Breath of Fire III – Recensione Breath of Fire III

Una nuova vecchia gloria

Breath of Fire è quello che può esser considerato un precursore degli rpg completi. Divulgando entusiasmanti storie di cavalieri e draghi è passato per le migliori console, partendo dal Super Nintendo per arrivare quindi alla nostra Psp, diventando notorio quanto le saghe di Final Fantasy, Dragon Quest e Suikoden. A ben 14 anni dalla sua creazione, la Capcom decide di regalarci una revisione del capitolo più intenso e venduto al pubblico, ovviamente il terzo. Per i pochi che ancora non fossero a conoscenza di questo gioco di ruolo va detto che: anche questa saga risplende per la sua elaborata semplicità nel bidimensionale, quindi anch’esso come molti altri va giocato per approfondirne il corso degli eventi e non per osservarne gli effetti grafici o la minuziosa attenzione degli ambienti, i quali riescono comunque a luccicare per l’apprezzabile stile cartonesco. Ryu è il protagonista assoluto della saga , enigmatico ed orgoglioso viene visto crescere nel tempo in diversi mondi e diverse età, esimio oltretutto per la straordinaria facoltà di potersi mutare in un temibile drago. Assieme a Ryu altri personaggi torneranno a farsi vivi nella saga e non soltanto in Breath of Fire: alcuni infatti saranno perfino presenti nel background scenico nell’adorabile pocket fighter! Ma ora senza troppo indugiare veniamo ai dettagli tecnici e al resto..

Il ruggito di fuoco

Breath of Fire III spicca tra molti altri giochi per effetti sonori azzeccati , soprattutto nella schermata degli status dei personaggi e delle configurazioni del gioco. Suoni delicati che mai darebbero fastidio dopo un eccessivo utilizzo nello scorrimento di item vari ed altre opzioni. Notevoli inoltre la maggior parte delle theme che accompagneranno il gruppo in giro per città e dungeon. Passando da un mix tra soft rock e toni jazz riscontrato all’esterno della mappa, ai brani leggeri apostrofati da violini, flauti e toni alti di quello che sembra un bongo (ovviamente nel classico stile jazz che tanto pare piacere ad Akari Kaida e Yoshino Aok, i suoi autori), trovati inizialmente nella città campagnola di Mc Neil, la prima a cui avrete accesso. Sicuramente un insieme di suoni interessante; in caso vi avesse colpito nel profondo, vi farà piacere sapere che oltre al solito cd con tutte le soundtrack del gioco cui appartengono, Breath of Fire III conta una collezione speciale chiamata Drama Album (purtroppo però rilasciato solo nel lontano sol levante). Composta dalle voci delle vecchie glorie nipponiche della saga rimarcherà le varie scene del gioco aggiungendone altre extra compresa una nuova theme: “Harmonica”.

L’ultimo discendente

Ai confini del mondo conosciuto, nelle profondità di una miniera, alcuni uomini, grazie ad esplosioni ed estrazioni di un minerale raro, fossilizzato dai resti dei draghi antichi, portarono alla luce un cucciolo di quest’ultimi che riposava in pace, protetto ed oscurato. Il suo risveglio fu tanto brusco da costringerlo ad usare il suo soffio incendiario, tramite cui carbonizzò la maggior parte degli sventurati. Tentando di fuggire poi da quella che non era più la sua casa ,venne tramortito in un attimo di distrazione. Probabilmente senza alcun legame in vita coi suoi familiari, questo drago venne successivamente ingabbiato e lasciato incustodito alla luce del sole, dove moltitudini di bestie selvatiche avrebbero potuto infierire nei suoi confronti. In fondo, seppur fornito di una potenza ineguagliabile, rimaneva comunque un piccolino abbandonato. Una volta ripresi i sensi si accorse però di non essere più quella temibile creatura leggendaria, bensì un adorabile bambino umano dai folti capelli azzurri. Senza vestiti, affamato e sempre più spaventato si ritrovò accerchiato da alcuni animali selvatici intenzionati a divorarlo, e la sua fine sarebbe stata quindi inevitabile se uno sconosciuto, una persona alquanto bizzarra somigliante ad un gatto biondo, non fosse intervenuto prontamente in suo soccorso. Credendo che quel bambino fosse uno dei tanti abbandonati in zona da una crudele famiglia, decise di portarlo con sé nella sua casa, situata nella foresta poco distante. Giunti alla dimora Rei, il salvatore, trovò il suo inseparabile amico Teepo ad attenderlo, un simpatico tappetto che li accolse calorosamente. Venendo a conoscenza che il nome di quel bambino adorabile era Ryu, unica cosa che pareva ricordarsi della propria esistenza, i due pensarono di tenerlo con se per un po’ di tempo, ed istruirlo ai loro giri malavitosi. Nonostante il gesto compassionevole, Teepo e Rei non erano infatti da considerarsi due persone miti ed oneste, ma due ladri. Abituati al furto di oggetti o bestiari appartenenti ai paesi, ormai erano visti in malo modo da tutta la comunità. Ne parlarono all’ignaro in modo cosi semplice ed ottenebrante che Ryu non poté far meno che accettare e dopo essersi agghindato come un giovane guerriero la compagnia era infine pronta ad un’altra “escursione” nel paese campagnolo di Mc Neil dove il bambino avrebbe conosciuto la vera fama dei suoi compagni.
Queste non sono che le basi delle leggende di Breath of Fire III e qui mi fermerò per non rovinarvi ulteriormente le decine di ore di gioco che vi attenderanno, spero comunque di avervi invogliato con questo velo poetico al suo imminente acquisto.

