Like a Dragon: Ishin! – Recensione

Recensito su PlayStation 5

Like a Dragon: Ishin! è la risposta di Ryu Ga Gotoku Studios alla richiesta, ormai decennale, di localizzare Yakuza: Ishin! in occidente. Il metodo utilizzato per questa operazione è quello della remaster “Kiwami”, a metà tra rimasterizzazione e remake, a cui siamo stati abituati durante la scorsa generazione. Il risultato è un titolo con un feeling molto classico, differente da Kiwami 2, Yakuza 6 e i Judgment, ma un impatto grafico simile (per quanto a tratti inferiore) ai titoli più recenti dello studio. Come remaster, forse si poteva fare di più per Ishin!, ma come primo impatto col titolo in occidente, Like a Dragon: Ishin! conferma l’infermabile striscia di grandi titoli appartenenti alla saga Yakuza/Like a Dragon. 

Like a Dragon: Ishin!

Like a Dragon: Ishin! ci porta in un’epoca diversa da quella a cui lo studio ci ha abituati, non si parla di faide tra le famiglie Yakuza ma di una storia di onore e vendetta nell’era della decadenza dei samurai. Sakamoto Ryoma, o Saito Hajime, è un samurai alla ricerca della verità sull’assassinio di una persona a lui cara con un solo indizio da seguire: il misterioso stile di combattimento dell’assassino. Gli unici a conoscere questo stile sono sette guerrieri di Kyo, sette dei dieci capitani della famigerata Shinsengumi. Per un fan della storia giapponese, solo sentire i nomi dei personaggi coinvolti può essere abbastanza per accendere l’interesse nella storia di questo gioco. La Shinsengumi è una delle più famose icone della storia pre-guerre mondiali del Giappone, seconda solo all’abusatissimo Nobunaga Oda.

Like a Dragon: Ishin!

Like a Dragon: Ishin! però non è un semplice prodotto storico, ma una vera e propria storia Yakuza portata all’interno di un nuovo contesto. Si tratta di un’operazione simile a quella che Sekiro ha fatto con la trama dei prodotti Souls. Il feeling e le tematiche sono le stesse, ma cambiando il mondo attorno ai protagonisti, l’esperienza riesce ad essere originale e donare nuove emozioni. Personalmente reputo la narrativa di Ishin! tra le più affascinanti della serie, con un intrigo gestito molto bene e un payoff emotivo paragonabile a quello dei migliori titoli scritti dallo studio. Non arriva agli apici del finale di Yakuza: Like a Dragon o Yakuza: Kiwami, o a vari punti del capolavoro Yakuza 0, ma è una storia che sicuramente tutti gli appassionati degli altri titoli potranno apprezzare.

Like a Dragon: Ishin!

Il punto forte di Like a Dragon: Ishin! è, a mio parere, la ricreazione della città di Kyo di fine 1800. L’atmosfera è fantastica e ciò aiuta a rendere ogni side story, ogni minigioco, insomma, ogni attività, molto più coinvolgente. Per quanto adori la serie le ambientazioni metropolitane di Kabukicho e Isezaki Ijincho sono arrivate a essere un po’ stucchevoli (complice il fatto vengano utilizzate anche nella serie gemella Judgment). Kyo e Tosa invece hanno ri-acceso in me la voglia di scoprire ogni angolo e ogni storia scanzonata o senza senso che offrono. Ishin! è attualmente il mio videogioco preferito per respirare l’aria di un Giappone storico e rurale, cosa che (nonostante l’abbondanza di titoli ambientati tra Giappone medievale e moderno) in pochi giochi riescono a realizzare.

Il sistema di combattimento è un altro grande pregio di questo titolo. Si ritorna al classico beat’em up, ma con un approccio diverso dagli ultimi giochi del genere dello studio. Si torna infatti ai multipli stili, resi iconici da Yakuza 0 e non potrei esserne più felice. Gli stili di combattimento sono molto variegati e ben strutturati (eccetto quello a pistola), combattere in un titolo della saga non aveva un feeling tanto soddisfacente dai tempi di Yakuza 0. Le bossfight sono molto ben fatte, anche se avrei preferito qualche coreografia speciale in più. Quelle che ci sono le ho apprezzate, ma sono mediamente meno del solito.

