Soulstice – Recensione

Recensito su PlayStation 5

Finalmente ho giocato e completato Soulstice, character action made in Italy di cui ho già avuto il piacere di parlare in un anteprima, spolpando per bene la demo. Vi invito a iniziare la lettura proprio da tale articolo, che trovate linkato qui, poiché son già entrato nel dettaglio di molte meccaniche di gioco e questa recensione sarà un proseguo di quello stesso commentario.

Ho concluso la mia prova con Soulstice molto soddisfatto e con davvero poche riserve, a gioco concluso, devo dire che purtroppo qualche singhiozzo è presente nell’opera che rimane però un ottimo character action che son felice possa arricchire questo magnifico genere videoludico. 

Soulstice

A differenza di quanto visto nel provato, ho giocato la versione completa di Soulstice su Playstation 5 invece che PC. Voglio quindi premettere un commento sulle performance. Giocato in modalità performance sull’ammiraglia Sony, il framerate si comporta bene per gran parte dell’esperienza.

Purtroppo però sono incappato in gravi cali (roba da pochi secondi, ma comunque fastidiosi) specie nelle sezioni finali del gioco. Molti nemici usano esplosioni colorate di rosso e blu e queste, unite ai costanti attacchi bianchi di Lute, riempiono lo schermo di particellari i quali possono fare soffrire la versione console. Un peccato per un gioco che a conti fatti risulta solido per quasi tutto il tempo, ma quando inciampa lo fa notevolmente e considerando la natura del genere, ciò è da tenere in considerazione come difetto non ignorabile. 

Soulstice

Detto ciò, Soulstice ha confermato gran parte dei pregi che ho già sottolineato durante la demo. Il sistema di combattimento è, come da tradizione nei character action, il principale punto di forza e non fa che migliorare progredendo nel gioco. L’impatto dei potenziamenti è notevole, in particolare quando si può investire nelle tecniche di Lute.

Rispetto alla demo il principale elemento di gameplay che abbiamo potuto esplorare meglio è “Follia”, corrispettivo del Devil Trigger. Piuttosto che legare la trasformazione di Briar a una barra, questa è legata alla coesione tra lei è Lute, che altro non è che la barra dello stile. Variando le proprie combo e non facendosi colpire sarà possibile attivare questa modalità più spesso, in cambio però di un reset del valore di coesione, che impedirà l’accesso a delle specifiche mosse molto utili.

Soulstice

Entra in gioco quindi un elemento di pianificazione considerevole, nel quale il giocatore può esprimersi come meglio crede, scegliendo tra l’avere a disposizioni combo aggiuntive molto forti (affidandosi però alla propria abilità di riuscire a inserirle nei combattimenti senza farsi colpire o calare la barra della coesione) oppure abbandonarsi alla Follia per liberare il campo da nemici fastidiosi. Ho apprezzato molto questa scelta, non solo rende più soddisfacente usare la follia, ma aggiunge un’ulteriore scelta che il giocatore deve fare a ogni scontro. Personalmente è una delle integrazioni migliori del “Devil Trigger” che abbia mai visto, ottima mossa da parte dei game designer. 

La varietà dei nemici è impressionante, fino agli ultimi battiti del gioco vengono introdotte nuove bestie che mantengono sempre il gameplay fresco. Purtroppo un paio di queste le ho trovato più dannose che altro, con stili di combattimento troppo caotici che mettono a dura prova la telecamera e occasionalmente le performance del gioco. Tuttavia in generale apprezzo molto la line-up di avversari di Soulstice, c’è parecchia varietà (col contro già citato di un paio di avversari un po’ frustranti) e ti spinge a usare tutto l’arsenale a disposizione.

Soulstice

Se sotto il lato del gameplay confermo a pieno le mie buone impressioni iniziali, il comparto grafico che ho molto lodato nella demo mi è caduto un po’. Soulstice rimane un gioco bello da vedere e con un art direction notevole, a eccezione dei design umani, però a fronte dell’intera avventura risulta un po’ monotono. Tante stanze vengono riciclate, specie negli interni e il gioco è generalmente molto più interessante quando percorri le stradine della città piuttosto che dentro le varie strutture.

Considerando gli sforzi del gioco per promuovere la narrativa, mi soffermo su essa per un attimo. Soulstice non è un gioco che stupisce con la propria storia, nè tantomeno uno che ha veramente bisogno di un’impronta narrativa particolarmente solida. Si vedono dei buoni sforzi per sviluppare il mondo e i personaggi, ma tutto sommato niente rimane veramente impresso. I risvolti di trama sono prevedibili e i personaggi non vanno oltre ciò che già si può dedurre dal loro design.

Soulstice

Il level design è competente, nulla che aggiunga all’avventura ma nemmeno che ne detrae. A eccezione di un livello, ogni stage fa il proprio lavoro e intermezza bene sezioni esplorative con i vari scontri disseminati qua e là.

Ilden non è una mappa memorabile quanto la Temen’in Gru di Devil May Cry 3, ma ha un suo carattere ed è più riconoscibile delle ambientazioni sconnesse che spesso caratterizzano i giochi più recenti del genere. Un dettaglio su cui mi sono ricreduto in positivo è la colonna sonora, non incredibile, ma solida e che funge da buon accompagnamento all’avventura.


Soulstice è un character action molto divertente, trattenuto da qualche difettuccio ma comunque consigliabile a chiunque. Si pone come un ottima introduzione al gameplay Stylish che caratterizza brand leggendari come Devil May Cry o Bayonetta fornendo al contempo un’esperienza fresca seppur familiare agli appassionati di questi giochi. Peccato per qualche problema tecnico e una trama non memorabile. Reply Game Studios dimostra comunque un talento impressionante, che ben fa sperare per il sequel che è già chiaramente nei piani degli sviluppatori. 

8.8

Pro

  • Gameplay solido e divertente
  • Meccaniche uniche molto azzeccate
  • Bello esteticamente
  • Buon roster di nemici

Contro

  • Storia dimenticabile
  • Qualche problema di performance
Vai alla scheda di Soulstice
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