Tom Clancy’s Ghost Recon: Future Soldier – Recensione Tom Clancy’s Ghost Recon: Future Soldier

“Nella tradizione popolare un fantasma è la manifestazione di un morto. Rimasto per vendicare, aiutare o punire i vivi”

È questo l’incipit di Ghost Recon: Future Soldier, ennesimo capitolo della saga di sparatutto ispirata all’universo narrativo di Tom Clancy. Chi segue attivamente il mondo dei videogiochi avrà sicuramente notato la mole di materiale pubblicitario dedicato a Ghost Recon, negli ultimi mesi oggetto di news o indiscrezioni con cadenza quasi settimanale: che Ubisoft abbia in tutti i modi cercato di comunicarci qualcosa? Certamente sì, in primis il fatto che questa ultima sua fatica cercherà di strizzare l’occhio ad altre produzioni videoludiche del genere, abbassando il livello di accessibilità del titolo e rendendolo più appetibile con un’iniezione di azione pura, a scapito del gameplay maggiormente improntato sulla tattica visto fino ad oggi.

Parte di queste promesse sono state mantenute, offrendo al mercato un prodotto che di certo dimostra di come dal lontano 2001 il brand abbia fatto innumerevoli passi avanti. Vediamo insieme quali.


Tra banalità e fantasia

Nel gioco comanderemo una squadra di Ghost – soldati speciali addestrati per destreggiarsi nelle situazioni più impossibili – guidandola attraverso varie missioni intorno al mondo. Il nostro scopo sarà ricostruire gli eventi che hanno portato alla morte di un’altra squadra, come ci verrà mostrato nei primi minuti di gioco. Dal punto di vista della trama, dobbiamo ammettere che Tom Clancy ha sicuramente avuto momenti migliori: nonostante i molteplici colpi di scena e il lodevole tentativo di mantenere alta l’attenzione del giocatore durante tutta la durata dell’avventura, è impossibile non notare come alcune scene siano un po’ troppo sottotono e all’apparenza studiate solo per allungare un po’ il brodo. A conti fatti, comunque, la volontà di creare un buon prodotto anche sotto il profilo della trama è evidente, e questo non potrà che far piacere a chi è stanco del recente trend che vede i fili narrativi degli sparatutto sempre più ridotti all’osso.

Quanto è comoda la realtà aumentata

Se nel mercato consumer, nell’era degli smartphone, la realtà aumentata sta iniziando a prendere sempre più piede, immaginatevi le sue applicazioni in ambito militare: i Ghost dispongono di gingilli degni – se non migliori – di quelli del Batman di Arkham City, potendo contare su sensori ambientali, invisibilità, armi tanto devastanti quanto silenziose, droni, granate e supporto continuo dell’hud che proietta un’infinita serie di informazioni nel loro campo visivo.

Questa cornucopia di tecnologia si riflette sulle scelte che il giocatore può compiere in termini di gameplay: piuttosto che gettarsi a testa bassa nella mischia, molte volte sarà più opportuno analizzare attentamente la situazione per agire nell’ombra con sicurezza e tempestività prima che il nemico possa contrattaccare. Il vasto arsenale bellico a disposizione permette una personalizzazione pressoché totale del proprio soldato in base a gusti e attitudini di combattimento, fermo restando l’imposizione di affrontare alcune situazioni in modo obbligato: nonostante le innumerevoli opzioni tattiche disponibili, infatti, quando il gioco richiederà di agire in modalità stealth il farsi scoprire significherà andare inevitabilmente incontro al game-over. Per quanto comprendiamo che una maggiore libertà avrebbe significato anche più variabili da controllare e quindi meno spettacolarità in molte fasi del gioco, il poter scegliere in autonomia se affrontare tutte le varie missioni in modalità stealth o a mitragliatore spianato avrebbe certamente donato profondità a questo nuovo Ghost Recon.

