Back in Time – Etrian Odyssey Untold: The Millennium Girl

Etrian Odyssey come non l'avevate ancora visto.

Prosegue il nostro viaggio nella softeca di 3DS, e torna su Etrian Odyssey: l’anno scorso vi avevo parlato del quarto capitolo, questa volta vi propongo Etrian Odyssey Untold: Millennium Girl, remake del capostipite della serie uscito su DS nel 2007.

La prossima settimana sarà la volta di Etrian Odyssey 2 Untold: The Fafnir Knight.

A partire dalla scorsa generazione, riproporre un gioco spesso significa “portarlo” in alta definizione e aggiungere qualche effetto o filtro grafico. The Millennium Girl offre molto di più: tralasciando per un attimo il comparto tecnico potenziato e la colonna sonora orchestrale, i dungeon sono stati ridisegnati e molti elementi del gameplay sono inediti, e, soprattutto, è stata aggiunta una modalità Storia, con trama, comprimari dotati di personalità, voice acting, cutscene e dialoghi; insomma, un’avventura con tutti i crismi dei JRPG moderni, non più un’esperienza minimale come negli episodi precedenti. Ci sembra opportuno, dunque, iniziare la disamina proprio da quest’aspetto.

Il nostro anonimo eroe è un Highlander, incaricato di investigare sui misteriosi terremoti che affliggono la città di Etria. Esplorando alcune rovine incontra Frederica, una ragazza millenaria affetta da amnesia, e tre ricercatori, uniti all’Highlander da obiettivi simili. Il canovaccio è grosso modo quello originale e la trama non stupisce né lascia con il fiato sospeso, ma i dialoghi e le brevi cutscene costituiscono comunque un piacevole diversivo che dovrebbe soddisfare quanti cerchino un’esperienza più vicina a quella di un JRPG classico al passo coi tempi. Si sarebbe potuto fare di più? Decisamente. È il caso di lamentarsene? Non più di tanto.

The Millennium Girl

Se questi orpelli non sono di vostro gradimento, non siete assolutamente obbligati a sopportarli, perché The Millennium Girl contiene anche una Classic Mode, molto più aderente ai canoni della serie: ciò significa soprattutto non dover sottostare alle limitazioni nella customizzazione imposte dalla trama, al prezzo di un dungeon, due classi (quelle dell’eroe e di Frederica, rispettivamente Highlander e Gunner, assenti nel primo Etrian Odyssey) e qualche boss in più, esclusivi della Storia.

Il consiglio per i più volenterosi è quello di affrontare entrambe le modalità, importando nella Classic Mode il party con cui è stata portata a termine la trama. Sommando le due modalità si raggiunge un quantitativo di ore stratosferico (e devo candidamente ammettere di non aver giocato così tanto per essere più preciso, N.d.R.).

The Millennium Girl

Quella fra Story Mode e Classic Mode è probabilmente la scelta più importante che pone The Millennium Girl, ma ve ne sono altre, che rendono questo remake un prodotto davvero completo. Innanzitutto, sono stati implementati tre livelli di difficoltà: Picnic, Standard ed Expert. Se volete un’esperienza in linea con il resto della serie, vi toccherà puntare alla terza opzione.

A ogni modo, se cambiate idea è sufficiente fare una capatina nel menu Option, dal quale è possibile anche disattivare diverse altre feature “moderne”, come l’Auto Save e l’Auto Map. Ma la maggiore nuova agevolazione è il floor jump: esplorando sufficientemente un floor, le scale sulla mappa diventeranno d’oro, e toccandole sarà possibile teletrasportarsi in quel punto. Si risparmia molto tempo, e anche parecchia frustrazione, visto che l’encounter rate è abbastanza alto.

The Millennium Girl

La possibilità di scelta di estende anche alla colonna sonora doppia, che include sia quella originale del primo Etrian Odyssey, sia la versione orchestrale riarrangiata registrata ad hoc. Quale delle due preferirete probabilmente dipende da quanto siete legati alla vecchia scuola; chi scrive, ad esempio, è abbastanza affezionato alle sonorità Anni Novanta di Yuzo Koshiro, quindi ha puntato sul classico, senza disprezzare il buon lavoro svolto con le “nuove” musiche. Segnaliamo anche l’introduzione del voice acting nella Storia, cui avevamo già accennato sopra. Non è eccellente (ma nemmeno scarso) né fondamentale, ma contribuisce a conferire a questo remake la modernità che Atlus ha ricercato e trovato.

