Nostalgia – Recensione Nostalgia
Cosa aspettarsi da un gioco dal titolo “Nostalgia”, se non qualcosa che abbia a che fare con il passato, i "bei vecchi tempi"? Probabilmente è proprio qualcosa del genere che volevano rievocare alla Matrix Software quando hanno lavorato a questo titolo.
Nostalgia è un gioco che non nasconde, ma anzi espone liberamente, la sua ispirazione ai classici JRPG del passato come Final Fantasy e Dragon Quest. A questo aggiunge qualche idea interessante, il tutto ambientato in un mondo del tutto peculiare. Ma andiamo con ordine.
Avventurieri e sette segrete
Il gioco vi metterà nei panni del giovane londinese Eddie, figlio del celebre avventuriero Gilbert Brown. Purtroppo il vostro popolare genitore è dato per disperso in occasione di un suo viaggio alla Torre di Babele, dove si era recato per salvare una giovane da una misteriosa setta chiamata Ancient Father’s Cabal (la Cabala dell’Antico Padre) il cui obiettivo sembra essere la raccolta di particolari oggetti dal grande potere sparpagliati nel globo. Toccherà a voi, ovviamente, andare in cerca di vostro padre e di sventare la minaccia della Cabala. Presto Eddie incontrerà altri personaggi che si uniranno al suo viaggio, e avrà a disposizione la nave volante Maverick, che gli permetterà di esplorare il mondo agevolmente.
La prima cosa che risalterà ai vostri occhi sarà la peculiare ambientazione in cui il gioco è ambientato. Si tratta di una versione alternativa del nostro mondo del XIX secolo, in cui ritroveremo città realmente esistenti come Londra, Tokyo e Rio de Janeiro, ma con la presenza di aeronavi e avventurieri pronti a scoprire luoghi misteriosi e pullulanti di mostri. Senza dubbio l’ambientazione è quantomeno originale e solletica l’immaginazione; peccato solo che oltre a questo di originale ci sia ben poco.
I protagonisti, i personaggi complementari e gli antagonisti cadono tutti, senza esclusione, nei più prevedibili archetipi visti e stravisti nei classici JRPG di una volta. Non si tratta, come in altri giochi succede, di "tipologie" di personaggi che bene o male hanno qualcosa di particolare da dire, anzi: i personaggi sono piatti, banali e appaiono ricalcati da giochi visti negli anni ’80, solo con una grafica attuale.
Lo stesso dicasi della trama assolutamente prevedibile, priva di qualsivoglia profondità e del tutto poco credibile. E’ vero che in un videogame, e in particolare in un gioco di ruolo, non è difficile assistere a delle forzature atte a conferire enfasi all’avventura, ma è difficile chiudere un occhio vedendo uomini adulti delle istituzioni affidarsi ad un manipolo di teenagers per salvare il mondo, o gente che cade da altezze vertiginose e scampare alla morte. Anche il ritmo della narrazione/esplorazione segue i canoni stracollaudati dei classici: Eddie e il gruppo verranno a conoscenza di un posto dove trovare uno degli oggetti che la Cabala sta cercando, esploreranno l’inevitabile dungeon e si ritroveranno davanti il prevedibile boss; una volta usciti, poi, potranno esplorare il dungeon successivo, magari grazie ad un potenziamento che gli permetterà di andare dove prima non potevano.
Certo è una formula che a grandi linee, in fin dei conti, può essere ricondotta a molti altri giochi dello stesso genere, ma in questo caso la ripetitività e la puntualità di certe situazioni lascia davvero spiazzati. E parlando di antagonisti c’è da riscontrare anche in questo caso un’estrema piattezza: i vostri nemici sono cattivi perché sì; sete di potere… non c’è altro. In occasione delle loro apparizioni si assiste al solito, ripetitivo luogo comune del “cattivone” che vi ride in faccia prima dello scontro, sicuro del proprio potere, e che dopo averle prese non riesce a credere come sia stato possibile essere stato sconfitto da dei ragazzini (e forse se lo chiederà anche il giocatore stesso).
Intendiamoci, nel panorama dei giochi di ruolo è difficile trovare delle idee VERAMENTE innovative ed originali, come pure dei personaggi che escano dagli stereotipi. Ma ci sono molti giochi in cui gli sviluppatori come minimo lavorano sodo per creare qualcosa di convincente. Nostalgia, dal canto suo, sembra non nascondere nemmeno la volontà di puntare al “già visto”, ma lo fa in un modo in cui difficilmente potrete godere del suo "gusto classico", in quanto tutto cade nella banalità e nell’assenza di novità.
dove abbiamo già visto un gruppo simile?
Spade e navi
Anche dal punto di vista del gameplay Nostalgia ricalca formule classiche viste più volte in passato. Il vostro party (una volta incontrati tutti i personaggi) sarà costituito da un cavaliere, una sorta di rouge/ladro, una maga nera e una maga bianca. Le caratteristiche e le abilità sono le classiche che ci si aspetterebbe da classici del genere. Le battaglie sono random e si svolgono con il collaudato sistema a turni. A fine battaglia i personaggi ottengono punti esperienza e punti abilità (SP: skill points) che potranno essere usati per imparare le abilità. Oltre a quelle della propria classe i personaggi potranno imparare delle skills da usare a bordo dell’aeronave. Proprio così: oltre ai normali combattimenti a piedi ci saranno anche degli scontri nei cieli in cui la vostra aeronave sarà attaccata da nemici di ogni tipo, tra cui anche altri velivoli.
