Call of Duty: Black Ops – Recensione Call of Duty: Black Ops

La saga di Call of Duty è ormai famosa in tutto il mondo. Il noto FPS è giunto al settimo capitolo ritornando, come già successe per Call of Duty: World at War, indietro nel tempo rispetto al precedente capitolo: questa volta l’avventura si svolgerà nel periodo della Guerra Fredda.
Lo sviluppo di Call of Duty: Black Ops passa dalla Infinity Ward alla Treyarch, sviluppatrice di World at War, che deve creare un nuovo capitolo che, per soddisfare le aspettative dei giocatori, risulti perfetto sotto tutti i punti di vista.
I cambiamenti nel gioco sono ben evidenti a prima vista, ma da un’attenta analisi il gioco risulta simile in molte parti rispetto al suo predecessore. Nonostante questo, Call of Duty: Black Ops supera abbondantemente le vendite di Modern Warfare 2.


I soldati si preparano per un assalto nella neve

Numeri misteriosi

Gli Stati Uniti sono sull’orlo di un conflitto, il nemico possiede un’arma sconosciuta e l’unico modo per fermarlo è risolvere un rebus matematico. Solo un uomo conosce la soluzione e il suo nome è Alex Mason, un soldato americano facente parte di una squadra che si occupa di operazioni segrete.
Mason è tenuto prigioniero da una sconosciuta agenzia americana, il cui scopo è ottenere la soluzione del rebus dal soldato imprigionato. L’avventura prosegue in una serie di flashback che vedranno il soldato impegnato in diverse parti del mondo.
Nonostante la trama originale e molto chiara, Call of Duty: Black Ops dimostra di non saper offrire al giocatore una campagna impegnativa e che offra spunti per ingegnose strategie d’attacco. Per la maggior parte delle missioni il percorso sarà sempre indicato dal compagno in squadra e non sarà possibile eseguire aggiramenti o esplorare il campo in cerca di posizioni strategiche. Rispetto al capitolo precedente, è possibile notare un maggiore impiego dei veicoli che sicuramente rendono più piacevole l’esperienza videoludica.
C’è anche da dire che giocando la campagna alla difficoltà normale, la longevità si appresta attorno alle tre ore; giocandolo in modalità veterano, serviranno molte più ore per completare il gioco, tuttavia l’aumento della durata sarà dovuto solamente all’elevata difficoltà di gioco.
Assente la modalità cooperativa che era stata annunciata e che avrebbe davvero dato una marcia in più.


Un elicottero sta distuggendo la città


Il punto di forza

Con il ritorno alla Treyarch era prevedibile l’inserimento della modalità zombie che aveva fatto la fortuna di Call of Duty: World at War,  questa volta però risulta tutto più difficile: i Nazi-zombie sono molti di più e sono agguerriti più che mai.
Le mappe della modalità zombie sono progettate per essere giocate da un team di quattro persone per rendere al meglio, tuttavia, anche con un team al completo, non sarà semplice superare i round. Questo disagio è dovuto al fatto che spesso ci si ritroverà in squadra con player nuovi o che non conoscono come agire per raggiungere un elevato numero di round, portando a un’inevitabile sconfitta. Per fortuna sarà possibile creare stanze private per giocare con i propri amici. Il gameplay della modalità zombie resta molto simile a quello di Call of Duty: World at War, ovvero il gioco si svolge in diverse stanze da cui entreranno gli zombie; i giocatori dovranno costruire barriere e sbloccare le altre stanze fino a raggiungere l’interruttore della corrente elettrica. Una volta attivata la corrente elettrica sarà possibile comprare alcune bevande bonus che conferiranno al giocatore particolari abilità, inoltre sarà possibile utilizzare il teletrasporto che porterà il giocatore in una stanza sicura dove poter potenziare la propria arma. La modalità Zombie però lascia un leggero senso di insoddisfazione in quanto si sarebbe potuto variare il gameplay per evitare che a lungo andare diventasse monotona per alcuni giocatori. Assieme al multiplayer, la modalità zombie costituisce la colonna portante del gioco, anche se potrebbe diventare presto noiosa se giocata esclusivamente con player sconosciuti.


Il nostro personaggio sta per essere rianimato

Senza online è nulla

Come ogni Call of Duty che si rispetti, è presente una massiccia modalità online che consolida la longevità del capitolo. Dal punto di vista di gameplay, le differenze rispetto al capitolo precedente sono poche: le partite sono molto movimentate in alcune modalità, mentre diventano più strategiche in modalità come "Cerca E Distruggi". La prima cosa che si nota giocando è che le mappe sono molto equilibrate e offrono numerosi percorsi e pochi nascondigli, in modo da sfavorire i cosiddetti "camper"; ogni mappa si presta inoltre per essere giocata in diversi modi e con diverse armi, in modo da non creare monotonia.
Come in Modern Warfare 2 sarà possibile creare diverse classi personalizzate, sono state aggiunte nuove armi, alcuni nuovi accessori e l’aspetto del personaggio può essere leggermente modificato usando le mimetiche facciali e utilizzando particolari Specialità. Per ottenere le armi sarà necessario soddisfare un livello minimo e utilizzare i punti COD ottenuti in vari modi per comprarle.