Like a Dragon: Ishin!

Voglio inoltre sottolineare anche la colonna sonora. Non sono un fan delle OST dei titoli di Ryu Ga Gotoku Studios, che spesso hanno 2 o 3 highlight di altissimo impatto ma peccano nel proporre canzoni troppo anonime e ripetitive per gran parte dell’esperienza. In questo caso è stato deciso di comporre usando sia i classici strumenti che caratterizzano la serie che altri più caratteristici del periodo storico in cui Ishin! si svolge. Il risultato è qualcosa che ho adorato e mi ha permesso di godere ancora di più la già ottima atmosfera.

Finora ho parlato solo che bene di Like a Dragon: Ishin!, purtroppo però non si tratta di un’esperienza perfetta. Anzi, a confronto, ho preferito sia Yakuza 0 che Like a Dragon. Questo è dovuto da alcuni piccoli dettagli che, alla lunga, trattengono l’esperienza. Prima di tutto, l’equilibrio di gioco. Giocando a Difficile, fino a capitolo 8, ogni nemico è una spugna. Questo è dovuto all’integrazione di un sistema di potenziamento delle armi…che però è al limite dell’inutilizzabile a causa dell’esagerato farming che comporta. A causa di questo anche le bossfight meglio fatte si tirano troppo per le lunghe e nel caso di game over possono essere frustranti.

Like a Dragon: Ishin!

Il rovescio della medaglia è che il sistema di “Heat Moves” (le mosse speciali eseguibili tramite apposita barra) è molto più abusato che in altri titoli. Sbloccando alcune specifiche mosse è possibile andare avanti per minuti a ripetere le stesse animazioni senza che il gioco ti spinga a far altro. Il tutto è implementato in questo modo per sposarsi col minigioco della terza squadra Shinsengumi, nel quale si potranno affrontare dei mini dungeon di combattimento. Il problema è che questi livelli sono completamente piatti, ripetitivi e noiosi. Il combattimento è divertente, apprezzo la possibilità di poterne godere in attività secondarie, ma nel caso di questo minigioco, la ripetitività va a soffocare le qualità del titolo.

Ultimo difetto che voglio sottolineare è nella presentazione. Come accennato prima, la rimasterizzazione di Ishin! non è delle peggiori, ma nemmeno delle migliori. In modo simile a quanto accaduto a Crisis Core: Final Fantasy VII, Like a Dragon: Ishin! è un titolo che a volte riesce ad ingannarti nel pensare sia un titolo contemporaneo, tuttavia molto spesso ti rendi conto facilmente degli anni che ha sul groppone. Alcune animazioni facciali sono rimaste indietro (stranamente, visto il pedigree della serie) e diversi modelli sono bruttini alla vista. Niente di troppo grave, ma non aspettatevi un titolo dalla qualità grafica tale da giustificare la versione Playstation 5. Inoltre, pecca anche di scelte di performance e accessibilità.


Like a Dragon: Ishin! è l’ennesimo centro di uno studio che sta assicurando qualità da anni. Un gioco dall’atmosfera fantastica, un combat system solido, una buona storia e tantissimo contenuto. Potrebbe arrivare ad essere un capolavoro se non fosse limitato da alcune lacune nel bilanciamento e da contenuti a tratti troppo ripetitivi. Detto ciò, rimane un titolo che ogni fan della serie deve recuperare e perchè no, anche un ottimo punto di partenza per chi vuole avvicinarcisi!

Like a Dragon: Ishin RECENSIONE

Like a Dragon: Ishin! è un ottimo gioco, fermato solo ad qualche contenuto troppo ripetitivo, ma sorretto da un'ottima storia e fenomenale atmosfera. Vediamone tutti i dettagli in questa videorecensione.

8.7
Like a Dragon: Ishin! è un ottimo gioco, fermato solo ad qualche contenuto troppo ripetitivo, ma sorretto da un'ottima storia e fenomenale atmosfera

Pro

  • Atmosfera fenomenale
  • Ottima narrativa
  • Ottimo combat system
  • Colonna sonora memorabile

Contro

  • Esteticamente può mostrare il fianco
  • Equilbrio di gioco che porta al farming
  • A volte ripetitivo
Vai alla scheda di Like a Dragon: Ishin!
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