Guild Wars: Eye of the North – Recensione Guild Wars: Eye of the North
Durante la progettazione della quarta Campagna per Guild Wars, Arenanet scelse di annullare tutto e di far uscire qualcosa di totalmente diverso sia nei contenuti che nell’ambientazione. Scelse di fare un espansione, il cui compito sarebbe stato di traghettare i giocatori nei cambiamenti del continente di Tyria alla base delle trasformazioni che avrebbero portato agli eventi del loro nuovo e più ambizioso progetto; quel progetto era Guild Wars 2 e quell’ espansione era Eye of the North. Quest’ultima è per l’appunto un’espansione di Guild Wars, cha differenza delle tre Campagne (Prophecies, Factions, Nightfall) ha bisogno di una di quest’ ulime per poter essere giocata.
Tyria: il futuro compie i suoi passi
La storia di Eye of the North si svolge circa sette anni dopo gli eventi del primo Guild Wars, strani tremori incuriosiscono e inquietano la popolazione di Tyria e di altri continenti; tutti infatti sanno bene che, nonostante le vittorie ottenute in passato, la pace è ancora lontana e le minacce ben più vicine di quanto si pensi, un motivo in più per non essere impreparati nel caso ne arrivassero altre all’orizzonte. Sarà nostro compito investigare, entrare nelle viscere della terra e scoprire che ci sono volti, storie, luoghi e nemici che tutti avevano ignorato per troppo tempo, e che tutto ciò è più vicino di quanto s’immagini. Attraverso queste vie sotterranee, infatti, scopriremo altre razze, alcune di queste molto avanzate come gli Asura, o basate sulla gloria personale come i Norn. Metteremo piede in luoghi di Tyria a lungo ignorati per la loro asprezza e crudeltà, incontreremo vecchi nemici come i Charr e ne osserveremo aspetti diversi da quelli che conoscevamo, ma ci troveremo anche al cospetto dell’Avanguardia d’Ebano, forza d’èlite Ascaloniana, scoprendo che tra le sue fila si trova una vecchia conoscenza che non vedevamo dagli inizi del nostro viaggio per le terre di Tyria; la troveremo molto cambiata, cresciuta e decisamente più forte di quanto mai ci saremmo aspettati. Come vedete molte cose sono cambiate, molte sono rimaste le stesse, molte erano inimmaginabili e molte ancora attendono i giocatori durante quest’avventura, ma in tutto ciò ci si ritroverà a dover affrontare un nemico ancor più dimenticato delle più aspre terre di Tyria, un nemico forse più antico degli Dei stessi.
Sfide dure tra terre selvagge, solo per i più forti!
Guild Wars: Eye of the North, ci catapulta in luoghi di Tyria evitati per lungo tempo e buona ragione: raramente infatti un’orma umana sceglie di posarsi in queste terre, e quando ciò avviene molto spesso non si ritorna indietro per raccontarlo. In quest’espansione potremo visitare le Cime Fredde Profonde, le Giungle della Costa Maculata, le terre dei Charr e numerosi sotterranei che percorrono Tyria. I nemici qui saranno molto forti e sarà necessario avere un personaggio e un gruppo all’altezza; Arenanet ha deciso di rendere gli avversari PVE non solo più alti di livello, ma anche con build migliori. Fortunatamente in aiuto dei giocatori c’è la presenza, introdotta in Nightfall, degli Eroi, e proprio in quest’espansione saranno presenti ben dieci nuovi Eroi da sbloccare. Il gioco oltre a tutto questo offre numerosi altri spunti interessanti e divertenti, come alcuni minigiochi disseminati per il mondo, vere e proprie sfide da superare in modo inusuale per ottenere ricompense e punti spendibili con le numerose fazioni che il giocatore incontrerà durante il tragitto. Ad esempio, saranno presenti incontri di pugilato con skill e armi speciali, utilizzabili e sbloccabili anche in PVE. Oppure il Polymock, una sorta di gioco degli scacchi Asura, ma decisamente più pericoloso e animato! Le cose da fare nell’ambito PVE non mancano, tra potenti nemici e nuovi, e a volte strani, rivali.
Le imprese di un eroe, tra luci e ombre
L’ intento di quest’espansione è di voler essere una sorta di prequel rispetto agli eventi che porteranno a quello che sarà il mondo di Guild Wars 2, che temporalmente si svolge ben 250 anni dopo. In pratica un’espansione che era necessaria per completare Guild Wars e poter iniziare a lavorare al suo seguito (pur continuando ad aggiornare e a espandere la storia del primo con patch periodiche). Tutto ciò implica che, a differenza di una Campagna, i contenuti siano decisamente di meno, e in particolare è ovvio che in un’espansione di questo genere ad avere meno innovazioni sia il PVP. Infatti, nonostante vengano aggiunte nuove skill utilizzabili sia in PVP che in PVE, quest’ultime sono tutte normali. Tre sono le uniche skill èlite e sono utilizzabili soltanto in PVE, così come un gran numero di altre skill comuni; il PVE ha avuto la massima attenzione e ciò ha portato dei benefici evidenti a questa parte del gioco. Benchè sia un po’ più corta di una normale Campagna, quest’espansione, che non ha missioni cooperative ma soltanto quest, riesce ad avere una cura per la narrazione della storia che è migliorata sotto ogni aspetto rispetto alle precedenti tre Campagne, e seppur non ancora abbastanza bene, permette di godere in modo piacevole della trama grazie alla maggior cura dei dettagli e dei filmati. Ultimo particolare non indifferente è la Galleria dei Ricordi, tramite la quale i giocatori potranno esporre i vari risultati ottenuti attraverso Guild Wars; tale galleria sbloccherà in Guild Wars 2 anche alcuni omaggi in base ai punteggi dei giocatori che collegheranno i due giochi, rendendo così Eye of the North un Must per coloro che sono appassionati di questo titolo e già prevedono di acquistarne in futuro il seguito.
Conclusioni
Anche questa volta, Campagna aggiuntiva o Espansione, non fa differenza, se siete appassionati di Guild Wars probabilmente avrete già Eye of the North, se invece intendete avvicinarvi a questo gioco per giocarlo sotto ogni aspetto è d’obbligo avere il titolo base per ottenere la massima esperienza possibile dal gioco.