Arcanum: Of Steamworks and Magick Obscura – Recensione Arcanum: Of Steamworks and Magick Obscura

Arcanum è un mondo selvaggio nel quale l’equilibrio tra magia e tecnologia si sostiene su un sottile filo di lana, pronto a cedere in qualsiasi momento; dove l’inconcepibile viene spiegato dalle due parti con teorie completamente opposte e in confilitto… Una persona qualunque forgierà il suo destino e plasmerà l’oblio che lo circonda dando così inizio alla nuova era.
Il titolo è stato sviluppato da Troika Games e lanciato nell’ormai lontano 2001. Si tratta di un RPG in stile occidentale immerso in un’ambientazione caratterizzata da elementi steam-fantasy. Venne definito come l’antagonista di Fallout e si affermò sui nostri computer grazie alla stessa libertà d’azione ed immersività ruolistica. Prepariamoci così a conoscere un universo che prima non sapevamo esistesse.

Dove diamine sono finito?

Avviato il gioco, assisteremo ad un breve filmato iniziale in cui il dirigibile sul quale siamo a bordo viene attaccato da una sorta di aerei primitivi. Dopo esserci schiantati al suolo, ci rialzeremo tra i rottami del nostro mezzo di trasporto, dopodiché ci avvicineremo ad uno gnomo che prima di morire ci chiederà di consegnare un misterioso anello al legittimo proprietario. Inizia così il nostro viaggio, dove gli intrighi, i tradimenti ed i colpi di scena sono all’ordine del giorno, e solo in base a come decideremo di agire la trama stessa prenderà forma.
C’è da dire che il mondo di Arcanum è vastissimo, colmo di luoghi da visitare ed eventualmente depredare. Visiteremo città animate dalle varie reazioni della gente al nostro passaggio, esploreremo miniere e dungeon claustrofobici, non stancandoci mai per via della maturità dell’ambientazione che si discosta dal solito GDR fantasy. Inoltre, molto interessante il fatto di non dover utilizzare ogni volta la violenza per uscire dalle situazioni che si presenteranno, dando così al giocatore la possibilità di intraprendere una diplomazia pacifica. Il mondo inoltre è decisamente coerente e la porzione di mappa giocabile sarà costellata di locazioni segrete, città in piena rivoluzione industriale e foreste abitate da elfi.

 

La dicotomia tra magia e tecnologia è il fulcro del mondo di Arcanum. Prendete il classico mondo fantasy abitato da elfi ed orchi. Ora immaginate che una serie di scoperte scientifiche accelleri lo sviluppo del mondo e quindi si venga a creare un’imbarazzante situazione. Da un lato gli esseri dominati dalla magia, quali ad esempio gli elfi, che mal si adattano a vivere in città di metallo e piene di fumo. Dall’altro, macchine a vapore o ad energia elettrica che esplodono o si inceppano non appena ci passa di fianco un’essere con capacità magiche anche di poco superiori alla norma. Questo contrasto impregna ogni vostra azione, ogni vostra scelta, ogni vostro dialogo.
 

Così piccolo, ma così grande

Il gioco offre un’ampia customizzazione ed evoluzione del proprio personaggio: sarà possibile, infatti, modificare un numero molto vasto di parametri in assoluta libertà, data l’assenza di classi che avrebbero potuto vincolare il giocatore. Si ripresenta anche qui il dualismo magia-tecnologia. Oltre alle 8 statistiche con cui potrete personalizzare il vostro alter-ego, saranno presenti decine e decine di skill aggiuntive in cui spendere i punti ricevuti al level up. Oltre ad abilità abbastanza comuni come la cura, il furto e lo scassinamento, saranno presenti vari alberi di abilità (veramente ma veramente tante), sia per un personaggio orientato al lato tecnologico che a quello magico. Concentrarsi su un solo aspetto risulterà in un netto potenziamento ma anche personaggi ibridi sono pensabili, sebbene piuttosto complessi da portare avanti.

 

I combattimenti si svolgono principalmente a turni che, a parte qualche piccolo bug, riescono a rendere perfettamente la parte tattica del videogame, garantendo al player la possibilità di eseguire approcci più elaborati e devastanti. E’ presente però anche una componente in tempo reale, che purtroppo risulta troppo velocizzata ed ingestibile (ma consigliata comunque) per scontri in cui si è certi di avere la vittoria in tasca. Fattore molto importante riguarda le quest, le quali, a dispetto di molti titoli odierni, riescono quasi sempre a presentare più di due vie per essere completate e, cosa altrettanto importante, la scelta che prenderemo determinerà il nostro allineamento conducendoci così ad uno dei finali alternativi.

La compagnia… Dell’anello?

In Arcanum sarà possibile arruolare persone che ci seguiranno nel corso dell’avventura. Queste ultime, oltre ad essere utili nei combattimenti, saranno "sfruttabili" anche per le loro abilità curative, di riparazione o di costruzione di determinati oggetti, ma soprattutto per gli eventuali consigli che ci daranno durante il viaggio, rendendoli così vivi e pieni di spessore. Inoltre, ad arricchire ulteriormente il tutto, ognuno di questi personaggi avrà una storia e certi scheletri nell’armadio, che potremo benissimo risolvere intraprendendo e vivendo un’avventura sempre diversa ed immersiva. Saranno inoltre molto utili per sbloccare opzioni decisive in alcuni dialoghi e ci consentiranno spesso di evitare numerosi problemi.

 

Aspetti tecnici

Graficamente parlando, Arcanum non è sicuramente una chicca ludica, però la visuale isometrica ed il suo stile ricco di dettagli riescono a far dimenticare presto al giocatore questo piccolo difetto. La qualità dei dialoghi e dei suoni ambientali è deliziosa, per non parlare delle musiche di background composte da Ben Houge, di ottima fattura e sempre azzeccate in ogni situazione. In ultimo l’interfaccia, che, seppure leggermente invasiva, risulta funzionale e completa, nonché intuitiva soprattutto per coloro che sono alle prime armi con i giochi di ruolo.

Conclusione

Posso solo concludere dicendo che questo titolo si presenta come un’esperienza di gioco completa ed immersiva, che riesce infatti a coinvolgere il giocatore regalando una trama innovativa e la possibilità di rigiocare più e più volte il videogame. Arcanum rimarrà così negli annali degli RPG per personal computer, in grado di emozionare maggiormente se si è capaci di cogliere il lato legato all’immaginazione del giocatore, più che all’aspetto grafico.

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