Il nuovo sistema di guadagno introduce diverse novità, tra cui una modalità molto particolare. Il metodo più semplice per ottenere punti COD sarà giocare normali partite: più punti si totalizzeranno, maggiore sarà il guadagno. Vengono introdotti i contratti, particolari sfide che in base alla difficoltà daranno più o meno punti COD al giocatore. La modalità accennata prima consiste in partite la cui entrata costerà 500 punti COD e i primi tre classificati otterranno punti COD. In questa modalità sarà possibile giocare in "Età della pietra" in cui si avranno a disposizione coltelli da lancio e balestra per uccidere il nemico, vince chi ottiene più kill. "Un colpo in canna" consiste in una partita a colpi di pistola, la particolarità sta nel fatto che si avrà solo un colpo e per ottenerne un altro bisogna uccidere un nemico. "Tiratore scelto" è una modalità in cui ogni venti secondi l’arma a disposizione cambierà e ogni uccisione assegnerà al giocatore una specialità. "Il gioco delle armi" consiste in una gara a chi realizza prima venti punti, a ogni uccisione corrisponde un punto, ma attenzione a essere accoltellati perché si perderà un punto; la particolarità di questa modalità sta nel fatto che a ogni punto corrisponde un’arma diversa, quindi si inizierà da una banalissima pistola, per poi passare ad armi come lanciarazzi e coltelli da lancio.

C’è anche da dire che i prestigi sono diventati 14 e il livello per passare al prestigio successivo è diventato il 50. Sarà possibile inoltre creare un logo completamente personalizzabile e applicabile sul lato della propria arma. Da segnalare anche che sarà possibile creare partite contro l’IA nel caso ci si volesse allenare ed esplorare le mappe.  Infine, come ultima nota positiva, Steam è stato integrato nel gioco e quindi sarà possibile restare aggiornati su ciò che fanno gli amici e navigare nel web senza bisogno di ridurre a icona il gioco.


Una postazione molto efficace per i cecchini.

Comparto grafico e audio

Esaminando il doppiaggio effettuato nella campagna si nota che tutto è eseguito con molta cura senza commettere errori grossolani.
Il suono delle armi risulta piuttosto convincente e realistico, anche se alcune volte capita di non sentirne il suono anche a distanze molto corte. Durante le partite in multiplayer l’audio risulta molto importante per rilevare la posizione dei nemici e anche qui Call of Duty: Black Ops non delude dando una precisa idea di dove si trovi il nemico.
La colonna sonora si presenta con brani ben scelti dal team di sviluppo, facendoci ascoltare anche un brano dei Rolling Stones all’interno della campagna. Molto contestata dall’utenza la scelta di inserire una musica di sottofondo durante la campagna che porta il gioco quasi ad assomigliare a un film di azione invece che dargli realismo.
Sul comparto grafico non c’è molto da dire, considerato che il tutto resta quasi uguale al precedente capitolo, ovvero effetti speciale davvero ottimi ed esplosioni molto realistiche; texture leggermente obsolete ma che fanno ancora per bene il loro lavoro. Ottima la velocità di Treyarch nel creare una patch per i rallentamenti che subiva il gioco pure sulle macchine più efficienti, anche se qualche problema è riscontrabile sui processori dual-core. Adesso il gioco risulta piuttosto fluido tranne in alcuni momenti particolari, per esempio dopo aver caricato la mappa.


Il mimetismo a volte è essenziale.

Non soddisfacente

Call of Duty: Black Ops non è proprio il titolo che ci si aspettava, l’hype era altissimo, un po’ troppo, e il gioco non mostra grandi miglioramenti rispetto al suo predecessore: probabilmente questo è dovuto anche al cambio di sviluppatore che ha portato solamente l’aggiunta della modalità Zombie e di alcune nuove modalità di gioco nel multiplayer, tuttavia questo ha anche portato alla perdita delle famose Operazioni Speciali presenti in Modern Warfare 2.
Nel complesso la trama risulta piacevole, ma i percorsi obbligati potrebbero dare molto fastidio. Il multiplayer invece è migliorato rispetto al predecessore, a patto che Treyarch rilasci una patch per fixare i problemi di lag riscontrabili molte volte. La modalità Zombie resta molto simile al precedente capitolo sviluppato da Treyarch e per questo potrebbe deludere leggermente.
Tutto sommato la longevità è davvero elevata, anche grazie all’aumento di prestigio massimo e all’apporto di nuove modalità. Il gameplay invece resta quasi invariato, tranne che per l’aggiunta di qualche nuovo movimento disponibile, che però non influisce notevolmente.
Il gioco è sicuramente da provare per chi non conosce la saga di Call of Duty e di sicuro non rischia di stufare chi ha amato il capitolo precedente, visto che è quasi uguale, tuttavia potrebbe far storcere il naso agli amanti del realismo e degli FPS che non siano per la maggior parte "corri e spara".
Si spera in qualche DLC futuro che sappia risollevare un titolo che ha venduto moltissimo ma, allo stesso tempo, deluso molti dei grandi amanti della serie.

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