The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn – The Game – Recensione Le Avventure di Tintin: Il Segreto dell’Unicorno – Il Gioco
È innata nell’uomo l’esigenza di guardare al passato per andare avanti. Accade ciò in qualsiasi campo: nella vita di tutti i giorni, nel mondo del lavoro, nell’arte. Ad esempio uno dei film più in voga del momento, Le avventure di Tintin: Il segreto dell’Unicorno, è in realtà una trasposizione cinematografica di un vecchissimo fumetto belga risalente al lontano 1929. Strano che un uomo come Steven Spielberg abbia trovato l’ispirazione proprio da un esempio così vecchio, ottenendo un buon risultato da parte della critica e del pubblico.
Ad ogni modo, come ogni buon film che si rispetti, subito dopo vi è stato il passaggio dalla pellicola al videogioco.
Molto spesso però, si sa, il videogioco non è all’altezza di competere con il film, vediamo dunque se il gioco Le Avventure di Tintin: Il segreto dell’Unicorno sia un’eccezione o un fiasco come molti si aspettano.
Il titolo è stato sviluppato da Ubisoft Montpellier ed è disponibile per Play Station 3, Xbox 360, Nintendo Wii, PC, PSP e Nintendo 3DS.
Un tuffo nel passato
Come è stato già scritto, il personaggio di Tintin è stato ripreso da un vecchio fumetto belga, nato nel 1929 dalla geniale mente di Georges Remi, in arte Hergès. La storia tratta di questo giovane reporter dalla rossa capigliatura, sempre accompagnato dal fedele Milou, il suo cagnolino bianco. Questi strambi personaggi si ritroveranno catapultati in numerose avventure sparse per il mondo.
Interessante come all’epoca questo fumetto trattasse di argomenti di grossa portata storica. Alcune avventure ad esempio sono state ambientate nell’Unione Sovietica, altre in Tibet, o ancora in America in difesa degli indiani. Insomma, la storia era una componente importante di questa opera, in cui ovviamente non mancava nemmeno lo stile fantastico e accattivante, tipico dei migliori fumetti. Purtroppo con la morte dell’autore (1983) è anche finita la pubblicazione di Tintin. Tra gli anni ’60 e gli anni ’80 è stato realizzato il film e il cartone animato, per poi arrivare al 2011 con l’opera di Peter Jackson e del già citato Steven Spielberg.
Una storia intricata…
La trama riprende per grandi linee quella del film. Inizialmente vedremo Tintin girare per un pittoresco mercatino delle pulci, quando improvvisamente il piccolo Milou nota un particolare modellino di un veliero che presenta una polena avente la forma di un unicorno. Il giovane padrone decide quindi di acquistare questo vecchio cimelio, e casualmente viene a scoprire che all’interno vi è nascosto un biglietto su cui è trascritto un indizio. A cosa si riferisce? Purtroppo viene assalito da un gruppo di uomini, capitanati dai fratelli Passeretti, che prendono possesso del bottino. Ovviamente la sete di avventura di Tintin non può certo placarsi in questo modo, e quindi decide di infiltrarsi nella villa dei fratelli per riprendersi ciò che è di sua proprietà.
Da quel momento l’avventura prende una piega inaspettata, perché il modellino della nave nasconde un misterioso segreto; che si riferisca ad un immenso tesoro? E da questi presupposti iniziano le avventure (e disavventure) del nostro reporter. Incontreremo nel corso degli eventi personaggi tipici della serie, tra i quali il simpaticissimo Capitano Haddock, sempre sbronzo e loquace.
In realtà la storia principale del gioco, per quanto movimentata, richiede poco tempo per completarla, circa 4-5 ore.
…ma un gameplay (troppo) semplice
Il videogioco di Tintin presenta una struttura piuttosto semplice. I comandi sono ridotti all’essenziale: un tasto per dare i pugni (il quadrato se giocate con Play Station 3), un tasto per saltare, ed un tasto per afferrare gli oggetti. In realtà non comanderemo sempre Tintin, ma capiterà di vestire i panni del tenero Milou, ma il discorso dei comandi non cambia. Un tasto per abbaiare, un tasto per annusare e seguire le tracce, ed un tasto per saltare
Per quanto riguarda i livelli, essi sono strutturati principalmente in sequenze in 2D dall’aria tipicamente "platformesca". Dovremo far attenzione a non cadere, per non perdere uno dei tre slot di salute, dovremo fronteggiare numerosi nemici, fare attenzione agli oggetti nascosti ed usare un pizzisco d’astuzia per aprire le porte. Questo è ciò che viene richiesto per superare questi livelli.
Vi sono poi altre situazioni, più statiche come la risoluzione di enigmi, o più adrenaliniche (in terza dimensione) come inseguimenti d’auto, sparatorie in moto, voli su aeroplani in mezzo ai temporali.
