspettative per il nuovo capitolo della serie. Tuttavia, non tutto andò come previsto.
Nel 2005, infatti, un modder olandese conosciuto come PatrickW sbloccò un mini-gioco a sfondo sessuale modificando il codice della versione PC. La questione fece immediatamente il giro del mondo, suscitando persino le ire del governo americano, che arrivò a minacciare il ban permanente del titolo.
Lo scandalo avvenne proprio all’inizio dello sviluppo di Grand Theft Auto IV, lasciando gli sviluppatori in uno stato di ansia e incertezza.
“Come compagnia, eravamo appena usciti dalla questione Hot Coffee, quindi avevamo sempre il timore di essere chiusi proprio nel mezzo dello sviluppo di GTA IV”, ha dichiarato Houser.
Sebbene Houser non abbia approfondito come questa paura si manifestasse concretamente all’interno della produzione, il timore era che Take-Two potesse chiudere lo studio per evitare ulteriori implicazioni legali con i governi internazionali, soprattutto dopo aver ricevuto un avviso anche dalla polizia federale.
Ecco dunque perché lo sviluppo di GTA IV fu uno dei periodi più complessi nella storia di Rockstar Games: una tensione palpabile che, pad alla mano, si riflette anche nel tono più cupo e drammatico del gioco rispetto ai capitoli precedenti.