Un’occhiata al gameplay e alle novità

Poco va detto riguardo il sistema e il modello di combattimenti (a turni) che Breath of Fire III ci offre. Lo schema completo delle azioni si suddivide in: attacco, difesa, magia, fuga e il nuovo “enemy skill”, un comando speciale che permette di osservare il nemico che ci si pone davanti, attendendo il suo attacco e, se dotati di una buona dose di fortuna, assimilarla, rendendo dunque più interessanti quei duelli casuali portati alla fortificazione del gruppo. Gruppo che comunque potrà imparare da sé tecniche speciali man mano che i livelli aumenteranno. Non dimentiachiamoci perl di aggiungere che questi combattimenti casuali non appariranno nel classico schermo spezzato ed offuscato che ci trasporterà direttamente sul campo di battaglia. Durante le escursioni all’esterno della mappa infatti apparirà di tanto in tanto un punto esclamativo sulla testolina di Ryu, e premendo il tasto X potremo catapultarci in un’area limitata e lì poter affrontare quasi in diretta tutti i nemici che vorremo abbattere; in più, spesso la stessa area ci fornirà un sacchetto contenente un oggetto abbandonato a terra. Una vera e propria benedizione soprattutto all’inizio del gioco, poiché potrebbe capitare di trovare al suo interno i primi equipaggiamenti con i quali riempire negli spazi vuoti dei personaggi, i quali inizieranno l’avventura con un set limitato, dandoci anche la possibilità di poter spendere i primi soldini per un abbondante rifornimento di pozioni curative o soste nel più vicino albergo; tuttavia non va trascurata la possibilità di creare un campeggio ovunque si voglia e poter discutere allegramente con gli amici rendendo la presenza delle locande quantomeno inutile. Ulteriore novità riscontrata in Breath of Fire III sarà il villaggio delle fate, un luogo dove poter crescere ed avere accesso a splendidi sottogiochi o perfino a test del suono. Alcuni manufatti unici chiamati Geni del Drago, che potranno essere trovati nel corso della storia, torneranno utili a Ryu come canalizzatori di potenza, mutandolo nella temibile bestia. Esse inoltre avranno la possibilità di essere mescolate  fino ad un massimo di tre per volta, generando infinite possibilità. Concludo anche questo aspetto parlanodvi del sistema di pesca che, accessibile come opzione principale nella prima schermata, sarà portato alla modalità wireless allo scopo di poter interagire coi propri amici (e magari vantarvi dei vostri progressi).

Conclusione

E’ da un po’ di tempo che le case produttrici di punta si fissano sui riadattamenti dei titoli che all’epoca ci fecero balzare sulla sedia per l’eccitazione. Rinfrescato dalla modalità wireless di pesca e dalla presenza di gallerie visive ed uditive, Breath of Fire III si mostra come un irremovibile alfiere in questa guerra della nostalgia, l’ennesimo tono positivo per le nostre console portatili.

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