Two Worlds – Recensione Two Worlds

Sfida lanciata ad Oblivion

Ai videogiocatori più incalliti il nome Reality Pump non risulterà certo sconosciuto. La casa di produzione polacca aveva già esordito in Europa con titoli quali Knightshift, Earth 2140 e successivi sequel. Esaminando soprattutto Knightshift ed il recente Earth 2160 si notano immediatamente dei tratti in comune: la buona grafica, l’ottimo sonoro ed una giocabilità non del tutto soddisfacente. Queste caratteristiche apparterranno anche a Two Worlds? Scopriamolo insieme.

Un pò di originalità non guasta mai…forse i Polacchi non lo sanno…

Two Worlds segue le dinamiche dei più classici RPG; dovremo infatti impersonare un eroe, del quale potremo decidere il nome, in cerca della sorella Kyra, rapita da una misteriosa organizzazione che indaga sulla stirpe del protagonista e del suo popolo. Tutto questo ambientato nel mondo di Antaloor, terra devastata da orde di orchi al servizio di Aziraal, dio della distruzione, una storia simile alle altre avventure giocate in passato con altri videogames. Neanche l’ambientazione fantasy/medievale rappresenta motivo di innovazione con villaggi, immense foreste, bestie selvatiche dall’aspetto mostruoso, spade, scudi, magie, orchi, nani e così via. Non c’è quindi da aspettarsi un RPG anche solo vagamente originale ed innovativo.

Un RPG che non fà l’RPG

Anche il sistema di gioco del videogame non introduce grandi differenze rispetto ai titoli più famosi del genere RPG. Il personaggio, pur essendo personalizzabile per quanto riguarda tratti somatici e vestiario, da l’impressione di essere "predefinito": la storia sarà infatti quella del tipico paladino a cui è affidata la salvezza del mondo, non avremo modo di prediligere la via del bene o quella del male ma saremo costretti a limitarci a fare gli eroi della giustizia. Ovviamente, oltre alla trama principale, avremo l’occasione di portare a termine tantissime missioni secondarie: recuperare oggetti, aprire dei portali, salvare villaggi e via dicendo. Completando queste missioni potremo avanzare nella graduatoria sociale e nelle svariate casate, al fine di ottenere prezzi migliori, missioni più impegnative e così via. Sconfiggendo gli avversari otterremo due tipi di ricompense: punti statistica e punti abilità; i primi possono essere impiegati per migliorare le caratteristiche principali del nostro personaggio: forza, destrezza, vitalità e volontà. Dopo aver racimolato un numero sufficiente di punti statistica saliremo di livello, così da ottenere i punti abilità. Con questi ultimi invece indirizzeremo il nostro eroe verso le varie classi: guerriero, arciere, mago ecc.; migliorando le abilità basilari o quelle specifiche come: l’aumento del danno, la capacità di difendersi con gli scudi, il nuoto, l’equitazione e via dicendo. Il sistema delle magie in Two Worlds presenta un’accattivante novità: si basa su delle carte incantesimo, alcune rappresentanti veri e propri sortilegi, altre contenenti numerosi potenziamenti per le nostre abilità magiche. Ogni card dovrà essere attivata attraverso il tipico libro degli incantesimi, a seconda del rango magico raggiunto e del livello dell’incantesimo. Le scuole di magia all’interno del videogame sono cinque: Fuoco, Acqua, Terra, Aria e Negromanzia. Purtroppo all’inizio del gioco nessuna di esse risulterà utilizzabile, dovremo reperire un mentore che, profumatamente ricompensato, ci inizi alla scuola di stregoneria interessata, e da lì saremo in grado di autogestirci utilizzando i punti abilità per migliorare la nostra potenza magica.

