Guitar Hero: Greatest Hits – Recensione Guitar Hero: Greatest Hits

Sono trascorsi solo 3 anni dall’uscita del primo Guitar Hero (da adesso anche GH): eravamo su Playstation 2 e si trattava di una produzione Harmonix, che qualche mese dopo sfondava il mercato grazie a Guitar Hero II. Il successo di questo titolo fu notevole e conquistò numerosi fan, rivelando al mondo l’esistenza di un genere “Music” alternativo a quello visto nei videogiochi (concentrato sul tema “DJ”). La grande novità stava nel controller utilizzato, una vera e propria chitarra dotata di pulsanti colorati sul manico e pennata sul corpo: così giocare diventava simile a suonare una chitarra, idea che piacque tantissimo a chi non poteva dedicarsi allo strumento reale.
Tralasciando GH: Rock the 80’s, che a dir la verità riuscì ben poco, il successo di GH II attirò anche l’attenzione di un’altra casa produttrice con tanta voglia di entrare nel settore, la Neversoft. Senza troppi indugi, con le console 3rd generation alle porte, Neversoft acquisì i diritti del marchio Guitar Hero e lanciò sul mercato Guitar Hero III: Legends of Rock. Sin da subito questa casa mostrava un buon potenziale, ma la track list inferiore e qualche altra piccola incertezza lasciavano molti dubbi su questo “cambio al comando”. Nel frattempo la Harmonix, forte della propria esperienza sul campo, dava luce al concorrente Rock Band, ricco di novità, ma con la possibilità di suonare anche un nuovo strumento: la batteria. Considerando che la risposta di Neversoft a Rock Band fu GH: Aerosmith, incapace di contrastare l’ascesa Harmonix, il declino di questo brand sembrava ormai inevitabile, ma le risorse di Neversoft non si erano ancora estinte. Di lì a poco sarebbe uscito Guitar Hero: World Tour. Chitarra, batteria e microfono, tutti in un unico bundle accompagnato da una delle migliori track list di sempre, rilanciarono definitivamente la serie con quello che può essere definito il miglior capitolo della serie.
Adesso, sull’onda di questo successo, dopo 3 anni dal primo GH, dopo il passaggio di testimone da Harmonix a Neversoft, ma soprattutto dopo l’approdo nella terza generazione di console, la serie, con “GH: Metallica” appena lanciato sul mercato, si concede un piacevole e nostalgico ritorno al passato che permetterà ai giocatori più recenti di riscoprire i brani che hanno conquistato milioni di utenti: ecco a voi Guitar Hero: Greatest Hits.


La band al completo si esibisce in Killer Queen

Le più belle di sempre

Chi non ha mai conosciuto la serie quando si trovava ancora sotto Harmonix o chi, ai tempi, era ancora piccolo per farlo, oggi può recuperare il tempo perduto grazie ad un super concentrato delle canzoni più belle dei capitoli precedenti, realizzato da Neversoft proprio per dare la possibilità di riviverle alla luce delle ultime novità, tra le quali spiccano la batteria e il microfono. Questo poteva rivelarsi un obiettivo limitato, considerando che non tutti gli “utenti GH” possiedono questi strumenti, o che magari molti di essi hanno già giocato ai capitoli in questione. Così gli sviluppatori hanno pensato bene di rieditare tutte le canzoni, modificandole radicalmente e aumentando, complessivamente, la difficoltà di gioco. Non aspettatevi di ritrovare le solite canzoni che completavate con un 100%, perché si tratta di combinazioni che conservano solo lo stampo di base di quelle originali, e anzi spesso cambiano totalmente volto. Senza contare che, oltre a cambiare, in tutti i casi si rivelano decisamente più impegnative; solo qualche piccola eccezione si deve a quelle tracce impossibili che grazie agli Hammer-on e i Pull-off (le famose “note bianche”) diventano un po’ più umane. Dunque anche chi ha speso molte ore della sua vita su questi capitoli avrà l’opportunità di affrontare sfide completamente nuove, mentre si gode ancora una volta le tracks che ha amato.
Inoltre, anche chi non ha mai provato il gioco può avere un’ottima occasione di farlo grazie a questo “storico” della serie, come se si trattasse di un “cammino iniziatico”.
In ogni caso, i fan possono avere la certezza che questa raccolta delle “più belle di sempre” non si tratta di una nostalgica conclusione della serie, ma vuole solo concedere la possibilità di rivivere i momenti che hanno reso grande questo marchio: chi cerca nuove, inedite emozioni, dovrà attendere Guitar Hero: Van Halen e Guitar Hero 5, già nei cantieri Neversoft.