Invece di affrontare lo scontro sul ponte, come normalmente accade, il vostro party combatterà dentro di essa, ognuno prendendo i comandi di un meccanismo diverso. La differenza sostanziale sarà che l’intero party condividerà un’unica quantità di HP, quelli della nave stessa. Dovrete dunque anche potenziare il vostro veicolo per renderlo sempre pronto agli scontri che farete.
E’ un peccato vedere come questa formula dei combattimenti su aeronave (chiaramente ispirata da Skies of Arcadia) non sia stata sfruttata appieno. Poche sono le differenze sostanziali che distinguono questo tipo di battaglie da quelle normali. I programmatori avrebbero dovuto fare attenzione a calibrare bene gli incontri casuali, infatti ogni volta che otterrete un potenziamento per la vostra aeronave per farla volare ad altitudini maggiori, e sbloccare così nuove locazioni, sarete attaccati automaticamente da nemici più potenti che in teoria si dovrebbero poter sconfiggere solo avendo a disposizione gli ultimi potenziamenti; ma per raggiungere le città dove acquistarli bisognerà comunque solcare i cieli ed esporsi agli incontri casuali! Dunque capiterà di ritrovarvi davanti nemici di colpo più potenti che potranno abbattervi con facilità. Si tratta di un colpo basso che avrebbe dovuto essere misurato meglio, visto che in casi come questi l’importanza dell’equipaggiamento sovrasta qualsiasi strategia. Le battaglie normali a piedi sono senza troppe sorprese o difficoltà. I nemici che vi si pareranno davanti, boss compresi, difficilmente costituiranno una reale minaccia; come sarà difficile che vi ritroverete a corto di denaro per acquistare gli ultimi equipaggiamenti. Il livello di difficoltà è effettivamente piuttosto basso.
Ebbene si: la vostra aeronave brandirà una spada!
Come per la storia, anche la giocabilità non offre grandi sorprese, fatta eccezione per i combattimenti sull’aeronave, che sicuramente spezzano la monotonia ma che sono stati sfruttati insufficientemente. Malgrado la tipicità della formula è difficile non chiedersi se si sarebbe potuto proporre qualcosa di diverso, se non di innovativo. I meno abituati alle dinamiche classiche potrebbero a lungo andare annoiarsi.
Oltre all’avventura principale sarà possibile cimentarsi in varie sub-quest. Purtroppo molte di queste consisteranno meramente nel rivisitare dungeon già esplorati in precedenza e sconfiggere determinati nemici. Le ricompense andranno da equipaggiamenti a somme di denaro, tutte cose di cui non sentirete particolare bisogno, considerato che raramente vi troverete a corto di fondi per potenziarvi.
Il mondo di un altro mondo
L’aspetto grafico del gioco è senz’altro quello che più sorprende. Come già detto, l’atmosfera è quanto meno particolare, anche se si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio. Spesso infatti le città che visiterete, grandi metropoli come New York, Il Cairo, la stessa Londra ecc. sono costituite da poche schermate che mal rendono l’idea di grandezza. Si potrebbe obiettare che l’epoca è comunque assimilabile al XIX secolo e che si tratta di una versione fantasy/steampunk ante-moderna, ma è pur sempre vero che anche in quel secolo tali città erano molto grandi e popolate, e che comunque se si voleva ottenere un mondo “diverso” in scala inferiore si poteva benissimo evitare di tirare in ballo delle metropoli realmente esistenti.
Oltre alle città avrete modo di visitare luoghi meno comuni e più esotici, persino mitologici, come la già citata Torre di Babele, El Dorado e altri.
La qualità grafica di ambienti e personaggi è decisamente ottima. La Matrix Software dimostra tutta la sua esperienza con la console portatile Nintendo, con texture pulite, modelli poligonali di buona fattura e una buona scelta delle angolazioni della telecamera durante le battaglie. Insomma, sull’aspetto del gioco c’è davvero poco da recriminare, a parte un’antipatica frequenza di colori sempre uguali o comunque poco vari.
Non sarà certamente l’aspetto grafico di Nostalgia a deludervi
Se la grafica a conti fatti brilla, lo stesso non si può dire del sonoro che purtroppo cade nella mediocrità. Le tracce della colonna sonora non sono ‘cattive’, svolgono piuttosto egregiamente il proprio ruolo, ma semplicemente non sorprendono e non risultano in alcun modo risaltanti o memorabili.
Conclusione
Sviluppare e proporre un gioco di stile “classico” non è di per sé una grave colpa. Sviluppare e proporre un gioco mediocre sì. Con Nostalgia, purtroppo, questi due aspetti si compenetrano tra di loro. Non è tanto la classicità che può disturbare il giocatore, quanto come in generale il gioco non presenti un rilevante motivo di intrattenimento, proponendo qualcosa di peculiare che non siano l’ambientazione e le battaglie su aeronave. Una formula di gioco ultra-collaudata e poco originale sarebbe ancora sopportabile se il prodotto offrisse una storia interessante, ma purtroppo neanche questo è il caso di Nostalgia. La trama è un continuo succedersi di clichè, e fa ben poco per offrire qualcosa che non si possa trovare in decine di altri titoli, perlopiù di parecchi anni fa.
L’acquisto di questo videogame è dunque consigliato solo a chi non ha molte pretese e non si aspetta grandi trame, personaggi profondi o sistemi di gioco innovativi; a coloro che vogliono gustarsi un prodotto che abbia quel “gusto classico” semplice e quasi ingenuo dei JRPG di una volta. Per tutti gli altri il consiglio è di guardare altrove: il Nintendo DS dispone in abbondanza di titoli di questo genere di qualità senz’altro superiore.