The Legend of Spyro: Dawn of the Dragon – Recensione Spyro: l’Alba del Drago
L’alba su Play Station 3
Spyro, il tenero draghetto viola, è ormai da tempo immemore ospite fisso sulle console Sony. Il suo boom è stato nel 1998 sulla prima Play Station con tre fantastici capitoli, mentre su Play Station 2 ha avuto un netto crollo con l’inizio della saga The Legend of Spyro, suddivisa nei capitoli A New Beginning e Eternal Night. Probabilmente a causa del passaggio da Insomniac a Vivendi il gioco non è più come un tempo, trasformandosi da platform fiabesco ad un picchiaduro monotono. Spyro però ritenta adesso con The Legend of Spyro: L’alba del Drago a riconquistare i vecchi fan. Questo episodio è probabilmente l’ultimo della saga citata in precedenza, ma è il primo a sbarcare su console next generation, come Play Station 3, Nintendo Wii e Xbox360, ma anche su Nintendo DS e Play Station 2. Chissà se si tratta davvero di una rinascita per il caro Spyro, dopo la brutta caduta su PS2.
Spyro non è più un cucciolo
Era ora che il piccolo draghetto crescesse. Ne ha passate di avventure, eppure nel corso del tempo non è mai cambiato, abituando i videogiocatori ad intenerirsi per il suo piccolo aspetto nonostante appartenesse all’imponente razza dei draghi. Dall’ultima vicenda però son passati tre anni, e le cose sono nettamente cambiate. Spyro e Cinerea sono rimasti rinchiusi in un blocco di cristallo insieme all’inseparabile amico Sparx. Chi ha giocato i capitoli precedenti ricorderà che Cinerea era l’acerrima nemica di Spyro, eppure in The Legend of Spyro: L’alba del Drago i due nemici diverranno amici. Dovranno collaborare insieme per fermare il Maestro delle Ombre, il quale desidera tornare all’era delle tenebre grazie anche all’aiuto del temibile Gaul, il re scimmia. Dal canto loro, gli eroi potranno contare sull’appoggio del nobile guerriero giaguaro, Hunter.
Hunter non è sicuramente un nome nuovo per i fan di Spyro. Qui viene riproposto come guerriero coraggioso che darà man forte ai nostri eroi.
Una succosa novità sarà quella di contare sull’aiuto di un secondo giocatore comandato dal computer. Potrete scegliere infatti se giocare con Spyro o Cinerea con la semplice pressione di un tasto, e ognuno dei due sarà caratterizzato da differenti attacchi. Spyro può infatti usufruire degli elementi generando dei soffi di fuoco, tuono, gelo e terra (come nei precedenti episodi), mentre Cinerea su soffi che sfruttano veleno, vento, terrore ed ombra. Ogni soffio ha un effetto diverso a seconda dei nemici, che finalmente variano un po’, quindi è consigliabile studiarsi una strategia prima di scegliere che elemento usare contro un determinato avversario. I due eroi potranno usare anche attacchi fisici, schivare i colpi avversari e, udite udite, volare. Com’è stato scritto prima, Spyro non è più piccolo e può contare su delle ali più grandi che gli consentono di volare: per farlo basta premere due volte il tasto X e comandare Spyro o Cinerea con gli analogici o il Sixaxis; spesso questa capacità vi servirà per trovare o raggiungere dei tesori o power-up.
Volare non è più un mistero per Spyro e Cinerea.
In The Legend of Spyro: l’alba del Drago, è possibile potenziare i propri personaggi attraverso pezzi di armature, potenziamenti vari e così via. Inoltre vi sono dei boss veri e propri nascosti, che danno origine ad una sfiziosa sub-quest. Insomma, questo terzo capitolo sembra avere le carte giuste in tavola, anche se purtroppo non mancano dei difetti rilevanti. L’idea di poter volare è senza dubbio fantastica, ma se saputa sfruttare bene, perché spesso durante il volo si troveranno dei "paletti" virtuali, o raffiche di vento forti che rendono snervante il raggiungimento dell’obiettivo. Anche la stessa idea di giocare con due personaggi sembra ottima, ma in multiplayer diventa una confusione assurda. Non solo perché i due protagonisti cromaticamente parlando sono simili ed in caso di combattimenti la situazione diventa caotica, ma soprattutto in quanto lo schermo non è diviso in due per consentire ai due giocatori una visione completa: ciò genera inevitabilmente confusione nel caso in cui uno dei personaggi passa avanti. Per fortuna la collaborazione dei due draghi non pesa nell’avventura singola.
Lo Stile del nuovo Spyro
Il comparto sonoro non è mai stato un problema per la saga. Anche in questo caso le melodie sono anonime e da sottofondo, però riescono ad enfatizzare i combattimenti e dare buona compagnia al videogiocatore. Un discorso diverso bisogna invece fare sul doppiaggio, che è interamente in italiano ma con vari problemi di traduzione: spesso infatti sentirete darvi del "voi" anziché del "tu", ed altri errori simili che purtroppo abbassano la qualità del gioco. Per quanto riguarda la grafica, il passaggio alla console next generation è evidente, poiché sfrutta a dovere le nuove potenzialità della console. Personaggi ed ambientazioni ben colorati, movimenti fluidi ed espressioni facciali davvero realistiche e simpatiche, senza contare gli effetti nati dagli attacchi che creano uno spettacolo di colori sfavillanti. Tuttavia si tratta di una cura al dettaglio, perché quando ci saranno invece i combattimenti molti nemici risultano più sgranati e scarni rispetto ad altri.
In questa immagine è evidente la cura per i dettagli e per le espressioni del viso.
La nuova rinascita c’è
The Legend of Spyro: L’alba del Drago è sicuramente il migliore della serie. Croce degli episodi precedenti era la monotonia, che aveva reso Spyro un estenuante picchiaduro a scorrimento sconvolgendo i vecchi fan abituati invece ad un platform degno di nota. Adesso l’ultimo capitolo dedicato al drago viola rimane pur sempre lontano dalle sue origini, ma lo fa in un modo migliore. Merito di una trama accattivante, di un personaggio, anzi due personaggi cresciuti, merito della possibilità di volare, esplorare, superare rompicapi, potenziare i personaggi e sconfiggere potenti nemici nascosti. Adesso la varietà non manca e finalmente si respira aria diversa. Certo, avrete potuto leggere che i difetti non mancano, come la capacità di volto limitata e un multiplayer caotico, oltre ad un doppiaggio discreto, ma è da apprezzare questo soffio di novità per un saga che si pensava fosse ormai finita male.
Spyro è cresciuto, com’è cresciuto il suo gioco.