Mario vs. Donkey Kong: Mini-Land Mayhem – Recensione Mario vs. Donkey Kong: Parapiglia a Minilandia

Nel mondo dei videogiochi ci sono poche leggende in grado di competere con Super Mario. Tra queste, molte si sono spesso ritrovate protagoniste di giochi mediocri che portavano il loro nome al solo fine di aumentare le vendite. Fortunatamente nella carriera della mascotte di Nintendo questi passi falsi si contano sulle dita di una mano: la maggior parte dei numerosi titoli con Mario come protagonista è infatti di buona fattura, semplice e divertente. In altre parole, incarna alla perfezione gli ideali di Nintendo. La serie Mario Vs. Donkey Kong non fa eccezione: si tratta di un puzzle game colorato e ricco di sfide, in grado di appassionare giocatori di ogni età. Nelle prossime righe parleremo di Mario vs Donkey Kong 3: Parapiglia a Minilandia, terzo capitolo ufficiale della saga che vanta ormai due capitoli per Ds, uno per GBA e uno spin-off distribuito in Digital Delivery sullo store Dsi Ware. Vedremo insieme come, con qualche ritocco meramente grafico e niente di più, gli sviluppatori di Nintendo siano riusciti a riproporre una formula collaudata anni fa e ancora in grado di stupire.


Un premio ai primi 100 visitatori del parco divertimenti! Donkey Kong,
quando scoprirà di non essere tra questi, andrà su tutte le furie

Fedeltà al passato

Sicuramente chi avrà già giocato ai capitoli precedenti si starà chiedendo quali sono le principali novità di questo seguito. La risposta è tanto disarmante quanto semplice: non ce ne sono. Sin dal suo esordio su GBA, il gameplay di Mario Vs. Donkey Kong si è basato su pochi fondamentali concetti che ancora oggi sono in grado di appassionare senza bisogno di aggiunte o ritocchi. La trama, classico tra i classici, vede come al solito una donzella rapita (la Pauline già presente dei precedenti capitoli) e una serie di ostacoli da superare per salvarla. Non essendoci di mezzo la principessa Peach non si vede nemmeno Bowser, ma non fa differenza: ci penserà Donkey a fare il cattivone di turno, impersonando il temibile Boss alla fine di ogni mondo di gioco.

Come nella precedente versione per Nintendo Ds, per controllare il gioco useremo al 90% lo stilo sullo schermo inferiore della console: dovremo utilizzare tutti gli oggetti a nostra disposizione per aprire una vita ai Minimario verso la porta che conduce al livello successivo. Specifichiamo meglio per chi non ha mai provato il gioco: in Mario Vs. Donkey Kong non impersoneremo direttamente il famoso idraulico dalla salopette rossa, ma giocheremo con dei suoi piccoli e pupazzosi alter-ego caricati a molla. Una volta in movimento, i Minimario non sono controllabili direttamente dal giocarore: essi avanzano implacabili utilizzando ponti, scale e tubi, tornando semplicemente sui loro passi se incontrano un ostacolo insormontabile. Il nostro scopo sarà aprire loro una strada verso la fine del livello, cercando nel contempo di fargli raccogliere tutti i bonus presenti nello stage. Attenzione però: non sono ammessi errori, dal momento che la morte di un solo Minimario porterà al game over. I piccoli pupazzi, inoltre, dovranno anche raggiungere la porta in breve tempo, dal momento che una volta che il primo di essi l’avrà attraversata partirà un rapido conto alla rovescia entro il termine del quale anche gli altri Minimario dovranno essere giunti a destinazione. Le cose si faranno più complicate quando ci troveremo a dover guidare, aoltre ai piccoli alter-ego di Mario, anche pupazzetti di Peach, Donkey e Toad, ognuno verso la relativa porta di appartenenza. La dinamica di base, comunque resterà sempre la medesima: si tratta di un sistema chiaro e semplice, che ha permesso agli sviluppatori di dar vita ad una serie di livelli diversi tra lor e pieni zeppi di variabili che il giocatore dovrà modificare a proprio favore con intelligenza e prontezza di riflessi.

 


Starà a noi sistemare correttamente gli oggetti a disposizione per
guidare i Minimario verso la salvezza

Per fare qualche esempio, eccovi alcuni degli oggetti che utilizzerete: le travi in stile Meccano, da posizionare anche in verticale o diagonale, saranno fondamentali per creare un solido terreno di appoggio per i pupazzi; le molle andranno utilizzate strategicamente per farli saltare; i tubi andranno posizionati in modo da far sbucare i Minimario nelle zone dei livelli inaccessibili altrimenti; le scale serviranno per raggiungere le zone più elevate. Ogni mondo – ce ne sono 8 in totale, più un mondo S e altri due mondi da sbloccare una volta completati gli altri – ha un suo oggetto caratteristico, da utilizzare all’interno degli 8 livelli che lo compongono. Completati questi livelli si dovrà affrontare e sconfiggere Donkey Kong per passare al mondo successivo. Questa struttura, semplice e lineare, sembra creata apposta per non disorientare troppo i giocatori: la difficoltà si attesta sempre su un livello medio–basso per tutta la durata dell’avventura, e le mosse da compiere sono sempre chiare come il sole. Questa caratteristica, certamente ben accolta dai fan della serie, è da considerarsi un monito per gli appassionati dei puzzle game più complessi: chi è cresciuto a pane e Lemmings potrebbe trovare Mario Vs. Donkey Kong troppo semplice per i suoi gusti, anche nei livelli più avanzati. Fortunatamente i livelli creati dalla comunità con il potente editor – al quale dedicheremo un paragrafo più in basso – sono ampiamente in grado di colmare la lacuna. Chi dispone di una buona connessione Internet, quindi, potrà affrontare sfide degne di nota e decisamente più impegnative.


Molto divertenti i livelli con più personaggi, da guidare ognuno
alla rispettiva porta di fine livello corrispondente

 

 

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