Cosa cambia?

Abbiamo già accennato alle tracce di questo Greatest Hits, completamente rinnovate dagli sviluppatori per garantire un’esperienza di gioco nostalgica, ma non ripetitiva. Le principali novità sono legate all’hardware del gioco, ovvero alla nuova chitarra distribuita a partire da GH: World Tour, alla batteria e al microfono. Per questi ultimi due sono state inserite ex novo le combinazioni di tasti (per la batteria) e i testi (per la modalità cantante). Per la chitarra, invece, è stata totalmente rivoluzionata la disposizione delle note, sono state inserite alcune parti in slider tattile (la tastiera “touchpad” inserita nella chitarra di World Tour), ma soprattutto è stata aggiunta una quantità incalcolabile di hammer-on e pull-off. Si tratta di un particolare piuttosto rilevante che cambia totalmente l’approccio alla canzone: talvolta semplificative, più spesso queste combinazioni diventano impossibili a causa della rapida alternanza con le note ordinarie; non sarà raro andare in confusione nei primi momenti di ogni brano, o anche in quelli successivi. Complessivamente, è principalmente per questo motivo che lo standard di difficoltà si è innalzato. Nei primi Guitar Hero (I e II soprattutto) l’uso delle “note bianche” era inesistente o rarissimo, spesso inutile e preferibilmente evitabile; in GH III erano più presenti, ma in una giusta quantità che permetteva di affrontare serie di note più particolari senza patemi. World Tour riproponeva lo stesso standard, mentre Greatest Hits ne presenta un uso che ha dell’eccessivo, del forzato. Magari si tratta di una scelta più realistica e voluta, ma considerando il target ampio del pubblico di GH, comprensivo di ragazzini e “amatori”, questa scelta non sembra del tutto azzeccata.
Per quanto riguarda la batteria, si conferma lo standard di difficoltà visto già in World Tour, con anche qualche fatica in più. Viene addirittura aggiunto un livello “Super esperto”, esclusivo per gli eroi del drum, che si propone forse di superare l’impossibile, visto che già a livello medio è richiesta una notevole capacità. Bisogna spendere due parole per la mancanza delle star, presenti in massa in World Tour, qui totalmente rimpiazzate dai personaggi originali della saga che tornano tutti insieme sulla scena.


Un’esibizione elettrizzante!!

La track list

Eccoci al punto cruciale di ogni Guitar Hero: la track list. Stavolta si dovrebbe andare sul sicuro, viso che vengono ripresi i brani più belli e amati della serie; tuttavia, non mancano diverse sorprese e qualche perplessità generale. Salta subito all’occhio la totale assenza di Van Halen, Metallica, Black Sabbath, Pearl Jam, Gun’s n’Roses, The Rolling Stones: ma mentre per i primi due le giustificazioni risiedono nell’attuale GH: Metallica e nel futuro GH: Van Halen, non si comprende la scomparsa di alcuni tra i pezzi più rappresentativi e divertenti della saga. I Black Sabbath, presenti in quasi tutti i primi capitoli, i Pearl Jam, protagonisti tra l’altro del concorso nazionale italiano con Even Flow, i Gun’s n’Roses che con Sweet Child O’Mine e Welcome To The Jungle sono sempre stati tra i preferiti e tra le canzoni più divertenti da suonare, i Rolling Stones, pietre miliari del rock, vengono totalmente snobbati. Queste incertezze si moltiplicano a causa dall’eccessivo e inspiegabile rilievo attribuito a GH: Rock the 80’s, tra i meno riusciti della serie, che conta ben sei brani.
In ogni caso, accanto a queste amare assenze, si trovano canzoni che hanno fatto veramente la storia della serie: come non citare Free Bird, Through the Fire and Flames, The Beast and the Harlot, I Love Rock n’Roll e tanti altri. Le tracce, in tutto 48 (quasi la metà rispetto a quelle di World Tour), sono estrapolate da Guitar Hero I, II, III, Rock the 80’s e Aerosmith, disposte in maniera mista lungo tutta la carriera: il divertimento è assicurato.