Sul piano tecnico, invece, The Millennium Girl è sostanzialmente un secondo Legends of the Titan: ciò rappresenta un grosso passo avanti rispetto al capostipite della serie, ma in valore assoluto non è qualcosa per cui strapparsi i capelli. Il riciclo è palese, tanto nelle texture quanto nei modelli poligonali dei mob; tolti questi elementi rimane davvero poco altro, trattandosi di un dungeon crawler in prima persona. Chi scrive ha trovato abbastanza sgradevole l’effetto tridimensionale. Aggiunta di questo remake sono le rare ma ottime sequenze anime realizzate da Madhouse, in linea con la direzione artistica del gioco, a sua volta fedele alla tradizione di Etrian Odyssey.

The Millennium Girl

Console alla mano, The Millennium Girl si gioca come al solito, e questo è tutto fuorché un difetto. Come abbiamo appena detto, il titolo è un dungeon crawler in prima persona, caratterizzato da incontri casuali e battaglie a turni con un party composto da un massimo di cinque elementi, schierati in due file. Tornano le peculiarità che segnano da sempre la serie, come la possibilità di disegnare la propria mappa nello schermo inferiore di 3DS (ma è possibile “farsi aiutare” un po’ dal già citato Auto-Mapping) e la presenza dei F.O.E., nemici particolarmente potenti che si muovono a ogni passo del giocatore, come se ci trovassimo in un roguelike.

La Story Mode mette a disposizione il Labyrinth originale, diviso in sei strati, a loro volta composti da cinque piani, e Gladsheim, un complesso di rovine della solita civiltà antichissima ma progredita a livello tecnologico; qui si svolgono gli eventi della trama davvero inediti. Viene da sé, dunque, che con oltre trenta dungeon di difficoltà crescente, il materiale è più che sufficiente a impegnarvi decine di ore; in aggiunta a ciò – e, ricordiamolo, alla possibilità di giocare in Classic Mode – c’è anche un centinaio di missioni secondarie, utili a guadagnare oggetti, denaro e molti punti esperienza. Si tratta perlopiù di classicissime fetch quest, oppure di battute di caccia; a volte, invece, prevarrà l’elemento esplorativo, quando viene richiesto di indicare punti specifici della mappa (ad esempio, un luogo in cui sia possibile scavare).

The Millennium Girl

Le classi sono undici: le nove originali (Landsknecht, Survivalist, Protector, Dark Hunter, Medic, Alchemist, Troubadour, Ronin e Hexer) più le due inedite esclusive della Storia, che sono Highlander e Gunner. Come al solito, ogni Job ha i propri skill tree, che danno accesso a stat boost e varie abilità. Per rendere il sistema meno rigido sono state introdotte le Grimoire Stone, che consentono di utilizzare le abilità – anche dei F.O.E. – in esse “contenute” e di equipaggiare armi che la classe di appartenenza non contempla. In questo modo, ad esempio, anche un Highlander, normalmente non avvezzo alla magia, potrà disporre di incantesimi come Cure. I tre ricercatori portano in dote i primi tre artefatti, ma ne otterrete molti altri trovandoli nei dungeon o replicandoli alla fine delle battaglie nei casi di Grimoire Chance. Le Grimoire Stone sono gestite nel covo della gilda, che si trova nella città di Etria; qui è possibile accedere a diverse opzioni utili, come il deposito di oggetti, alcune missioni secondarie e la fusione delle pietre.

Il sistema non è difficilissimo, ma non è nemmeno particolarmente incisivo, nel senso che non se ne sentiva la mancanza. Probabilmente avrebbe necessitato anche di una maggior cura nell’implementazione, siccome i menu non sono comodissimi e c’è il rischio di compromettere almeno in parte il lavoro di bilanciamento delle classi svolto dagli sviluppatori.

The Millennium Girl


Etrian Odyssey Untold: The Millennium Girl si rivela un ottimo episodio, nonché un succosissimo remake. In teoria dovrebbe piacere un po’ a tutti, neofiti ed esperti, ma noi pensiamo che saranno soprattutto i primi ad amarlo, anche in virtù della nuova Story Mode. Il gioco, proseguendo il percorso iniziato da Legends of the Titan, punta a essere sì un’esperienza hardcore, ma mette a disposizione un sacco di opzioni user friendly che lo rendono ben più abbordabile dei predecessori, anche a difficoltà massima. E i vecchi fan cosa devono fare? Lasciare il gioco sullo scaffale? Non ve lo consigliamo: al di là della presenza della Classic Mode, è comunque possibile settare la difficoltà a Expert in ogni momento (a Etria), disattivare Auto Map e Auto Save e, volendo, si può ignorare pure il Floor Jump, che non è certo obbligatorio. Anche così potrebbe non essere il più difficile Etrian Odyssey della storia, ma vi assicuriamo che non sarà una passeggiata di salute.

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