Ma tornando alle sequenze in 2D, anche esse sono rese piuttosto interessati per la varietà. Non basta infatti colpire i nemici con semplici pugni, ma potremo usare degli oggetti da lancio per far cadere grossi lampadari su due nemici, oppure potremo nasconderci dentro dei barili per colpire gli avversari ignari della nostra presenza, alla Solid Snake insomma!
Simpatiche e bizzarre sono le possibilità del gioco, tuttavia vi è un grosso problema di fondo: l’inesistente difficoltà. Il gioco risulta scorrevolissimo, ma questo perché è troppo facile. L’intelligenza dei nemici è pari a zero, infatti è molto semplice eludere la loro sorveglianza o sconfiggerli direttamente. Anche gli enigmi nascosti negli oggetti non richiedono macchinosi ragionamenti. A peggiorare le cose poi è l’impossibilità di ruotare la telecamera con lo stick analogico, cosa ormai tipica dei giochi d’oggi, il che rende le sequenze in 3D davvero fastidiose per certi versi.
Un vero peccato perché la struttura semplice e il genere platform davano un tocco retrò e simpatico che avrebbe potuto intrigare un gran fetta di giocatori, ma così si limita semplicemente ad essere giocabile per i bambini.
Ad alzare un po’ la longevità di gioco vi sono altre due modalità aggiuntive alla storia principale. Una in co-op e una modalità sfida. La prima vede come personaggi utilizzabili Tintin e il Capitano Haddock, e tramite la collaborazione dei due dovrete superare dei livelli simili a quelli visti nella storia principale ma dal tocco più surreale e astratto. La seconda modalità è quella "a sfida", che vede l’utilizzo del Playstation Move per superare alcuni minigiochi simpatici basati sull’uso della spada o sulla guida di moto e aereo. Il controllo del Move risulta ottimo, poiché più immediato di quello del joypad.
Grazie a queste due modalità aggiuntive, aumenta la longevità del gioco che comunque rimane a livelli piuttosto bassi.
Non proprio come al cinema
Anche per quel che riguarda lo stile Tintin risulta contrastante su più punti. A primo impatto la grafica sembra di bassissimo livello a causa di alcuni dettagli da far strabuzzare gli occhi, come le mani "pixellose" dei personaggi e la poca cura per i dettagli e particolari dando un’idea immediata di vuoto. Successivamente, specie nelle scene di intermezzo, si nota invece un innalzamento nella qualità generale, in particolare per quanto riguarda animazioni ed espressioni dei personaggi, tanto da ricordare quasi i personaggi del film.
In generale nelle sequenze giocabili vi sono alcune ambientazioni curate nei particolari, soprattutto gli interni come quelli della villa dei Passeretti o della nave; altri scenari invece sono totalmente scarni.
Vi è ad esempio la scena iniziale in cui si pilota un aereo pericolante in mezzo ai nuvoloni, che sembra di giocare a un titolo di vecchia generazione. Niente effetti di luce, idea piatta dell’immagine. Insomma, se vogliamo essere ironici, almeno da questo punto di vista il gioco ha ottenuto perfettamente l’effetto retrò.
Passando al comparto sonoro, è uno degli elementi più apprezzabili del gioco. Musiche simpatiche e sapientemente inserite nell’ambiente di gioco immergono il videogiocatore nel mondo avventuroso ed enigmatico di Tintin. Anche il doppiaggio in italiano non è da disprezzare, ad esempio il Capitano Haddock è doppiato da Pietro Ubaldi, voce di celebri personaggi come Barbossa dei Pirati dei Caraibi o Patrick la stella marina di Spongebob.
È finita l’avventura?
È un peccato per un recensore scrivere "c’erano i presupposti ma non sono stati sfruttati a dovere". Il videogioco de Le avventure di Tintin: Il segreto dell’Unicorno però non è esente da tale giudizio. Questo perché riportare in auge il genere platform, arricchito da diversi approcci d’azione e da sequenze che vanno dal ragionamento all’azione pura, poteva rivelarsi la scelta giusta. Peccato però per la facilità assurda riscontrabile dall’inizio alla fine del gioco, che per quanto simpatico e divertente possa essere mina notevolamente alla longevità peraltro molto bassa.
A peggiorare le cose vi è l’impossibilità di girare la telecamera a nostro piacimento, cosa che è ormai consueta per noi videogiocatori e che potrebbe quindi rivelarsi abbastanza fastidiosa. Ma i difetti non finiscono purtroppo, perché abbiamo visto come la grafica, nonostante l’eccezione delle animazioni, delle espressioni e di alcune ambientazioni, sia a livelli bassissimi di qualità.
A causa di tutto ciò Le avventure di Tintin: Il segreto dell’Unicorno risulta veramente apprezzabile per un pubblico molto giovane e poco esigente, quando in realtà poteva puntare ad un pubblico più vasto, pur non conoscendo le avventure del simpatico giornalista dalla rossa capigliatura.