Dei del rock

La simpatica e ironica trama del gioco vede il ritorno di tutti i personaggi simbolo della serie: Johnny Napalm, Axel Steel, Casey Lynch, Lars Umlaut e tutti gli altri. Convinte, dal dio del rock, a ritornare insieme in un unico gruppo, le nostre star iniziano un bizzarro giro del mondo attraverso le meraviglie della natura o i luoghi più mitici: dalla Foresta Pluviale Amazzonica alla Sfinge, dalla Calotta Polare al condotto fognario londinese, dal Grand Canyon alla Muraglia Cinese, sino alla mitica Atlantide. L’interfaccia grafica è sempre la stessa: corsia delle note al centro dello schermo, accompagnata ai lati dal rockometro, dal contatore delle note e dal nuovo misuratore di prestazioni che mostrerà in tempo reale la qualità dell’esibizione, corrispondente al voto finale da 3 a 5 stelle. Il sistema a concerto viene mantenuto nella partita veloce, ma abolito nella carriera: in quest’ultima torna il classico “Completa un certo numero di brani per sbloccare il prossimo locale”, ma basato sulle stelle ottenute questo richiederà che, oltre a completare le canzoni, bisognerà anche suonare molto bene per proseguire nel gioco. Completando tutti i brani di un locale si sblocca l’encore, un bis richiesto dal pubblico, sempre secondo il classico schema dei Guitar Hero prima del World Tour.
Vengono riproposti anche lo studio musicale e il GHMix, ancora una volta piuttosto complessi e di difficili risultati. Novità assoluta sono i trofei per la versione PS3, sinora assenti, nei quali viene data particolare importanza alla componente online (molti obiettivi riguardano il numero di vittorie in sfide online), risorsa importante, tra l’altro, per la longevità del gioco. Così come per GH: World Tour, si spera che anche Greatest Hits possa essere accompagnato da un valido store online, che aiuti a rinnovare di tanto in tanto la track list, magari con quei pezzi di cui si sente la mancanza.


Il logo iniziale di Greatest Hits, precedentemente chiamato Smash Hits

Carriera finita

La modalità principale della carriera si estingue abbastanza velocemente, ma gli appassionati del genere non tarderanno ad affrontare maggiori sfide con le modalità più impegnative o cambiando strumento. Sotto questo punto di vista c’è tanto da giocare, almeno finché la track list non diventi ripetitiva (pericolo vivo soprattutto nei fan che hanno già posseduto i primi capitoli della serie), timore che potrebbe essere allontanato grazie ad una buona opera di aggiornamento dello store, come quella già vista per World Tour. Le modalità online, band e testa a testa assicurano tanto divertimento, insieme allo studio musicale, sicuramente interessante, ma da migliorare ancora un po’. Le differenze dal World Tour sono pochissime, dunque si tratta semplicemente di un’altra track list; magari non inedita, ma sicuramente validissima, consigliata a chiunque non l’abbia mai provata, mentre chi ha già visto questi brani non avrà bisogno di consigli per ricordare quanto li abbia amati tutti nelle loro versioni originali.

 

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