Voice of Cards: The Forsaken Maiden – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Negli ultimi anni il genere dei JRPG ha vissuto una vera e propria rinascita. Se si pensa a titoli di qualità come Persona 5, Dragon Quest XI o Shin Megami Tensei V, la seconda vita del genere pare più che giustificata. A questi si aggiungono esperimenti, più o meno riusciti, che destano la curiosità dei videogiocatori sparsi in tutto il globo. Seguendo questa prospettiva, possiamo considerare la serie Voice of Cards un perfetto esempio di sperimentazione sul genere di appartenenza, il JRPG appunto.

Dopo il primo capitolo rilasciato non molto tempo fa (trovate la recensione qui), Square Enix ha già pubblicato il secondo capitolo, dal titolo Voice of Cards: The Forsaken Maiden. In questa recensione, vi daremo i nostri pareri sul gioco di cui sopra.

voice of cards: the forsaken maiden

Non un DLC

Partiamo da un dubbio che assale sicuramente moltissimi giocatori interessati all’acquisto di The Forsaken Maiden. Il gioco non è né un DLC né un sequel diretto del primo capitolo. La storia è completamente inedita e originale e i protagonisti della vicenda, come i luoghi in cui è ambientata la storia, totalmente nuovi. Se si volesse trovare un filo di continuità con la produzione precedente, andrebbe rintracciato nel gameplay, nel design e più in generale nel mood, ma andiamo con ordine.

Gioco d’autore

Come molti già sapranno, la mente dietro la serie Voice of Cards è quella dell’eccentrico director giapponese Yoko Taro. La sua firma si riconoscerebbe tra mille e, in tal senso, Voice of Cards: The Forsaken Maiden si conferma figlia legittima del proprio autore. Ci troviamo in un contesto marittimo e isolano e il protagonista della storia è un pescatore accompagnato da una giovane fanciulla misteriosa di nome Jeri, la quale ha perso parte della sua memoria ed è completamente senza voce. I due si accorgono che l’isola che abitano è colpita da influenze maligne e che per ristabilire l’ordine serve l’arrivo di una sacerdotessa. I due quindi partono alla ricerca di tale figura nelle isole che compongono l’arcipelago affrontando demoni, mostri e temibili nemici.

voice of cards: the forsaken maiden

Come si può ben intuire, la trama non brilla certo per originalità. Tuttavia, come per molte produzioni di Taro, è il “come” e non il “cosa” a fare la differenza. La storia è raccontata in modo molto delicato e si ha sempre l’impressione di ascoltare una fiaba di altri tempi. Ma non lasciatevi ingannare: Taro in questo è molto furbo e riesce con una narrativa abbastanza criptica e dall’apparente semplicità a trattare temi ben più complessi di un semplice racconto di scoperta e formazione. Non mancano infatti riflessioni su amori tossici e abusivi, le responsabilità di un adulto nei confronti della propria vita e il rispetto e il senso di civiltà verso la natura.

Un gioco da tavolo su schermo pt.2

Dal punto di vista meramente ludico, il gioco è una perfetta riproposizione del primo capitolo. Voice of Cards: The Forsaken Maiden è infatti un JRPG a turni classico con un impianto estetico che simula ed emula i giochi da tavolo casalinghi. Torna infatti l’esplorazione attraverso l’uso delle carte e di un tavolo virtuale e torna, soprattutto, la voce narrante.

voice of cards: the forsaken maiden

In quest’opera in particolare, il narratore si pone nei confronti del giocatore in modo molto diverso rispetto al capitolo precedente. Se in Voice of Cards: The Isle Dragon Roars la voce narrante era molto ironica e rompeva spesso la quarta parete per rivolgersi direttamente al giocatore, in The Forsaken Maiden il narratore appare più rassicurante e meno scherzoso. Una scelta dettata probabilmente dal tipo di storia raccontata, in questo caso un po’ più matura rispetto a quella del primo capitolo.

Comparto tecnico

Per quanto concerne il comparto tecnico, Voice of Cards: The Forsaken Maiden è un’opera che sa farsi rispettare, ma che sicuramente mostra tutti i freni dovuti a una produzione non troppo grossa. Su Nintendo Switch, per esempio, i tempi di caricamento sono eccessivi e spezzano un po’ troppo il ritmo e il desiderio di rituffarsi nel mondo ideato da Yoko Taro. Inoltre, il gioco termina in poche ore e (come nel caso del primo capitolo) serviva probabilmente più tempo per dare all’opera un po’ più di profondità.

voice of cards: the forsaken maiden

Sulla resa visiva invece c’è poco da dire. Il sempre apprezzato Kimihiko Fujisaka (character designer di diverse opere di Taro) dimostra ancora una volta di sapere dare ai personaggi un tocco che sa essere classico e moderno allo stesso tempo. I personaggi, infatti, non si discostano molto per estetica da quelli di tante opere fantasy classiche, ma grazie a una colorazione particolare e alle espressioni che Fujisaka riesce a imprimere nei volti dei personaggi, l’opera dimostra di essere al passo coi tempi.

Anche sul fronte musicale, il maestro Keiichi Okabe ha realizzato un ottimo lavoro. Le sue composizioni trascinano perfettamente il giocatore nelle atmosfere del titolo, dando quel senso etereo e fiabesco che una produzione del genere necessita. Proprio per questo motivo, consigliamo di giocare il titolo con le cuffie: siamo sicuri che non ve ne pentirete.


Voice of Cards: The Forsaken Maiden è un’opera minore di Yoko Taro che riesce tuttavia a farsi rispettare per alcune caratteristiche di gameplay originali e interessanti. Il modello è quello del primo capitolo, ma in questo caso la storia è più matura e profonda e riesce a instillarsi maggiormente nella mente del giocatore. La sensazione finale è positiva, ma il gioco risulta troppo breve e avrebbe avuto bisogno di qualche ora in più per potersi fare apprezzare al meglio delle sue possibilità.

7.8

Pro

  • Trama più matura rispetto a quella del primo capitolo
  • Atmosfera sempre coinvolgente
  • Un gameplay che si conferma soddisfacente

Contro

  • Dura troppo poco
  • Tempi di caricamento eccessivi
  • Struttura del gioco pressoché identica a quella del primo capitolo
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