Resta comunque il fatto che entrambe le fasi di gameplay riescono a dare molte soddisfazioni, rendendo indispensabile tanto il saggio utilizzo dei gadget quanto la velocità dell’azione. Sotto quest’ultimo punto di vista, oltre a segnalare un leggero aiuto alla mira che sarà sicuramente apprezzato dai giocatori meno esperti, non possiamo non menzionare l’ottimo sistema di copertura, che prevede un coreografico spostamento tra un riparo e l’altro in modo semplice ed intuitivo, rendendo le sparatorie decisamente più scenografiche e spettacolari rispetto al passato. Meritevole di segnalazione il poter coordinare la propria squadra per realizzare uccisioni di massa di più bersagli contemporaneamente: si tratta di un’azione molto utile e incredibilmente spettacolare, soprattutto quando si realizzano uccisioni all’unisono di bersagli in mezzo a civili innocenti. Non mancheranno, infine, gli eventi scriptati, ormai trend seguito da tutti i grandi nomi del settore che – decidete in base ai vostri gusti se nel bene o nel male – sacrificano per brevi tratti la libertà d’azione per dar modo alla sapiente regia virtuale di esprimersi al meglio.

Realtà aumentata, sì, ma in bassa definizione

Sotto l’aspetto grafico, Ghost Recon: Future Soldier è altalenante: degne di nota le innumerevoli ambientazioni che andremo a visitare con la nostra squadra, sparse in tutto il mondo e sempre ben realizzate nel loro complesso. Parlando del livello grafico dei dettagli, però, non possiamo dirci soddisfatti: nonostante la piacevole regia virtuale cerchi sempre di offrire scorci e inquadrature interessanti, il motore grafico e il basso livello di dettaglio penalizzano l’esperienza di gioco. Nel corso dell’avventura avrete modo di incontrare deserti, tempeste di sabbia, notti stellate e paesaggi innevati che però, a parte qualche piacevole effetto particellare, non sono riusciti a convincerci appieno durante la nostra prova. In sintesi, quindi, vi consigliamo di evitare Ghost Recon Future Soldier se negli sparatutto di ultima generazione cercate soprattutto il livello grafico spaccamascella al quale vi hanno abituato colossi come Killzone.

Passando ad analizzare il comparto sonoro, invece, ammettiamo di averlo trovato coinvolgente e ben realizzato, soprattutto per quanto riguarda gli effetti delle esplosioni e le indicazioni date via radio dai compagni di squadra. Il doppiaggio in italiano non è certo perfetto, ma comunque godibile, pertanto potrete tranquillamente godervi il gioco nella nostra lingua senza dovervi far distrarre dai sottotitoli.

Pensato per la compagnia

Già all’apparire del menu principale – che vede il cursore posizionato prima sul multiplayer che sulla campagna in singolo – si può comprendere come gli sviluppatori puntino molto sulla componente online per il successo di questo nuovo Ghost Recon. Quanto già anticipato nella nostra anteprima sulla beta multiplayer è stato confermato con l’uscita del gioco completo: quattro divertenti modalità (Conflitto, Esca, Sabotaggio e Assedio) e ben dieci mappe garantiranno un esponenziale aumento della longevità ai fanatici dell’online. Aggiungete una grande attenzione data alla personalizzazione delle classi e delle armi, ma soprattutto aggiungete il Ghost Recon Network –  applicazioni per smartphone per tenere traccia dei progressi online e per modificare le opzioni di gioco prima della successiva partita su console – e capirete quanto i patiti dell’online gaming potranno scorrazzare in libertà sui server di Future Soldier.

Anche l’avventura principale, comunque, sarà assai più divertente se affrontata con compagni in carne e ossa: le missioni stealth, le uccisioni sincronizzate o le semplici incursioni nei campi avversari, se portate a termine con i propri amici, riescono solo per questo ad essere più coinvolgenti e divertenti.


In conclusione

Ghost Recon: Future Soldier si pone come la naturale evoluzione di una serie che, sebbene ancora lontana dalla perfezione, dimostra di volersi migliorare e innovare per restare sempre al passo coi tempi (e con l’agguerrita concorrenza). Dalla mente di Tom Clancy potevano uscire sicuramente idee più innovative, così come il motore grafico e l’interazione con l’ambiente di gioco potevano essere certamente meglio gestite. Nonostante questo, consigliamo il prodotto videoludico di Ubisoft a tutti gli appassionati del genere: il ritmo serrato del gameplay e il buon equilibrio tra le sezioni stealth e le sparatorie, unite al profondo – ma semplificato e più accessibile rispetto al passato – sistema di personalizzazione sapranno sicuramente accontentarvi.

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