Comparto tecnico: pregi e difetti

Per quanto riguarda il combattimento corpo a corpo, in Two Worlds, così come quello di Gothic ed Oblivion , è un “hack’n’slash”, si tratta cioè di attaccare a destra e a manca con il tasto sinistro del mouse, tentando ogni tanto di difendersi con il tasto destro, oppure mantenendo le distanza se utilizziamo armi a lungo raggio o la magia. L’intero sistema di battaglia funziona in modo esemplare, l’unica denotazione che si è costretti a fare è che, a differenza degli altri RPG, in questo gioco non è possibile morire: finiti i punti salute non ci sarà un terribile Game Over, ma saremo invece spediti al punto di respawn più vicino per poter subito proseguire, senza alcuna penalità. Usare pozioni e defilarsi dai combattimenti non sarà quindi una cosa essenziale, visto che l’unico tipo di penalizzazione in cui potremo incorrere sarà la perdita di un po’ di tempo nel rifare la strada dal punto ove verrete teletrasportati quando esaurirete i punti salute fino al luogo in cui siamo finiti K.O., scelta insolita per un gioco di questo genere, probabilmente adottata per risparmiare qualche adirazione a chi gioca per la prima volta un RPG, che non dovrà riavviare il salvataggio ogni due minuti, ma semplicemente ripartire dal punto dove verrà trasportato in seguito alla sconfitta. Come avrete dedotto prima nella citazione riguardo l’equitazione, sarà possibile cavalcare diversi tipi di destrieri, per muoversi molto più rapidamente. L’uso di un cavallo per gli spostamenti presenta però aspetti sia positivi sia negativi: essendo in Two Worlds molto curata l’equitazione, quest’ultima risulta piuttosto realistica e dopo l’iniziale gioia nel trovare un cavallo abbandonato ci renderemo conto che finché non saremo esperti sarà meglio viaggiare a piedi. Per andare al trotto il nostro cavallo necessiterà di un tratto di strada sufficientemente lungo e di un determinato spazio per poter girare di 180 gradi, quasi impossibile inoltre combattere in sella. In quasi tutti i giochi di ruolo il problema riguardante le “risorse economiche” è spesso il più aggravante ed insopportabile; fortunatamente in Two Worlds non è così, raccogliendo e rivendendo quel che troveremo, in una decina di minuti di gioco racimoleremo infatti la discreta somma di un migliaio di pezzi d’oro. Anche se questo aspetto risulta vantaggioso e rassicurante presenta la pecca di rendere lo “scavenging” (la necessità di dover aspettare molto per avere dei buoni oggetti) dei vari equipaggiamenti inutile. Non sarà inoltre possibile prendere tutto quel che vedremo, ma dovremo limitarci a perquisire i cadaveri ed aprire i forzieri sparsi per tutto il gioco. I dialoghi con gli altri personaggi sono fortemente caratterizzati da una spasmodica e noiosa ripetizione, e ciò è visibile soprattutto con gli NPC che poco intaccano la trama. Analizziamo ora i difetti di questo RPG che dovrebbe fare concorrenza a capolavori quali Oblivion e Gothic: il problema è principalmente caratterizzato dai filmati, che presentano un codec errato e sono quindi impossibili da visualizzare, questa svista può fortunatamente essere corretta avviando i filmati dalla cartella dati con Windows Media Player, questa rimane però una nota di demerito per un videogame del calibro di Two Worlds. Il problema sarà riscontrabile anche per quanto riguarda le schede video: i possessori di schede ATI Radeon saranno impossibilitati ad avviare il gioco, mentre i detenenti di schede NVIDIA GeForce potranno giocare senza alcun problema,però questo quesito ha una soluzione,infatti esistono delle patch pubblicate dopo solo una settimana dalla pubblicazione del gioco. Leggerezze queste che non dovrebbero essere riscontrate in un gioco di ruolo candidato a diventare il nuovo capolavoro per PC. Se risolverete tutti questi impedimenti scoprirete che questo titolo presenta una buona grafica, soprattutto per quanto riguarda le ambientazioni che, senza risparmi sull’uso di HDR e Bloom effects, si presentano nitide e realistiche. Le chiome degli alberi che si muovono al vento, un cielo perfettamente definito e le costruzioni che fanno venire voglia di fermarsi ad ammirare il panorama, gratificano appieno il lavoro degli sviluppatori di Two Worlds. La stessa cosa purtroppo non può essere detta riguardo i modelli dei personaggi che, oltre a tendere ad assomigliarsi fra loro, non presentano grandi espressioni facciali e sono composti da pochi poligoni, soffrendo di conseguenza durante le animazioni del volto piuttosto “legnose”. Discorso differente per la colonna sonora: un mix di musica epica, talvolta cantata, che fa davvero un figurone. Il doppiaggio risente invece di un certo ripetersi degli stessi doppiatori e di una certa mediocrità nella traduzione e nel riadattamento in italiano.

Polonia, riprovaci!

Two Worlds non può competere minimamente con i grandi titoli esponenti del genere. Oblivion rimane indubbiamente su un differente livello e la produzione di Reality Pump potrà essere apprezzata solamente da chi risulterà in grado di supportare i difetti tecnici ed i problemi di struttura precedentemente descritti. Si attendono nuove patch volte alla risoluzione dei numerosi ed evidenti bugs presenti all’interno del gioco, sottolineando in ogni modo l’eccellente qualità della colonna sonora che rappresenta sicuramente l’aspetto meglio riuscito dell’intero videogame.

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