Yakuza Like a Dragon – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Creare un’ottavo capitolo (spin-off esclusi) in una serie tanto lunga come Yakuza è sicuramente un compito arduo. Già con Yakuza 6 la serie cominciava a sentire qualche acciacco dovuto al fatto che, tutto sommato, aveva esplorato un po’ tutto l’esplorabile e detto tutto ciò che aveva da dire.  Con Yakuza Like a Dragon, Ryu Ga Gotoku Studios si è posta come obbiettivo di rivoluzionare il brand, cambiando protagonista e genere di gioco. Mettendo alle redini Ichiban Kasuga, un ossessionato fan di Dragon Quest con fervida immaginazione, il team di Toshihiro Nagoshi è riuscito a costruire un’esperienza che conserva l’anima del drago ma offre contenuto fresco ed emozionante. Grazie a una scrittura fenomenale, un cast eccezionale e un sistema di combattimento con idee molto interessanti, Yakuza Like a Dragon è il titolo di Ryu ga Gotoku Studios che più abbiamo apprezzato dai tempi di Yakuza 0.

Yakuza: Like a Dragon

Nella nostra recente anteprima di Yakuza Like a Dragon – da considerarsi una specie di “parte 1” a questa recensione – abbiamo già avuto modo di descrivere il gameplay, quindi nella recensione ci limiteremo a discuterne la qualità. A conti fatti, il sistema di combattimento a turni è una mossa che non riuscirà a conquistare tutti i fan della serie, dimostratosi scettici al cambiamento di genere da Beat’em Up a JRPG. Tuttavia riteniamo che, a conti fatti, questo sistema di combattimento sia interessante oltre che un’ottima base da poter espandere in titoli futuri.  Riporta qualche limite a livello di bilanciamento, con un gioco che a difficoltà standard non è mai particolarmente difficile e che in un certo punto della storia principale ti obbliga ad affrontare un’arena a scopo di farming, ma tutto sommato lo riteniamo un esperimento riuscito.

Yakuza Like a Dragon non vanta un combattimento a turni solo per la voglia di provare qualcosa di diverso: Ryu ga Gotoku Studios ha assimilato e sfruttato la formula JRPG al meglio delle proprie possibilità. Diciamo questo per comunicare un concetto semplice: se questo capitolo di Yakuza fosse rimasto beat’em up, non sarebbe potuto esistere in questa magnifica forma. Le possibilità che il genere JRPG ha offerto al team di Toshihiro Nagoshi sono ciò che rendono il gioco tanto speciale. Avere un team di compagni costantemente a fianco che discutono, scherzano o litigano, e avere la possibilità di scrivere una storia che gira intorno a tante persone senza il bisogno di dividere la narrativa in diverse route sono solo alcuni degli elementi di originalità che Yakuza Like a Dragon ha rispetto ai suoi predecessori. Persino i minigiochi, sempre presenti nella serie, vengono aiutati dalla formula JRPG, che permette di avere tanti bei premi prendendo parte alle attività secondarie. Ciò ovviamente spinge a voler esplorare meglio tutto ciò che il gioco ha da offrire. In definitiva, possiamo decretare che l’esperimento è assolutamente riuscito.

Yakuza Like a Dragon
Tuttavia non possiamo ignorare alcuni difetti, probabilmente dovuti all’inesperienza, che affliggono il bilanciamento di gioco. Come già accennato il titolo è piuttosto semplice, ma ammettiamo che questo non è per forza un difetto, grazie anche alla possibilità di rigiocare all’intera campagna in modalità difficile.  Ciò che ci ha dato maggiormente fastidio è l’estremo squilibrio tra danno ricevuto e danno inflitto durante le bossfight: molto spesso ci si ritroverà contro dei boss che non costituiscono un vero pericolo, ma durano comunque tantissimo a causa degli HP esageratamente abbondanti dei nemici. Nonostante non ci sia mai pesato combattere in Yakuza Like a Dragon, diverse bossfight hanno rischiato di annoiarci a causa di questa problematica.

Yakuza: Like a Dragon

Conclusa la sezione gameplay, vorremmo discutere brevemente l’unico altro grosso difetto che possiamo evidenziare in questa prima avventura di Ichiban: la colonna sonora. In un videogioco di questo tipo è naturale dare molta importanza alle OST che accompagnano il gameplay. Anche se spesso in fase di recensione l’argomento soundtrack è liquidato in un paio di frasi, potremmo scrivere pagine e pagine su come la giusta traccia musicale possa aiutare un videogioco a essere memorabile. Questo è particolarmente notevole nei JRPG, da sempre esempi perfetti dell’utilizzo della colonna sonora a sostegno del gameplay. Yakuza Like a Dragon, purtroppo, ha una colonna sonora mediocre. Il tema di battaglia principale diventa alla lunga quasi fastidioso, per quanto abbia un buon remix ascoltabile in uno degli scontri finali; il tema delle bossfight è piuttosto anonimo e i dungeon hanno spesso musica che non va oltre il mero compitino dell’accompagnamento di sottofondo. 

