Stranger Of Paradise: Final Fantasy Origins – Recensione

Recensito su PlayStation 5

Stranger Of Paradise: Final Fantasy Origins è un progetto che, fin dall’annuncio, ha sempre dato l’impressione di essere “fuori luogo”. Un prequel del primo Final Fantasy in vena soulslike, un’idea strana, ma intrigante. Con l’aiuto di Team Ninja, autori dei due Nioh, Square Enix ha deciso di imbarcarsi all’interno di un gioco ben fuori dalla loro comfort zone. Il risultato è un titolo che rappresenta l’ulteriore miglioramento dello sviluppatore Koei Tecmo…ma anche un enorme passo falso sotto il lato narrativo.

Nel gameplay, Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins è prossimo all’eccellenza, altrove invece traballa fino ad arrivare ad alcuni aspetti che troviamo sinceramente mal realizzati.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins racconta la storia di Jack e dei suoi compagni “Stranger”, esseri misteriosi la quale memoria viene cancellata ciclicamente e con un solo obiettivo impresso nell’animo: sconfiggere Chaos. Per gran parte dell’avventura, il gioco ripercorre a larga manica gli eventi del primo Final Fantasy, usando però dungeon ispirati a tutti i quindici titoli main line della serie. L’idea alla base non ci dispiace. Analizzandola con calma, è piuttosto semplice e la troviamo adatta ad un progetto spin-off di questo genere. Il problema che abbiamo con la narrativa è nella sua realizzazione.

Praticamente nulla funziona a pieno a livello di scrittura. La presentazione è estremamente budget, con molte cutscene da pochi secondi e quasi zero interazioni tra i personaggi. Si arriva ad avere delle parti dell’avventura semplicemente riassunte tramite descrizioni delle missioni o, peggio, schermate nere con brevi recap. Questo è il problema che abbiamo notato prima, ma non è l’unico che piaga Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins. Il concept di base, che abbiamo spiegato in due righe poco fa, è articolato nel modo peggiore che possiamo immaginare. I semplici plot point sono spiegati con estrema confusione. In diverse occasioni ci è sembrato di essere davanti ad una parodia involontaria della trama di Final Fantasy 1 piuttosto che un prequel. Purtroppo però il gioco si prende estremamente sul serio, privandoci del piacere del trash involontario che porta sul tavolo.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins

Se a tutto ciò aggiungiamo il peggior cast di personaggi visti in un prodotto narrativo Square Enix  in memoria recente, il resoconto narrativo di Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins non può essere positivo. Fortunatamente, questo non è tutto ciò che il souls-like di Team Ninja propone. 

Discutendo il lato di puro gameplay, Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins è un’eccellenza. La base sulla quale poggia, quella di Nioh 2, è estremamente solida e molto migliorata da nuove idee. Alcune di queste vengono da ispirazioni a prodotti recenti (principalmente Sekiro), altre nascono grazie all’integrazione del Job System. Il ritmo di gioco è molto più veloce di qualsiasi altro gioco del genere. I vostri riflessi saranno sicuramente messi alla prova e il titolo punta sull’essere spiccatamente adrenalinico. Il nuovo sistema di “parry” tramite lo scudo spirituale è un toccasana e aiuta molto a rendere ancora migliori le bossfight dei souls-like di Team Ninja, già nettamente migliorate nella transizione tra i due Nioh.

Soffermandoci sui boss, Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins vale la pena di essere giocato anche solo per loro. Si tratta di alcune delle migliori boss-fight che ricordiamo di avere visto negli action game. A livello Difficile risultano perfettamente calibrate per favorire non solo dei buoni riflessi, ma anche la strategia, sfruttando job system e compagni al meglio. Durante questi combattimenti si vedono tutti i pregi del gioco: le loro ost sono fenomenali, i pattern mai frustranti ma mai banali, i sistemi di gioco perfettamente in sincronia col game design. Il Job System, profondo, variegato e in costante evoluzione dona varietà a tutte le battaglie e siamo curiosi di vedere altre implementazioni di questa idea.

Provando ogni singolo ruolo, possiamo dire che solo un paio ci sono sembrati meno efficaci della media, presentando comunque abilità interessanti. Non ci ha convinto invece il sistema di potenziamento delle armi, molto marginale ed approssimativo. Detto ciò, la personalizzazione personaggio è generalmente promossa.

Stranger of Paradise

Nonostante la narrazione pessima, non avremmo alcun problema a “sparare” voti altissimi solo grazie a ciò che vi abbiamo detto ora sul gameplay. Purtroppo però, i difetti del progetto non si limitano ad una storia non riuscita. Se i boss sono perfette cristallizzazioni del potenziale di Stranger of Paradise, i livelli che le precedono sono un po’ Hit or Miss. Fermo rimanendo che combattere è sempre molto godibile, gli stage sono spesso molto semplici, puntando un po’ troppo su percorsi lineari e alle volte noiosetti. Non troverete in questo giochi dei pezzi da maestro di game design come i livelli finali di Nioh 2 o i DLC del primo Nioh.

Invece Team Ninja ha deciso di semplificare il modo in cui pensano le mappe di gioco per favorire l’accessibilità ad un pubblico estraneo ai Souls-Like. Secondo noi però, ha fatto il passo troppo lungo, arrivando a perdere completamente la magia delle mappe pseudo-metroidvania che rendono tanto affascinante il genere.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins

A questo dobbiamo purtroppo aggiungere un comparto estetico molto altalenante. Alcuni livelli sono molto carini, altri invece risultano quasi inguardabili. Non parliamo però solo di ispirazione artistica, ma soprattutto di realizzazione. Per qualche motivo, Team Ninja ha deciso di mettere uno strano filtro sull’intero gioco che rende alcuni colori troppo saturi e i livelli con quelle palette cromatiche come tema ne soffrono in chiarezza. Nel penultimo livello in particolare facevamo fatica a vedere cosa stesse succedendo a momenti! Abbiamo preso uno screenshot di una statua, che non possiamo mostravi purtroppo per evitare spoiler, e anche osservandola bene non possiamo distinguerne i dettagli macroscopici.


Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins è un souls-like peculiare che vale il tempo di chiunque sia vagamente interessato al gameplay. Con eccezionali bossfight, fantastico sistema Job e ottime ost poteva essere una nuova perla di Team Ninja, in costante miglioramento nel suo output di Souls-Like. Purtroppo il map design troppo anonime e lineare, il comparto estetico traballante e la sceneggiatura mal realizzata lo portano a non potersi meritare l’eccellenza che vorremmo dargli considerando il puro gameplay. 

7.8

Pro

  • Gameplay solido e divertente
  • Job system profondo
  • Bossfight fenomenali

Contro

  • Livelli un po' troppo lineari
  • Narrativa mal realizzata
  • Esteticamente traballante
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