Yakuza Like a Dragon

Detto questo, abbiamo espresso ogni nostra lamentela riguardo questo titolo. Parliamo quindi del suo più grande punto di forza: Kasuga Ichiban. Il nuovo protagonista non solo riesce a reggere il paragone con una delle icone del mondo videoludico, quale Kazuma Kiryu, ma a nostro parere riesce a superarlo, e di molto. Seguire Ichiban attraverso le sue disavventure è sempre divertente, vederlo legare con gli sconosciuti per strada e affrontare goffamente ma con convinzione ogni ostacolo crea una dicotomia magnifica con il precedente protagonista. Se Kazuma Kiryu era un drago, un uomo forte in un mondo difficile, Ichiban è una carpa che sta cercando di atteggiarsi da drago: soffre e sbaglia, ma affronta ogni giorno con energia e carisma.  Per sua fortuna, Ichiban è anche circondato da un cast semplicemente eccezionale: ogni personaggio ha uno scopo, è approfondito tramite i rapporti legame e soprattutto ha un proprio e unico carisma. I primi tre compagni hanno decisamente più tempo per crescere rispetto agli altri disponibili, tuttavia (grazie anche ai citati legami) tutti riescono a concludere il proprio arco di crescita e a rimanere nel cuore.

Yakuza Like a Dragon

La narrativa di Yakuza Like a Dragon è perfetta per il personaggio di Ichiban. Tradito da tutti, con diciotto anni di prigione alle spalle e senza la minima idea di come comportarsi, il nostro protagonista dovrà partire dal fondo e tracciarsi una propria strada in un luogo ove nessuno ha più un futuro. Ovviamente non mancano colpi di scena, intrighi politici e le classiche scazzottate in puro stile Yakuza, però la sensazione che dona la narrativa è quella dell’essere completamente scritta attorno a un tema centrale: l’amicizia. Per quanto abbiamo visto molte (troppe?) storie con questo tema, il modo in cui Ryu ga Gotoku Studios ha affrontato la cosa è diverso, maturo ed emozionante. Grazie ai personaggi secondari e a un ottimo cast di villain che contrastano tematicamente le idee e comportamenti di Ichiban, Yakuza Like a Dragon ci ha dato la stessa calda e piacevole sensazione che solo i Final Fantasy dell’età dell’oro erano in grado di donare. 

Yakuza Like a Dragon

Il tutto culmina con una sezione finale che ci ha lasciati senza parole. Le ultime due ore di Yakuza Like a Dragon son tra le migliori che un videogioco ci abbia mai fatto vivere. Nel finale funziona tutto come dovrebbe: le emozioni dei protagonisti prendono il sopravvento, le battaglie si tingono di epico e persino la musica da noi criticata regala alcune tracce memorabili. Pur lasciando uno spiraglio per l’eventuale seguito, Like a Dragon finisce in un modo talmente soddisfacente da non farci avere rimpianti nel caso SEGA decidesse di non proseguirne la storia. Il viaggio di Ichiban è stato fantastico e, nonostante qualche difetto, sappiamo che sarà tra le esperienze di questa morente generazione che ricorderemo meglio.


Yakuza Like a Dragon è esattamente ciò di cui Yakuza aveva bisogno: un’esperienza originale, ma che non perde la propria anima. Grazie a un  protagonista tra i migliori mai visti nel medium videoludico, a una narrativa potente e a un finale che ci ha lasciati senza parole, Like a Dragon sarà una delle esperienze più preziose di questa e della prossima generazione. Non fosse per qualche problema di bilanciamento e per una colonna sonora sotto tono avremmo davanti il miglior Yakuza. Allo stato attuale, invece, Like a Dragon è “solo secondo” a Yakuza 0. Che, diciamocelo, tutto sommato è un risultato niente male.

8.8

Pro

  • Kasuga Ichiban e il cast sono entrambi ottimi
  • Narrativa eccezionale
  • La formula Yakuza funziona bene come JRPG
  • Finale al limite della perfezione

Contro

  • Qualche problema di bilanciamento nel gamepay
  • Colonna sonora dimenticabile
Vai alla scheda di Yakuza: Like a Dragon
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